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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
28
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LE STELLE
VANNO A SCUOLA
PAOLO SANTIN
OSSERVATORIO ASTRONOMICO
DI TRIESTE
Io sono Paolo Santin dell’Osserva-
torio Astronomico di Trieste e sono
stato invitato a presentare il progetto
“Le Stelle vanno a Scuola” che è stato
creato e supportato direttamente
dall’Osservatorio per, come dice il
sottotitolo, l’insegnamento dell’Astro-
nomia e dei suoi metodi osservativi.
Perché questo progetto? Perché ci si
rende conto che l’Astronomia in
fondo è un po’ una Cenerentola, nel
campo scientifico delle nostre scuo-
le. Il suo contenuto curriculare è
estremamente ridotto ed anche piaz-
zato in contesti non coerenti con i
tempi moderni. È una parte ristretta,
in effetti, del corso di Scienze, men-
tre si sta lottando per far transitare
l’Astrofisica moderna come parte del
programma di Fisica. Quindi, quello
che i nostri ragazzi ricevono di astro-
nomia è, in effetti, veramente molto
limitato. Allora abbiamo cercato di
mettere in piedi questo progetto, da
una parte per presentare qualcosa di
più ai ragazzi per invogliarli poi a
continuare lo studio dell’Astronomia
e dall’altra per fornire anche ai
docenti uno strumento di laboratorio
che possa essere utile ad integrare il
loro insegnamento e abbiamo cerca-
to di mettere in piedi un laboratorio
interattivo e remoto a completa
disposizione della componente
didattica.
Di questo progetto vorrei presentare
sia la componente tecnologica che
l’aspetto metodologico.
Perché la componente tecnologica?
Perché l’Astrofisica, l’Astronomia
moderna, ha una componente tec-
nologica molto avanzata, è una gran
fruitrice di tecnologie avanzate.
Allora, nel presentare un qualcosa
agli studenti, abbiamo pensato che
era sbagliato rendere trasparente
questo aspetto, ma bisognava pre-
sentare loro qualcosa con un conte-
nuto tecnologico al loro livello, ma
che avesse senso e fosse coerente
con l’Astronomia moderna. Ab-
biamo cercato di rivoltare quello che
finora era il nostro modo di interagi-
re con le scuole, che consisteva fon-
damentalmente in una o più lezioni
a scuola, concordate con gli inse-
gnanti, e poi una visita all’Os-
servatorio in cui si mostrava loro il
telescopio, il radiotelescopio ecc. Il
tutto, tra lezione e visita, si trasfor-
mava in una grande gita scolastica, e
finiva lì.
Allora, responsabilizzando ulterior-
mente gli insegnanti, abbiamo pen-
sato di portare l’Astronomia diretta-
mente in classe, lasciando intatto il
rapporto fra docente e i ragazzi e for-
nendo un supporto aggiuntivo, ma
senza andar a sostituirci all’inse-
gnante; anche perché è l’insegnante
che conosce meglio la classe, cono-
scerà forse un po’ meno l’astrono-
mia, ma sicuramente conosce la
didattica meglio di noi e il rapporto
con i ragazzi ce l’ha in mano lui.
Abbiamo quindi proposto “osserva-
zioni remote” a scuola, ma osserva-
zioni reali e abbiamo messo in piedi
una configurazione strumentale
completamente, come dicevo, dedi-
cata alla didattica. Il collegamento in
rete fra le scuole oggi esiste, pratica-
mente tutte le scuole sono ben colle-
gate, ed e’ la scuola che si connette
con l’Osservatorio. All’Osservatorio
c’è un astronomo a disposizione in
video-conferenza per completare,
stimolare, suggerire, spiegare tutto
quello che serve.
Quello che presentiamo è una
replica di quello che poi in realtà,
chi andrà a fare Astronomia doma-
ni, si troverà effettivamente sulla
propria scrivania. Perché la configu-
razione strumentale che abbiamo
installato (telescopio, strumentazio-
ne, sala di controllo e sala osserva-
tiva) è quella che si incontra oggi ai
grossi telescopi, quando un astro-
nomo chiede tempo al telescopio e
va ad osservare.
Nessuno lascia più mettere le mani
agli astronomi sui telescopi. L’astro-
nomo deve stare nella sala osservati-
va; il telescopio viene controllato da
chi sa usarlo meglio e gli vengono
forniti i risultati. In modo simile,
forse ancora più coinvolgente,
l’Osservatorio fornisce il telescopio,
l’astronomo è in cupola e dalla
scuola, sotto la guida dell’astrono-
mo, i ragazzi possono interagire in
modo completo scegliendo il target,
l’oggetto da studiare, discutendo i
tempi di esposizione, eseguendo l’e-
sposizione stessa, ottenendo i risul-
tati che poi possono scaricare e tene-
re a disposizione della scuola.
La tecnologia, abbiamo detto, è pre-
sente in modo chiaro, cioè non è tra-
sparente; vogliamo che i ragazzi si
rendano conto che sotto c’è tecnolo-
gia, sotto c’è lavoro, che va usata
con tranquillità ma con criterio. E
quindi è accessibile e ai ragazzi
viene spiegata ogni volta anche la
configurazione tecnologica.
Alcune immagini, tanto per illustrare
il tutto. Questo è il telescopio (di 35
centimetri di diametro di specchio);
in realtà sullo stesso telescopio è
montato anche un secondo telesco-
pio più piccolo e specializzato che è
dedicato alle osservazioni solari.
Quindi possiamo osservare sia di
sera sia di giorno; osservazioni di
oggetti stellari, galattici e planetari di
1...,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29 31,32
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