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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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LO PSICOLOGO SCOLASTICO
NELLA PROMOZIONE DEL BENESSERE
LA PERCEZIONE DEI DIRIGENTI DELLA SCUOLA
Tiziana Magro, Patrizia Montanaro
’introduzione della figura dello
psicologo scolastico pare
essere ancora un tema di forte
interesse.
La ricerca è stata condotta su
un campione di 160 Dirigenti
Scolastici degli Istituti
Comprensivi di Veneto e
Puglia, con lo scopo di
indagare quale sia la loro
percezione sulla figura dello
psicologo scolastico
L
INTRODUZIONE
Il rapporto tra psicologia e scuola in
Italia è sempre stato complesso sia a
livello teorico, come è stato eviden-
ziato nella difficile interazione tra le
scienze psicologiche e quelle peda-
gogiche, sia a livello operativo e di
intervento nella scuola. È accaduto
pertanto che gli interventi si sono
rivolti quasi esclusivamente alla
risoluzione dei problemi del disagio
del singolo, spesso non inseriti in
una programmazione organica ma
rispondenti a necessità momentanee
che emergevano nel contesto scola-
stico. È invece venuta a mancare l’a-
zione dello psicologo nei riguardi di
aspetti che sembrano essere patri-
monio esclusivo degli insegnanti,
come ad esempio le modalità di
apprendimento, gli stili cognitivi, la
motivazione e l’interesse, i compor-
tamenti sociali dell’individuo, l’or-
ganizzazione della vita scolastica, i
rapporti fra gli insegnanti e la comu-
nicazione con i genitori.
Mentre in altri Paesi europei ed
extra-europei, da molti anni, il siste-
ma scolastico usufruisce di vari ser-
vizi per conseguire le proprie finali-
tà e i propri obiettivi, in Italia la
scuola si è dovuta far carico di
molte responsabilità, priva dell’ap-
porto di specialisti che, provenendo
da diverse professioni, possono
mettere a disposizione quelle cono-
scenze che la scuola stessa richiede.
Per quanto riguarda la figura dello
psicologo all’interno del sistema
scolastico italiano, nella scuola di
base è attualmente prevista la figu-
ra dell’operatore psicopedagogico
che deve necessariamente essere
un’insegnante di ruolo, mentre
nelle scuole superiori si è venuto a
formare un tipo di collaborazione
più completo in cui lo psicologo,
all’interno dei centri d’informazio-
ne e consulenza, non si occupa uni-
camente di problemi dovuti al disa-
gio ma anche di situazioni legate al
normale percorso evolutivo dei
ragazzi. Inoltre, nelle scuole del-
l’obbligo italiane opera anche lo
psicologo dell’ASL, generalmente
nell’ambito delle attività inerenti
alla diagnosi funzionale e alla certi-
ficazione di handicap psico-fisici.
Non c’é stato alcun tentativo di isti-
tuzionalizzare la figura dello psico-
logo scolastico fino alla metà degli
anni ’90, quando si è avvertita la
necessità di considerare in modo
più articolato e specifico l’opera
dello psicologo nella scuola, esigen-
za che ha avuto espressione nella
presentazione in Parlamento di
alcuni Disegni di Legge per l’istitu-
zione di un servizio di psicologia
scolastica [dal senatore Florino
(n° 1829 del 5/12/96), dai senatori
Scopelliti (n° 2888 del 18/11/97),
dai deputati Aprea e Russo (n° 4346
del 19/11/97), dalla senatrice
Salvato (n° 2967 del 18/12/97), dai
deputati Lenti e Brunetti (n° 4471
del 21/01/98), dai senatori De Luca
(n° 3345 del 11/06/98), dal senatore
Lo Curzio (n° 3620 del 4/11/98) e
dai senatori Monticone e Rescaglio
(n° 3866 del 8/3/99)]. Benché i
diversi D.d.L. nascano da bisogni
ed esigenze non sempre congruenti
tra loro, sono tutti accomunati dal-
l’idea che le competenze scientifi-
che e professionali dello psicologo
devono essere tenute in considera-
zione e rese operative all’interno
dell’ambiente scolastico. In genera-
le, i diversi disegni di legge hanno
privilegiato l’aspetto del disagio e
della
patologia
, piuttosto che quello
della
normalità
; sono numerosi,
infatti, i richiami alle norme riguar-
danti la lotta contro la droga o l’in-
serimento dei portatori di handi-
cap, mentre sono molto meno fre-
quenti i riferimenti a temi quali il
riconoscimento e la valutazione del
potenziale intellettivo dei ragazzi,
lo sviluppo delle loro abilità e la
dimensione educativa. Si osserva,
inoltre, che le proposte sembrano
non tenere in sufficiente considera-
zione il potenziale contributo dello
psicologo scolastico nell’ambito
della ricerca psicoeducativa, che
riveste una particolare rilevanza
per le sue implicazioni a livello di
aggiornamento e formazione degli
insegnanti.
Le motivazioni che supportano le
richieste dei parlamentari spaziano
dalla prevenzione degli abusi ses-
suali sui minori, alla promozione
del benessere e della salute psico-
fisico-sociale, dal sostegno e dalla
formazione della personalità del
minore alla consulenza agli istituti
scolastici. Nessuno di tali disegni di