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Liebeslied
, fondale, 1968, 300x365,
acrilici su cartone
MIELA REINA
E LA SUA AVVENTURA CREATIVA
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a rielaborare i personaggi fantastici - da
lei inventati nel periodo precedente più
tradizionalmente pittorico - e a riprodurre
oggetti
umanizzati
: pupazzi, cuori, fuochi,
forbici, lettere, frecce direzionali, scritte
(con frasi fantasiose, in italiano o in uno
pseudoinglese) dai colori piatti e vivaci che
progressivamente diventarono personaggi
veri e propri, realizzati in materiali poveri
e deperibili.
ANCORA DI MIELA
E DEL SUO MONDO
FANTASTICO
Nel numero precedente si è cercato di
tracciare per grandi linee il singolare per-
corso dell’arte di Miela Reina interrotto nel
1972 dall’improvvisa scomparsa. Si è ac-
cennato all’intenso periodo della seconda
metà degli anni Sessanta in cui la sua ricer-
ca subisce un cambiamento significativo.
In campo artistico era il momento delle
sperimentazioni e degli stimoli provenienti
dalla
pop art
americana la cui conoscenza
si diffuse in Italia anche grazie alla Biennale
di Venezia del 1964.
Stando al parere di chi la conobbe, Miela,
seppur aperta alle nuove tendenze, preferì
trovare autonomamente sbocchi originali
al suo universo creativo. Continuò infatti
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