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ORIENTAMENTO E SCUOLA
il seguente compito: colorare dei cerchi
con i colori dell’arcobaleno.
Martedì 30 Aprile
I ragazzi erano tutti presenti. Ho ripreso
il discorso precedentemente affrontato
su colori, suoni e frequenze e l’ho appro-
fondito. Sono decisamente più attenti. Ci
sono anche i due ragazzi assenti durante il
precedente incontro; la dinamica di gruppo
cambia e apparemigliorata la“presenza”dei
compagni. Gli alunni avevano preparato a
casa dei piccoli cerchi colorati (rosso, giallo,
arancione, verde, viola, blu, indaco) e ho
insegnato loro l’esecuzione dell’esercizio
senza l’ausilio della mia voce, per tentare di
rendere autonomi i ragazzi nell’esecuzione
e nella gestione delle proprie difficoltà. Non
tutti sono riusciti ad interiorizzare i colo-
ri come suggerito. Ho inserito quindi un
esercizio di percezione del colore tramite
immagini e ho posto la domanda: “
Che
immagine (aggettivo, parola, sensazione,
emozione, profumo, suono, sapore...) vi viene
in mente quando dico rosso...”
e raccolgo le
immagini evocate dai ragazzi. Dopo aver
“contattato” assieme l’energia dei colori,
ho riproposto l’intera visualizzazione gui-
data da me.
Indicazioni: occhi chiusi, lingua sul pala-
to, posizione rilassata e comoda. Si parte
con l’osservazione del proprio respiro: l’aria
che entra e l’aria che esce dalle proprie
narici, con particolare attenzione alle pau-
se. Durante la visualizzazione li ho guidati
suggerendo il colore e le immagini da loro
evocate e la parte del corpo a cui que-
sta vibrazione va associata. Ad esempio
la frequenza del colore giallo corrisponde
all’ombelico: giallo come un limone (gusto,
sapore, profumo), come il sole che con i
suoi raggi riscalda il corpo. Terminata la
scala colori concedo ai ragazzi un po’ di
tempo per ascoltarsi e registrare le proprie
sensazioni.
Ho suggerito poi di uscire dal rilassa-
mento con calma, muovendo prima le
estremità (mani, piedi), poi stiracchian-
dosi e infine sbadigliando, facendo even-
tualmente smorfie. Ho spiegato loro che
è importante fare con calma e riprendere
lentamente contatto con il proprio corpo,
ognuno con i propri tempi, perché può
essere straniante entrare in uno stato di
rilassamento profondo al quale non si è
abituati. Ho concluso chiedendo loro se
stavano bene e se hanno avuto qualche
difficoltà durante l’esecuzione. La mag-
gior parte ha riferito d’essere riuscita a fare
l’esercizio ed essere entrata in un rilassa-
mento profondo e di aver percepito una
sensazione di leggerezza e tranquillità. Due
di loro invece hanno riferito una sensazio-
ne strana, ma piacevole, come se fossero
sprofondati nel pavimento. Per scrollarsi
di dosso questa pesantezza, ho suggerito
di compiere una serie di saltelli. In breve
tempo i ragazzi hanno dichiarato di sentirsi
leggeri, nuovi, diversi. Solo una ragazza,
pur essendosi rilassata (durante l’esercizio
scaricava tensione con sobbalzi, terminati
solo verso la fine), ha detto di non aver
sentito, percepito, visto niente. È apparsa
comunque più presente del solito.
Abbiamo ripreso le attività con l’eserci-
zio di respirazione consapevole, in modo
che i ragazzi riattivassero contatto con il
loro sé e potessero poi osservare con la
“pancia” altri disegni di alberi eseguiti dai
compagni, stimolati dalla domanda:
“Cosa
senti se guardi questo disegno? Che cosa
ti viene in mente?“
Sono emerse opinioni
decisamente singolari. Alcuni di loro hanno
una profondità di analisi inimmaginabi-
le. Prima di lasciarci ho insegnato loro un
esercizio di riequilibrio molto semplice
basato sulla vocalizzazione, pregandoli di
esercitarsi a casa.
Lunedì 6 Maggio
Ogni ragazzo ha preso la parola e ha
comunicato al gruppo quale esercizio ha
messo in pratica a casa: respirazione con-
sapevole, esercizi di
chi kung
, esercizio di
scarico per i reni (area legata alla paura),
esercizio di radicamento (l’albero”), eserci-
zio di inserimento spazio-temporale, scala
colori e ripetizione delle vocali e “profumi”.
In particolare una sensazione è emersa
facendo l’esercizio dell’albero, quella di
una maggiore appartenenza e aderenza al
mondo circostante. Li ho ringraziati per la
condivisione e per la mancanza di giudizio
da parte dei partecipanti e li ho pregati