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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Abbiamo messo a punto una serie di
strumenti e metodiche di lavoro che
fanno riferimento alle oltre 250 pro-
poste di esplorazione operativa della
mostra GEI - Giochi Esperimenti Idee
e al contesto di educazione informa-
le che essa attiva (Michelini 1995;
Bosatta et al 1998). Tale mostra si
caratterizza, rispetto ad altre mostre
scientifiche e mostre hands-on, per
l’uso di oggetti comuni, della quoti-
dianità, finalizzati alla realizzazione
di semplici proposte sperimentali,
ciascuna delle quali, pur essendo
mirata su uno specifico obiettivo
cognitivo, viene offerta in modo
aperto, consentendone un uso e una
lettura differenziate.
Essa utilizza anche alcuni giochi per
realizzare il necessario raccordo tra
oggetti e saperi del quotidiano e
conoscenze scientifiche, senza porre
l’attenzione sul funzionamento dei
giochi come occasione per indivi-
duarne i principi fisici che lo regola-
no, che è lo scopo per esempio della
mostra Giocattoli e la Scienza realiz-
zata presso l’Università di Trento
(Zanetti 1993). Prevede il coinvolgi-
mento attivo degli utenti in veri e
propri esperimenti realizzati con
apparati di dimensioni limitate in cui
l’utente controlla l’intero processo in
osservazione e non solo una parte di
esso come negli esperimenti di
grandi dimensioni come quelli
dell’Esploratorium di S. Francisco
(Exploratorium 1987).
Nelle visite alla mostra GEI, libere o
guidate, si crea un ambiente che
favorisce la costruzione delle idee e
la loro prima formalizzazione, il
riconoscimento di comportamenti e
aspetti analogici, la costruzione di
associazioni di idee tra ambiti diver-
si. Nello stesso ambiente espositivo
ci si trova di fronte a più contesti
diversi: l’ottica viene presentata
insieme alla meccanica, l’elettroma-
gnetismo è accanto alla termologia.
Si stimola l’associazione analogica e
il trasferimento di idee da un conte-
sto all’altro. Si fa inoltre riconoscere
che parlare di fenomeni termici, di
fenomeni meccanici significa fare
delle scelte di modi diversi di guar-
dare agli stessi sistemi.
Nell’ambito di diversi progetti locali e
nazionali l’Unità di Ricerca in
Didattica della Fisica ha progettato i
“laboratori cognitivi”, che consistono
al tempo stesso di modalità di lavoro
con i bambini integrata con la visita
alla mostra GEI e di esplorazione e
studio delle loro idee e potenzialità
cognitive e di formalizzazione. In
questi laboratori, con materiali della
mostra GEI o materiali appositamente
approntati nello stile della mostra, si
creano dei contesti di tipo informale
in cui sviluppare il coinvolgimento
attivo dei bambini, il confronto reci-
proco, attivato dall’esperimento. Sono
stati offerti nel contesto delle manife-
stazioni organizzate con le scuole e
prioritariamente nelle Settimane della
Cultura che, oramai da 11 anni ven-
gono organizzate dall’Università di
Udine in collaborazione con enti e
scuole del territorio, coinvolgono ora-
mai oltre 10000 studenti l’anno. Da
quattro anni tali attività sono inqua-
drate nella Convenzione Quadro, che
ormai regolamenta tutti i rapporti tra
Università di Udine e scuole del terri-
torio.
I laboratori cognitivi hanno diverse
valenze, in quanto offrono un gua-
dagno per l’apprendimento dei bam-
bini, che sono coinvolti nell’esplora-
zione di nuovi ambiti fenomenologi-
ci e nella costruzione attiva e colla-
borativa del loro sapere; la formazio-
ne degli insegnanti, che hanno espe-
rienza di come si possono affrontare
con i bambini problematiche com-
plesse; la ricerca cognitiva, in quan-
to si possono studiare quali sono i
processi di ragionamento tipici dei
bambini.
QUESTE SONO LE PRINCIPALI
TIPOLOGIE DI LABORATORI
PROGETTATI
“Laboratorio cognitivo di esplorazio-
ne operativa” (CLOE). Con gruppi di
bambini, si discutono scenari quoti-
diani e proposte sperimentali
seguendo una traccia di percorso
didattico formulata come protocollo
di intervista; non è un percorso rigi-
do, ma una traccia di lavoro che
viene seguita in modo flessibile adat-
tandola ai percorsi suggeriti dai
bambini stessi. Si fanno emergere
quelli che sono i loro percorsi di
ragionamento, le loro reazioni alle
proposte operative che esplorano.
Ciascuna di tali proposte mira a un
singolo obiettivo cognitivo attivando
la sequenza di seguito esemplificata
in un caso specifico. Con due senso-
ri di temperatura si rileva la tempera-
tura di due masse d’acqua inizial-
mente a temperatura diversa. Si invi-
ta ad effettuare le previsioni sul pro-
cesso: “Si immerge il beker con l’ac-
qua calda nell’acqua fredda. Che
cosa succederà alla temperatura
delle due masse d’acqua?” I bambini
fanno e discutono le loro previsioni
e, successivamente, effettuano l’e-
sperimento mettendo alla prova le
proprie idee. Esplicitano il loro
apprendimento riepilogando in una
tabella a tre colonne: le azioni che
sono state effettuate, le osservazioni
di ciò che si è visto, le conclusioni
che sono state tratte. I bambini
acquisiscono autonomia nel passare
per gradi successivi da un primo
livello unicamente descrittivo, a
quelli esplicativi di ordine crescente
di: legame tra processo e sua rappre-
sentazione in termini delle grandez-
ze che lo descrive; descrizione del
processo per mezzo delle grandezze
che ne forniscono l’interpretazione
fisica.
“Laboratorio Contesti”.
Un’altra modalità di lavoro, realizza-
ta con il Laboratorio Contesti, è
quella di creare un quadro fenome-
nologico nel quale portare i bambini
ad affrontare un quesito problema,
come ad esempio: “Come fa a for-
marsi un’immagine in una lente
oppure in uno specchio?” Il contesto
di riferimento in questo caso è quel-
lo della propagazione della luce che
viene costruito a partire dal ricono-
scimento operativo del meccanismo
della visione, della propagazione
rettilinea della luce, ad esempio
nella formazione delle immagini
nella camera oscura, dei fenomeni
di riflessione e rifrazione esplorati
con fasci luminosi e con il metodo
della parallasse.
“Laboratorio mappe”.
In questo tipo di laboratorio i bambi-
ni esplorano le proposte operative
che riguardano un ben definito con-
testo concettuale, come ad esempio
l’equilibrio meccanico, l’equilibrio
termico, oppure il galleggiamento.
Al termine di questa prima fase, i
bambini in gruppo scelgono quali
sono le parole, i nomi delle “cose”,
che secondo loro sono risultati
importanti in questa attività. Le paro-
le vengono scritte su post-it. Esse
diventano i nodi della mappa che
viene costruita dai bambini prima
disponendo i post-it/parole sul foglio
e poi collegando con frecce i diversi