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ORIENTAMENTO
Quale futuro? Un aspetto positivo del
modo in cui le città che apprendono
possono influenzare il futuro dell’ap-
prendimento non formale è come pos-
sono collegarsi insieme per scambiarsi
esperienze e molto altro ancora. Un
esempio è il progetto PALLACE
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che
ha collegato città e regioni in quattro
continenti per esplorare come appren-
dono gli uni dagli altri. I risultati hanno
aperto uno stuzzicante scorcio verso un
mondo interattivo di apprendimento
non formale, molto diverso da quello di
oggi, in cui i collegamenti tra stakehol-
der hanno portato a:
• Scuola con scuola: per aprire le menti
e favorire la comprensione dei giovani.
• Università con Università: ricerca e
insegnamento comune per aiutare
le comunità a crescere.
• Scuole di formazione con scuole di
formazione: per consentire agli adulti
di interagire tra di loro.
• Azienda con azienda: per sviluppare
l’interscambio e il commercio.
• Ospedale con ospedale: per scambiar-
si conoscenze tecniche e personali.
• Persone con persone: per eliminare
gli stereotipi e creare una consape-
volezza in merito ad altre culture,
confessioni e costumi.
• Museo con museo, biblioteca con
biblioteca, amministrazione con am-
ministrazione.
Questi collegamenti possono toccare
sia il mondo sviluppato che quello in
via di sviluppo in modo che, ad esem-
pio, Brisbane, Seattle, Southampton,
Shanghai, Sao Paolo e Kabul formino un
gruppo di Learning Cities tra centinaia
di reti simili.
Potremmo immaginare che un deci-
mo dei soldi usati per sviluppare solu-
zioni militari potrebbe essere investito in
persone e strumenti per fare sì che più
di 100 di questi gruppi possano lavorare
in modo efficace. È molto improbabile,
che ciò si realizzi, ma se le reti fosse-
ro correttamente gestite potrebbero
essere considerate importanti risorse
aggiuntive. Non è questa una delle sfi-
de chiave per le Learning Cities? Non è
questo un nobile obiettivo? Sì, potrebbe
sembrare un’idea stupida e irrealistica
ma proviamo ad immaginare I possibili
vantaggi:
• Migliaia di persone e organizzazioni
che contribuiscono alla soluzione di
problemi sociali, culturali, ambientali,
politici ed economici in ogni rete.
• Un grosso passo in avanti nella
comprensione reciproca e una tra-
sformazione della mente attraverso
una maggiore comunicazione tra le
persone e le organizzazioni.
• Sviluppo economico, commerciale
e tecnico attraverso il contatto tra
imprese e industria.
• Interazione e coinvolgimento attivi
e un enorme aumento delle risorse
disponibili grazie alla mobilitazione di
talenti, abilità, esperienze e creatività
tra città e regioni.
• Meno rifugiati: i problemi di integra-
zione possono essere anticipati e
affrontati attraverso la cooperazione
tra le città.
• È sostenibile perché è molto più dif-
fusa. I governi e le ONG non sono più
gli unici promotori di aiuti per chi è in
fase di sviluppo. L’azione è ora condi-
visa con le città e, attraverso di esse,
con le persone.
• Le organizzazioni e le istituzioni della
città/regione assumono un respiro
internazionale.
• Infine tre grandi vantaggi: compren-
sione - comprensione - comprensione
che porta a soluzione - soluzione -
soluzione.
E così, ogni città o regione dovrebbe
avere e promuovere il proprio “statu-
to dei discenti”, una carta dei diritti dei
discenti della città o regione. Ne è un
esempio la figura 4.
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,...68
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