QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 43
Tabella 3: Ragazzi coinvolti in
azioni di bullismo come vittime o
bulli in diverse città italiane.
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degli studenti è positivo. Non va però
trascurato quel 10% che non è soddi-
sfatto dei rapporti coi compagni o con
gli insegnanti, o con i genitori.
Alla rilevazione del 2007, alla domanda,
“Nella tua scuola c’è qualcuno che compie
delle prepotenze comportandosi da bullo?”
,
il 70% risponde “mi è capitato di assiste-
re”, il 33,7% “mi è capitato di subire”, il
10,2% “mi è capitato di fare il bullo”; alla
rilevazione del 2009 e del 2010 le percen-
tuali sono simili per chi dichiara di aver
assistito, inferiore la quota di chi dichia-
ra di aver subito prepotenze, superiore
quella di chi le ha agite (vedi Tabella 2).
Mediamente al 14% dei ragazzi è ca-
pitato di agire come bullo e al 26% di
subire azioni di bullismo. A più del 70% è
capitato di assistere ad azioni di bullismo.
Può essere interessante confrontare que-
sti dati con quelli riportati in altri studi
(vedi Tabella 3).
La percentuale di bulli varia tra il 14%
di Maniago e il 33% di Napoli, tra i ma-
schi, e tra il 5% di Maniago e il 30% di Na-
poli, tra le femmine. La percentuale che si
dichiara vittima di azioni di bullismo varia
dall’11%, di Cosenza, al 37%, di Maniago,
tra i maschi, e dal 17%, di Torino, al 32%,
di Napoli, tra le femmine. Nelle scuole
del comune di Maniago, la probabilità di
essere vittime è maggiore per i maschi,
rispetto alle femmine. Qualche cautela
è necessaria nell’interpretare l’associa-
zione tra sesso e ruolo nelle prevarica-
zioni. L’associazione femmina-vittima e
maschio-bullo potrebbe essere soggetta
Città
Campione
Vittime
Bulli
Numero di maschi;
femmine
%Maschi
% Femmine %Maschi
% Femmine
Torino
467; 444
19.2
16.5
21.7
10.0
Firenze
541; 484
29.2
31.2
28.5
15.1
Roma
444; 408
14.4
19.4
20.5
12.8
Napoli
523; 407
29.6
32.3
33.1
30.3
Cosenza
151; 146
10.6
16.9
10.9
8.4
Palermo
193; 168
17.5
25.7
19.9
20.2
Maniago
750; 681
36.9
25.1
14.0
5.1
alla maggiore facilità con cui si registrano
alcune modalità di azione, per esempio
quelle di bullismo fisico e verbale, che
vedono i maschi maggiormente coinvolti
nel ruolo di persecutori.
Cosa hanno risposto i docenti alla
domanda (D6):
“Lei personalmente è pre-
occupato per questi comportamenti?”
. Il
93.6% è preoccupato, con lievi variazioni
tra le scuole, dall’ 80% di Claut al 100%
di Meduno. Alla domanda (D14): “
I suoi
studenti le hanno parlato espressamente
di prepotenze o violenze inflitte loro dai
compagni?”
, il 66.4% risponde ‘Si’, con
variazioni dal 41% di San Giorgio al 81%
di Travesio. Questa dichiarazione può
essere indicatore sia dell’esistenza del
fenomeno, sia della fiducia che i ragazzi
di 11, 12 o 13 anni, hanno nell’adulto,
nello specifico nel loro insegnante, tale
da riuscire a parlare della violenza subi-
ta. Possiamo ipotizzare che questi dati
sottostimino il fenomeno e che possano
esserci altre situazioni di cui il ragazzo
non parla, per vergogna, per timore, o
perché avvengono fuori dalla scuola.
Qual è, per gli insegnanti, la posizio-
ne dei colleghi nei confronti del pro-
blema (D7)? La modalità ‘confronto
con il Consiglio di classe’, inteso come
condivisione e ricerca di soluzioni per
la gestione del problema, pur con una
certa variabilità tra le scuole (Maniago,
27,3%; Claut, 56%; Meduno, 60%; Mon-
tereale, 60%; Sangiorgio, 77,1%; Trave-
sio, 70%; Vivaro, 51,1%) è quella in cui si
riscontrano le percentuali più elevate.