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ORIENTAMENTO E società
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Tale chiarezza è fondamentale in ogni
processo deliberativo, ma spesso si assiste
a percorsi nei quali non è esplicitato il ruolo
dei partecipanti e, talvolta, c’è l’aspettativa
che la deliberazione non affianchi e influenzi
l’iter istituzionale, ma lo sostituisca.
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Sulla base della conoscenza diretta e
indiretta di una parte dei diciannove processi
di redazione dei PDZ realizzati nel corso del
2012 e di altre analisi informali, i problemi
più frequenti sembrano essere:
l
la scarsa definizione degli obiettivi dei
diversi momenti partecipativi e, di con-
seguenza, difficoltà nell’individuare i
soggetti da invitare;
l
l’eccessiva selettività a scapito, in parti-
colare, della partecipazione dei soggetti
non istituzionali;
l
la limitata attenzione all’inclusione in
un “dialogo informato” (pubblicità degli
eventi, disponibilità della documenta-
zione, restituzione degli esiti, raccolta di
ulteriori contributi) e lo scarso utilizzo dei
mezzi telematici a questo fine;
l
la tempistica troppo stringente, con un
impatto negativo sulla dimensione della
partecipazione e la qualità dei risultati
(in questo caso il problema è legato ai
pochi mesi concessi dall’Amministrazione
regionale per l’intero iter);
l
la carenza di professionalità nel disegno
del processo e nella facilitazione degli
eventi (limitata o inadeguata inclusio-
ne degli attori, applicazione di metodi
di conduzione non appropriati) con
conseguente riduzione dell’efficacia del
percorso.
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Presentato il 27 dicembre 2012 d’intesa
con i Ministri del Lavoro e delle Politiche
Sociali e delle Politiche Agricole, Alimentari
e Forestali.
NOTE