quaderniORIENTAMENTO_43 - page 64

QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 43
63
nostro studio, recentemente pubblica-
to sul giornale scientifico dell’Università
di Yale, ovvero il “Journal of Autism and
Developmental Disorders”, suggeriscono
che le espressioni emozionali del volto di
bambini affetti da autismo sono coerenti
con le reazioni dell’attivazione del siste-
ma nervoso autonomo, mentre risultano
incoerenti con la valutazione soggettiva.
Le persone affette da tali disturbi pro-
ducono, per le emozioni base, i prototipi
delle espressioni interpretabili, a cui quin-
di si possono attribuire precisi significati,
nonostante alcune sottili differenze che
rendono più difficoltosa la lettura del lin-
guaggio non verbale del volto. In linea
con i risultati di studi precedenti (vedi, per
esempio, Czapinsky and Bryson’s 2003), il
nostro studio conferma che i disturbi dello
spettro autistico producono differenze
nel numero, nell’intensità e nella durata
dei movimenti facciali. Più precisamente,
sono stati rilevati, nelle varie parti del vol-
to, movimenti meno numerosi, di minor
durata e di minor intensità. Tutto ciò è
stato constatato in alcuni soggetti nella
parte superiore del volto, mentre in altri
in quelle centrale e inferiore. La diversità
nell’espressività facciale è stata descrit-
ta anche in altri studi, tra cui quello di
Yirmiya, Kasari, Sigman e Mundy (1989),
dal quale risulterebbe che le espressioni
facciali sono meno marcate nei bambini
affetti da disturbi autistici che nei bambi-
ni con ritardo mentale. In questa ricerca
sono stati notati movimenti muscolari ati-
pici, non classificabili attraverso il sistema
di Izard (1979). In effetti, tale metodo non
esamina
tutti
i movimenti muscolari, ma
solo quelli che Izard ha preso in conside-
razione nel suo sistema di analisi facciale
MAX. Nello studio da noi condotto è stata
invece applicata la tecnica Facial Action
Coding System che permette la classifi-
cazione di
tutti
i movimenti facciali, il che
rende l’analisi più completa.
Un altro aspetto osservato nell’analisi
delle espressioni del volto dei soggetti
affetti da autismo è che essi presentano
frequentemente spasmi muscolari del
viso, ossia contrazioni che si instaurano
e che, spesso, si dissolvono rapidamente.
Si tratta di spasmi tonici che colpiscono i
muscoli facciali, cioè di smorfie persisten-
ti, della durata anche di parecchi secon-
di. L’attività di spasmo si può diffondere
progressivamente dalla parte superiore
del volto sino ai muscoli della sua parte
inferiore, in particolare quello orbicolare
delle labbra e, più raramente, il platisma
sulla superficie del collo. Quando lo spa-
smo ha raggiunto tali livelli di estensione,
un’intera metà del volto del paziente è
contorta in una smorfia che lo sfigura.
Il fenomeno è definito spasmo ‘tipico’,
perché ha origine nella parte superiore
del viso e si diffonde progressivamente
verso il basso, interessando le aree mu-
scolari prima indenni. Occasionalmente,
lo spasmo può interessare anche i mu-
scoli superficiali della parte anteriore del
collo. Tali spasmi possono anche essere
emifacciali, ovvero unilaterali.
Tali elementi rendono ancora più dif-
ficile la lettura del comportamento non
verbale, da cui la necessità di distinguere
abilmente
le sfumature delle espressioni
emozionali, ricorrendo a tecniche e me-
todi atti ad accrescere tale abilità.
TECNICHE DI ANALISI
DEL COMPORTAMENTO
DEL VOLTO: IL FACIAL
ACTION CODING
SYSTEM E LA TECNICA DI
DECODIFICA
Il metodo più completo di codifica del
comportamento facciale, dato che pren-
de in considerazione tutti i movimenti
muscolari, è il Facial Action Coding Sy-
stem, elaborato da Ekman e Friesen nel
1978.
A partire da un’analisi anatomica, si sta-
bilisce come la contrazione di ogni mu-
scolo facciale (da solo o in combinazione
con altri) determina dei cambiamenti
nella configurazione del volto.
Ekman e Friesen (1978), dopo aver
esaminato quasi cinquemila videoregi-
strazioni di diverse espressioni facciali,
1...,54,55,56,57,58,59,60,61,62,63 65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,...118
Powered by FlippingBook