quaderniORIENTAMENTO_43 - page 43

42
ORIENTAMENTO E SCUOLA
tantiche possano durare diversi mesi, si
accorga che è giusto considerare anche
altre dimensioni, ad esempio la possibili-
tà di accedere all’università e gli sbocchi
lavorativi. A questo punto, è altamente
probabile che lo studente si limiti a cercare
queste informazioni solo sulle scuole che
sta considerando in quel momento, senza
tornare all’insieme iniziale di alternative e
cercare queste informazioni anche sulle
scuole non inizialmente considerate. Il ri-
schio è, nuovamente, di operare una scelta
in modo miope, che ignori le alternative
scartate sulla base dei primi attributi con-
siderati, alternative che invece potrebbero
essere preferibili.
Come mai c’è dunque questa tendenza
a focalizzarsi su alcune alternative e carat-
teristiche e a non indagare ulteriormente
altre possibilità? A causa delle caratteristi-
che del nostro sistema cognitivo (le nostre
capacità di attenzione, memoria e di ela-
borazione) possiamo processare soltanto
una quantità limitata di informazioni (si
veda a riguardo il concetto di razionalità
limitata, cfr. Simon, 1978). In molte delle
decisioni che dobbiamo affrontare nella
nostra vita, anche in quelle particolarmen-
te importanti come la scelta del percorso
scolastico, le informazioni che dovremmo
considerare e valutare per effettuare una
scelta che soddisfi i criteri normativi della
decisione sono inevitabilmente troppe, e
l’analisi completa di tutta l’informazione
disponibile è un ideale difficilmente rea-
lizzabile. Si pensi ad esempio alla grande
quantità di informazione che andrebbe
effettivamente valutata per effettuare la
scelta della scuola superiore a cui iscriversi:
il gran numero di istituti superiori presenti
(solo nella provincia di Trieste ci sono 11
scuole secondarie di secondo grado con
lingua di insegnamento italiana e 4 scuole
secondarie di secondo grado con lingua di
insegnamento slovena), i loro indirizzi e le
loro caratteristiche, come materie insegna-
te, possibilità lavorative offerte, orari ecc.
Per evitare un sovraccarico di informazioni,
che renderebbe il processo decisionale
inefficiente oltre che stressante (Galotti,
1999), è spesso necessario adottare delle
strategie più semplici per ridurre la com-
plessità della decisione. Queste strategie,
chiamate
euristiche
, non ci garantiscono
di arrivare alla soluzione migliore, ma ge-
neralmente ci permettono di giungere
a scelte che sono al tempo stesso suffi-
cienti e soddisfacenti (concetto espresso
dal neologismo inglese
satisficing
, Simon
1978; Kahneman & Tversky, 1972). L’effetto
di focalizzazione può essere dunque visto
come la conseguenza di una semplifica-
zione eccessiva del compito decisionale
(Del Missier, Ferrante & Costantini, 2007).
Focalizzarsi su un insieme molto ristretto di
alternative e di caratteristiche permette di
ridurre la complessità della decisione e di
affrontarla quindi con maggiore serenità,
ma espone al rischio di perdere informazio-
ni importanti e di sottovalutare aspetti che
magari si riveleranno critici a scelta ormai
fatta. Detto in altri termini, aumenta la pro-
babilità di prendere una cattiva decisione.
Nel caso della scelta scolastica, inoltre, è
ipotizzabile che l’effetto della focalizzazione
sia accompagnato da un altro fenomeno
che può portare a distorsioni nella scelta,
e cioè la tendenza alla conferma. Nel caso
dell’orientamento, infatti, ma anche in altri
tipi di scelte complesse, i decisori hanno
un ruolo attivo nella raccolta delle infor-
mazioni: buona parte dell’informazione
sulle scuole superiori e sulle loro caratte-
ristiche deve essere ricercata e acquisita
autonomamente dagli studenti, e anche
nelle attività strutturate di orientamento
sono gli stessi studenti a decidere quanta
attenzione prestare alle informazioni che
vengono fornite loro. La ricerca nell’am-
bito della psicologia del pensiero e delle
decisioni ha ampiamente mostrato che la
raccolta di informazioni non è un processo
asettico e imparziale di pura acquisizione
di nuove conoscenze, ma viene sistema-
ticamente influenzata dalle ipotesi iniziali
(Arcuri, 1994; Snyder & Swann, 1978). Le
aspettative, le prime impressioni e finan-
che i pregiudizi fungono da guida per la
raccolta delle informazioni successive: si
cerca selettivamente ciò che può confer-
mare le credenze iniziali, si attribuisce mag-
gior peso alle informazioni congruenti con
esse e si tende a evitare o a minimizzare
quelle che le falsificherebbero. La raccol-
ta attiva di informazioni, invece di essere
un efficace metodo di indagine, è quindi
1...,33,34,35,36,37,38,39,40,41,42 44,45,46,47,48,49,50,51,52,53,...118
Powered by FlippingBook