I dissesti franosi sono tra i fenomeni naturali più eclatanti e pericolosi. La Regione si occupa del censimento di questi fenomeni definendo le caratteristiche geometriche, classificando la pericolosità e studiandone l'evoluzione nel tempo.

I dissesti franosi sono una caratteristica comune a molti ambienti montuosi e collinari. Di fatto la cosiddetta frana non è altro che un “processo geomorfologico” e indica qualsiasi movimento di una massa di roccia, terra o detrito, lungo un versante, causato dalla forza di gravità. In tale categoria rientrano anche i fenomeni di sprofondamento, con la particolarità che possono svilupparsi anche in zone sub-pianeggianti.

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia si occupa del censimento di tutti questi fenomeni definendone le caratteristiche geometriche, classificandone la pericolosità e monitorandone l’e voluzione nel tempo. L’obiettivo ultimo è disegnare un quadro aggiornato della franosità del territorio, valutando le possibili tecniche di intervento, ai fini di una ponderata pianificazione territoriale. L’attuale banca dati è costituita da un Catasto Frane contenente circa 6500 fenomeni franosi e più di 3000 segnalazioni di eventi che hanno perlopiù un’importanza storica, in quanto comunque incluse nel Catasto stesso. Quest’ultimo contiene informazioni relative ai perimetri, alle codifiche ufficiali, alla pericolosità, agli elementi a rischio, alle opere di difesa e ai dati geomorfologici di dettaglio (fessure di trazione, coronamenti e massi). Tutte le informazioni sono state restituite su carta tecnica 1:5000.

A supporto di quanto rilevato, la banca dati è stata implementata anche con materiale iconografico, raccolto dal 2000 a oggi, che congiuntamente con le foto aeree storiche, le ortofoto e i dati laserscan di ultima generazione, hanno dato un supporto decisivo all’analisi evolutiva e all’attuale attività dei fenomeni stessi. Il risultato a oggi ottenuto è il frutto di una collaborazione sinergica tra le diverse strutture regionali competenti, nonché con l’Autorità di bacino Distrettuale delle Alpi Orientali e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale [ISPRA (ex APAT)].

Tale catasto è infatti legato ad attività a scala nazionale, quali i progetti di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) e all’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI). Nel prosieguo di tali attività la banca dati è stata omogeneizzata secondo gli standard nazionali ed è oggetto di continue verifiche di campagna, finalizzate alla dinamicità e all’aggiornamento delle informazioni, per una corretta valutazione del rischio e dei relativi vincoli previsti dalla normativa vigente.

Nell'ambito delle attività sui dissesti, la Regione si occupa del monitoraggio di alcune frane che insistono su centri abitati e/o viabilità strategica. Questi studi vengono eseguiti mediante tecnologie avanzate e innovative, che hanno l'obbiettivo di definire e quantificare i movimenti dei corpi franosi.

Il Servizio geologico della Direzione centrale ambiente ed energia ha concluso nel 2011 il Progetto europeo MASSMOVE. Il Progetto rientrava nel Programma INTERREG IV A Italia/Austria e ha affrontato la problematica del dissesto idrogeologico in area alpina. MASSMOVE è stato un Progetto transfrontaliero che ha visto coinvolte Carinzia, Friuli Venezia Giulia e Veneto.

Il Servizio geologico è stato impegnato nel Progetto europeo SedInOut facente parte della programmazione INTERREG V-A Italia-Austria 2014-2020 contribuendo allo sviluppo di una metodologia di gestione del rischio tramite la valutazione della disponibilità di sedimento al trasporto in massa in ambiente montano.

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