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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 43
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MINDFULLNESS:
LABORATORIO
ESPERIENZIALE PER
L’AUTO-ORIENTAMENTO:
FERMARSI,
ASCOLATARSI,
PRENDERSI CURA DI SÈ
Le tre componenti della Mindfulness
si possono riassumere:
consapevolez-
za del respiro
(attenzione sul respiro),
consapevolezza del corpo
(esplorazione
consapevole del corpo) e
osservazione
della mente
(dei propri pensieri, delle
sensazioni, delle emozioni, dei ricordi
e delle fantasie). Il passo titolato “Effetti
psicologici della consapevolezza”, sempre
all’interno dell’articolo succitato, mi sem-
bra di notevole rilevanza, in particolar
modo in riferimento all’ambito scolastico.
“Alla base dell’inconsapevolezza vi è la
pigrizia... I fattori che favoriscono l’incon-
sapevolezza sono: la consuetudine alla
ripetizione, la focalizzazione sugli obietti-
vi... È noto che la ripetizione di un compito
conduce all’inconsapevolezza. La focaliz-
zazione sugli obiettivi, un pilastro dell’i-
struzione occidentale, è un’altra maniera
per facilitare l’inconsapevolezza perché
l’orientamento verso il risultato riduce l’at-
tenzione, la riflessione e la consapevolezza
sul processo”.
Ma poiché la vita è un processo, chi
vive saltando da un obiettivo ad un al-
tro può avere l’impressione di non aver
vissuto veramente. Per passare da una
condizione di inconsapevolezza alla
consapevolezza, è quanto mai necessa-
rio sviluppare una forma particolare di
attenzione volontaria.
“Lo stato mentale
consapevole favorisce l’apertura a nuove
informazioni. La ricezione di nuove infor-
mazioni amplifica le capacità mentali”.
Nella società occidentale la noia spinge
invece a muoversi di continuo (il mo-
vimento favorisce l’inconsapevolezza).
Per riuscire a fermarsi è necessario es-
sere consapevoli!
“Infine la consapevo-
lezza orienta verso i processi piuttosto che
verso gli obiettivi. Le persone interessate
veramente al loro lavoro, sono molto più
concentrate su quello che fanno e molto
di meno sui risultati. Chi ama veramente il
proprio lavoro è come se stesse giocando.
Nel gioco il processo, anche se non è tutto,
è in realtà ciò che conta.”
Essenziale, dunque, è divenire con-
sapevoli di se stessi e del mondo circo-
stante, prestare attenzione al momento
presente. Non bisogna assolutamente
dimenticare l’atteggiamento non giudi-
cante, che riduce la tensione al controllo
e facilita lo sviluppo della capacità di ab-
bandonarsi alla vita, di non attaccarsi alle
“cose” ma di lasciarle andare, e la pratica
della gentilezza che tende a favorire la
nascita della compassione verso se stessi
e verso gli altri.
Dopo aver letto l’articolo di Fabbro
mi sono illuminata: per la prima volta
vedevo confermato da altri proprio ciò
che io faticosamente avevo tentato di
rielaborare in tanti anni di ricerca perso-
nale, passando attraverso le più disparate
esperienze.
Il laboratorio si sviluppa con un per-
corso esperienziale e di ri-motivazione,
rivolto ad alcuni alunni delle classi terze
medie con difficoltà soprattutto rela-
zionali.
Il percorso, di breve durata, è finalizzato
ad aumentare in loro l’autostima, il senso
di appartenenza al contesto scolastico ed
il benessere a scuola, a renderli consape-
voli delle loro risorse e a farli interagire
proficuamente, puntando a dimensioni
del fare tramite attività pratiche.
Normalmente a scuola la maturazione
personale e culturale viene stimolata
agendo a livello cognitivo mentre emo-
zioni, sentimenti e comportamenti tro-
vano espressione quasi esclusivamente
attraverso il linguaggio verbale. Oggi,
soprattutto alla luce delle ultime con-
quiste delle neuroscienze, non si può
più separare l’ambito cognitivo da quello
emotivo.
Come sostiene D. Goleman
2
“la nostra
cultura ci insegna erroneamente che pensie-
ri e sentimenti stanno in mondi quasi sepa-
rati. In realtà, essi sono sempre intrecciati”
.
Il laboratorio Ben-essere è stato pensato
per ricucire questa separazione.
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