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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 44
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Alcuni elementi positivi sembrano es-
sersi trasferiti nella vita lavorativa, come
i docenti stessi avvertono:
“una certa ca-
pacità di staccarmi dalle situazioni relazio-
nali di emergenza, evitando di assorbire
immediatamente le conflittualità esterne”;
“alcune pratiche di meditazione (la mon-
tagna, la respirazione), la condivisione di
pensieri ed emozioni, la compassione…
pensandoci ora, mi pare di poter dire che
ho sedimentato un’esperienza significativa:
c’è diversità in me tra il prima del percorso e
il dopo”; “Il lavoro sulla respirazione, anche
nei momenti di maggiore affaticamento,
mi ricarica”; “La capacità di osservare dal
di fuori le situazioni difficili, di raggiunge-
re i miei obiettivi ma nello stesso tempo
essere disponibile ad ascoltare gli alunni
creando un clima collaborativo”; “Piccoli
accorgimenti che se utilizzati con metodo
possono diventare per me dei paracadute
sempre aperti”.
I commenti positivi emersi nel que-
stionario di verifica, la continuità nella
partecipazione nonostante i pressanti
impegni scolastici e familiari e, in par-
ticolare, la parentesi estiva che rappre-
sentava una temuta criticità all’interno
del percorso, costituiscono elementi di
giudizio favorevole della buona riusci-
ta dello stesso, di un sentito interesse e
della utilità recepita.
Giunti a conclusione del percorso gli
insegnanti hanno espresso il desiderio
di poter continuare l’esperienza, sottoli-
neando l’intensità e l’energia che avver-
tivano nel praticare insieme cosicché,
accogliendo tale richiesta, si è costituito
un piccolo gruppo di pratica e confronto.
Le mie riflessioni sulla conduzione di
questo percorso riguardano innanzitutto
la disponibilità e una crescente capacità
di affidarsi ai nuovi apprendimenti che
avvertivo nel gruppo, forse corrispon-
dente al bisogno che le persone hanno
di centrarsi nella calma e nella disten-
sione mentale.
Questo sentire positivo è molto inco-
raggiante, tenuto conto di quanto i do-
centi dicevano a riguardo della capacità
di stare nelle loro relazioni interpersonali
con, si potrebbe dire, una minor “fatica”
emotiva.
Sarebbe importante che la scuola pren-
desse in seria considerazione l’apporto
della mindfulness considerando anche i
costi economici ed organizzativi conte-
nuti che tale intervento richiederebbe.
A proposito anche delle indirette rica-
dute sugli allievi derivanti dalla formazio-
ne degli insegnanti, vorrei menzionare
come un buon esito l’iniziativa di una
docente che, dopo la partecipazione al
corso, ha nel tempo avviato una pratica
di mindfulness con i propri allievi, ge-
stendo alcune semplici ma interessanti
tecniche volte a migliorare il clima di
classe e la capacità di concentrazione
degli allievi nel lavoro in aula.
Seppure distante dalle caratteristi-
che che contraddistinguono il nostro
stile di vita frettoloso e superficiale nell’
estenuante ricerca di appagamenti, la
mindfulness può essere proprio per il
settore scolastico uno strumento educa-
tivo eccellente, a disposizione degli inse-
gnanti, per la propria centratura emotiva
e di pensiero e per favorire lo sviluppo
rispettoso dei nostri ragazzi.
Gabriella Alessandri
Centro di Orientamento Regionale
Udine
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