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ORIENTAMENTO E SCUOLA
ESEMPIO DI ANALISI
DELLE ESPRESSIONI
CORPOREE: LEGGERE LA
RABBIA E IL DISGUSTO
Le reazioni di rabbia, con il tempo, spes-
so si convertono in quelle di disgusto e a
volte le due emozioni vengono confuse.
La rabbia però è un’emozione che tende
ad“avvicinarsi al problema”, e a manifestare
lo stato negativo intensamente. Il disgusto,
per contro, è connesso con il rifiuto, con la
non motivazione, e tende ad “allontanarsi
dal problema”.
Nella foto di sinistra si osservano le spalle
in basso (il che nel sistema BCS corrisponde
a SP4), il tronco in avanti (T3), le braccia
e gli avambracci innalzati (B5 + AB5), le
mani a pugno (M16), le cosce abbassate e
la gamba sinistra in avanti (1+L3). Queste
posture e questi movimenti corrispondono
all’emozione di rabbia.
Nella foto di destra si osservano un tron-
co indietro (T4), le braccia e gli avambracci
innalzati (B5+AB5), il palmo delle mani in
avanti (M3) e le cosce abbassate con la
gamba sinistra indietro (C1+R4). Riguardo
alla decodifica, tali posture e movimenti
vanno ricondotti all’emozione di disgusto.
CONCLUSIONI
Le espressioni non verbali risultano più
difficili da comprendere nelle persone af-
fette da disturbi dello spettro autistico, a
causa delle molteplici diversità rispetto ai
soggetti non autistici che esse presentano
quanto al numero, all’intensità e alla dura-
ta dei movimenti, diversità accompagnate
da specifiche difficoltà motorie. Esistono
tecniche che permettono di accrescere l’a-
bilità di riconoscere le emozioni trasmesse
dai vari canali non verbali. L’applicazione
di tali tecniche permette di analizzare con
affidabilità la comunicazione non verbale,
pertanto esse rappresentano una chiave
di lettura in più per rendere più chiaro il
messaggio comunicativo.
Alla luce di ciò,
ci sembra opportuno e
doveroso sfatare il mito
secondo il quale
1) le persone autistiche sono distaccate
dal mondo circostante a causa della scar-
sa interazione con esso e 2) che nulla si
può fare contro questa realtà. Al contra-
rio, scomponendo e analizzando i vari
comportamenti
è possibile cogliere una
forma di comunicazione che risulta eviden-
te anche nei soggetti non verbali affetti da
grave disabilità.
Ne consegue che gli educatori, i fami-
liari, gli insegnanti e tutti i soggetti con
cui entra in relazione la persona affetta
da disturbi dello spettro autistico dovreb-
bero essere posti in grado di cogliere ed
interpretare in maniera corretta i messaggi
non verbali che essa costantemente invia
per comunicare un’emozione, uno stato
d’animo, un bisogno, ossia, in definitiva,
per creare una relazione.
Jasna Legiša,
Dottore di ricerca in medicina materno
infantile, direttore del Laboratorio
NeuroComScience
Parco scientifico di Trieste, sede Gorizia
Giulia Sponza
Psicologa, specializzata in analisi del
comportamento non verbale
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