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ORIENTAMENTO E SCUOLA
DIARIO DI “VIAGGIO”
Ho scelto di raccontare l’esperienza svol-
ta in forma di diario perchè essa meglio si
presta a rappresentare un percorso così
vivido e originale, senza troppi filtri a po-
steriori. I contenuti delle singole tappe ne
risultano evidenziati in modo essenziale
e diretto.
Lunedì 8 Aprile
1. Presentazione dei partecipanti: ripetizio-
ne del proprio nome (affermazione della
propria identità per tre volte) corredata
da gesto caratterizzante.
2. Respirazione consapevole.
3. Esercizio di radicamento.
Sin dall’inizio è emersa la difficoltà di
alcuni ragazzi a lasciarsi andare. I gesti
eseguiti contemporaneamente all’affer-
mazione del nome erano decisamente
poco sciolti e impacciati. La respirazio-
ne diaframmatica risultava loro del tutto
estranea e ostica. Mi sono avvicinata ad
ognuno spiegando esattamente l’esercizio,
suggerendo strategie alternative. Alcuni di
loro non riuscivano a trattenersi dal ridere.
Con un sorriso ho continuato la lezione,
sottolineando la normalità di qualsiasi re-
azione: riso, pianto, ecc. Il nostro intento
era quello di portare a galla le emozioni
compresse, per conoscerci meglio e per
trovare un modo di comunicare con se-
renità con gli altri.
Durante il successivo esercizio di radi-
camento, l’imbarazzo era svanito e tutti
hanno seguito con attenzione, ottenendo
i risultati auspicati: sensazione di rilassa-
mento e tranquillità e aderenza alla “terra”
(piedi pesanti). Alla fine della lezione mi
sono raccomandata con i ragazzi di ripetere
a casa gli esercizi proposti e di disegnare
un albero per l’incontro successivo.
Martedì 16 Aprile
Alcuni ragazzi avevano seguito le mie
indicazioni e si erano trovati bene, sicura-
mente più rilassati. Tutti avevano disegnato
il loro albero.
L’attività è proseguita con:
1. Esercizi di riequilibrio energetico all’a-
perto.
2. Respirazione consapevole.
3. Esercizio di radicamento.
4. Esercizio di reinserimento spazio-tem-
porale.
5. Affermazione della propria identità.
6. Osservazione di un disegno eseguito dai
partecipanti.
In riferimento all’ultimo esercizio pro-
posto, i passaggi fondamentali sono stati
questi: per prima cosa i presenti dovevano
mettersi in contatto con il proprio sé tra-
mite la respirazione, centrarsi e mettersi
in ascolto con la “pancia”, nostro cervello
emozionale.
Con questa consapevolezza, e in assen-
za di giudizio, occorre prestare attenzione
alle sensazioni che derivano dall’osserva-
zione del disegno e comunicarle (aggetti-
vi, sostantivi, verbi, impressioni). I ragazzi
si sono posti davanti all’immagine con
la massima serietà, dando così degli in-
put molto utili al proprietario dell’
albero
,
che alla fine dell’esercizio ha ringraziato i
compagni commentando che si ritrovava
completamente in quanto espresso dai
compagni.
La campanella purtroppo è suonata, ci
siamo salutati, ma ho avuto l’impressione
di lasciare qualcosa in sospeso; aveva-
mo bisogno ancora di un po’ di tempo.
Per fortuna, mi viene data l’opportuni-
tà di parlare con il ragazzo “proprietario”
dell’albero. Lui accetta di buon grado il
colloquio e conferma la mia sensazione:
era rimasto particolarmente colpito e in
parte infastidito da alcune osservazioni.
Tutto corrispondeva alla realtà di cui lui
però non voleva sentir parlare.
Così ha iniziato a raccontarmi le sue
vicissitudini familiari. Sono rimasta ad
ascoltare attentamente senza interrom-
perlo, cercando, in un secondo tempo, di
dargli un feedback, grazie al quale poteva
osservare il tutto da punti di vista diffe-
renti, incontrando forse altre soluzioni,
ampliando, comunque, la sua visione per-
sonale. Il ragazzo, dopo avermi ascoltato
con interesse, conclude (quasi illuminato):
“ Prof.! So come espandere il mio albero”
.