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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 51
faide e ai sentimenti della maggior
parte di noi.
Possono avere un’intelligenza pe-
netrante, dimostrare un buon giudizio
e impostare un esempio guida.
Eppure non per questo sono privi
di emozione o di umanità. I giudici
e i ministri del governo dovrebbero
essere uomini saggi, ma la maggior
parte non lo è.
Così come i vincitori del premio No-
bel. Possiamo trovare molti esempi di
persone sagge della storia, ma mol-
to pochi nel mondo di oggi. Nelson
Mandela, forse?
LO STATUTO DEL
DISCENTE
In Europa, la coscienza dell’impor-
tanza dell’apprendimento permanen-
te ha subito una grossa spinta nel
1996, anno designato dalla Commis-
sione Europea come “anno europeo
dell’apprendimento permanente”.
Con l’aiuto dell’Iniziativa Europea
per l’Apprendimento Permanente e
di altre organizzazioni in tutta Europa,
si sono tenute conferenze, simposi e
approfondimenti su ciò che si intende
per apprendimento permanente.
Molti paesi, dimenticando la parola
“permanente”, lo hanno interpretato
come “più educazione per gli adulti”,
aumentando il loro impegno per l’edu-
cazione delle persone oltre i 25 anni.
Per quanto questa fosse una risposta
necessaria, l’istruzione dei giovani con-
tinuava come prima.
Qualche Regione ha invece capito
che la parola “permanente” significa
“per tutta la vita”, dall’infanzia alla vec-
chiaia, e ha sviluppato diverse strate-
gie per garantire che i bambini in età
scolastica, per esempio, vengano già
preparati ad una vita di apprendimento,
appunto permanente.
Fino a questo momento l’appren-
dimento non era altro che istruzione
e formazione, dall’alto verso il basso,
basato sul programma del docente
e fornito a orari prestabiliti, in luoghi
prestabiliti e utilizzando metodologie
prestabilite.
Lo studente, a meno che non fos-
se altamente motivato, aveva poca
o nessuna titolarità nei confronti del
processo, del contenuto o della sede
dell’apprendimento. Il dibattito su co-
me rendere l’apprendimento più uma-
no, più interessante, più accessibile e
più adatto allo scopo in un mondo in
continua evoluzione è ancora in corso
in molti Paesi.
La figura 2 (vedi pagine 12 e 13) mo-
stra alcune differenze tra istruzione, for-
mazione e mondo dell’apprendimento.
Si può vedere che l’aspetto non for-
male dell’apprendimento è notevol-
mente aumentato di importanza in
quanto lo sviluppo di nuovi strumenti
e tecniche come E-portfolio, statuti
dei discenti, piani di apprendimento
personali, strumenti di mentoring,
cittadinanza attiva, audit, festival di
apprendimento ed e-learning hanno
trasformato il mondo dell’apprendi-
mento e dei discenti.
Gli enti di apprendimento hanno
iniziato anche ad abbracciare nuovi
approcci.
Più attenzione al discente come
cliente, al contributo delle comunità
locali, alle tecniche di apprendimento
collaborativo a livello locale, naziona-
le e internazionale, alle partnership,
ai programmi di consultazione, ecc.,
stanno cambiando le loro prospetti-
ve, stanno diventando vere “learning
organisation”.
Nonostante tutti questi sviluppi,
c’è ancora molto da fare.
L’ignoranza regna ancora in molte
parti del mondo e le forze dell’estre-
mismo stanno guadagnando terreno
in molti Paesi.
Non rientra nell’ambito di questo
articolo descrivere i molti aspetti
delle Learning Cities e Learning Re-
gions, tuttavia, la figura 3 racchiude
il concetto.