QUADERNI DI
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intende fornire delle risposte alle proble-
matiche dei NEET, è necessario procedere
con una profilatura spinta delle diverse
componenti del fenomeno, in modo da:
a) fornire risposte mirate (e quindi efficaci)
e b) calibrare l’intensità d’uso delle risorse
impiegate, in relazione alla gravità delle
specifiche situazioni (Eurofound 2012).
QUANTI SONO I NEET
Nell’Europa a 27, su circa 90 milioni di
giovani tra i 15 ed i 29 anni, il numero di
NEET medio nel corso del 2012 è stato su-
periore ai 14 milioni, corrispondenti ad una
percentuale vicina al 16%. Una percentuale
che risulta in continua crescita rispetto alla
fase che ha preceduto la crisi economica,
quando i NEET in Europa erano poco più
del 13% (nel 2007).
Come si può vedere osservando la Figu-
ra 2, il dato medio europeo corrisponde
a situazioni molto diversificate nei diversi
paesi.
L’Italia presenta una quota di NEET net-
tamente superiore alla media e quasi tre
volte superiore a quella dei paesi più vir-
tuosi (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia,
Germania).
Figura 2: Percentuale di NEET
sulla popolazione 15-29 anni
in alcuni paesi Europei nel 2012
(Fonte: Eurostat)
Relativamente all’impatto della crisi eco-
nomica, alcuni paesi come Grecia, Spagna
e Irlanda hanno conosciuto una forte cre-
scita della quota dei NEET, superiore al 70%
rispetto al 2007. In Italia, invece, la crescita
è stata più contenuta, ma pur sempre si-
gnificativa (26,5%). Va segnalato il fatto che
in alcuni paesi la crisi ha avuto un impatto
sull’andamento dei NEET piuttosto limitato
(Svezia, Belgio, Polonia), mentre in altri, dal
2007 in poi, il fenomeno si è addirittura
ridimensionato (Austria, Germania).
Restando sempre nello scenario euro-
peo ed assumendo una prospettiva di
genere, si può rilevare che, mediamente,
la quota di NEET tra le giovani donne è
di quasi 4 punti percentuali superiore a
quella relativa ai maschi. Anche in questo
caso le differenze tra paesi sono piutto-
sto marcate e non sembrano correlate
all’incidenza del fenomeno, ma a fattori
contestuali: vi sono realtà come la Spa-
gna dove la quota femminile è inferiore
a quella maschile, nonostante l’altissima
incidenza del fenomeno; ve ne sono altre,
come la Germania, con pochi NEET ma
in maggioranza di genere femminile. Da
questo punto di vista l’Italia si trova in
una posizione intermedia, in linea con la
media europea.