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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola
remmo tutti d’accordo nel rite-
nerla rotonda. Questo è un fatto
oggettivo, e non un giudizio sog-
gettivo. E ancora, noi crediamo
che ci siano verità logiche, come
l’induzione e la deduzione, o le
verità della matematica, che tra-
scendano la storia e la cultura di
ciascuno. I teoremi di geometria
sono veri indipendentemente
dall’epoca o dalla cultura. Un’edu-
cazione efficace deve sostenere
questi ideali contro le mode, la
stupidità collettiva e il totalitari-
smo.
Ma consideriamo ora: quando
noi abbracciamo questi diversi
ideali nei nostri programmi d’in-
segnamento e nelle nostre prati-
che pedagogiche, iniziamo a trac-
ciare delle linee. Linee che sepa-
rano il buono dal cattivo. Dalla
parte buona stanno verità, ogget-
tività e ragione; dall’ altra parte
regna l’oscurità: pregiudizi, bu-
gie, incomprensioni, ideologia;
noi allestiamo i nostri programmi
così che possano celebrare ciò che
sta dalla parte buona. Non apria-
mo una discussione sul lato sba-
gliato, eccetto che per condannar-
lo come mito, modo sbagliato di
pensare, o immoralità. Qualora i
nostri studenti dovessero perder-
si nell’ oscurità, li correggerem-
mo velocemente. Se non sono
capaci di stabilire cosa stia dalla
parte giusta, noi ostacoliamo il
loro percorso nei nostri sistemi
educativi. Infatti, gli ideali che
alimentano il motore dell’inse-
gnamento/educazione non sono,
in ultima analisi, liberali, sosten-
gono piuttosto un particolare
stile di vita, e alimentano le bar-
riere di ignoranza e intolleranza
verso ciò che sta oltre.
CULTURE DELLA
VERITÀ
Termini come “verità”, “oggetti-
vità” e “razionalità” sono potenti
strumenti retorici. Agire rivendi-
cando tali valori significa assicu-
rarsi il predominio culturale. Ed
è proprio sulla base di rivendica-
zioni simili che hanno trovato
posto nella cultura occidentale
molte delle principali lotte per il
potere. Per esempio, con le loro
rivendicazioni di verità, oggetti-
vità e razionalità, le scienze han-
no minato sempre più l’autorità
della Chiesa nella società. É pro-
prio su questi fondamenti che
l’insegnamento pubblico nella
maggior parte dei paesi occiden-
tali è ora in gran parte secolare,
opposto, nell’orientamento, a
quello religioso. E’ vero che le
istituzioni religiose continuano
ad essere in vantaggio in termini
di autorità morale, ma, come
hanno ampiamente ribattuto i
laicisti, la moralità non ha fonda-
menti razionali ed è, in ultima
analisi, soggettiva.
Amolti lettori il corso della storia
nei secoli passati può sembrare
“semplicemente giusto”. Dopo
tutto, abbiamo dati osservabili a
supporto delle rivendicazioni di
verità, oggettività e razionalità.
Dichiarazioni sull’ anima o lo
spirito delle persone, o su cosa
sia moralmente corretto, non
sono provate da fatti. Sono mere
opinioni. Eppure, per alcuni let-
tori la questione diventa un po’
meno chiara se ci rivolgiamo alle
lotte per il potere nelle nostre isti-
tuzioni scolastiche. Anche qui
infatti troviamo che certi campi
di studio sono ritenuti meno
oggettivi e razionali che altri. La
fisica, la chimica e la matematica,
per esempio, vengono considera-
te di grande valore, mentre la
sociologia, la psicologia, o le
scienze dell’ educazione, vengo-
no spesso ritenute “sfocate”,
senza alcun fondamento empiri-
co o metodologicamente fragili.
Sovvenzioni del governo, posti
in facoltà, e nuovi edifici vanno
alle scienze naturali, mentre
diminuiscono le facoltà classiche,
Tiziano Turrin,
Natura morta
, olio su tela, 1938.