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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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sioni. A partire dalla metà del secolo
scorso, il focus dell’azione orientativa
è stato distribuito principalmente su
due filoni, uno di natura preventiva
ed educativa, con lo scopo di creare
conoscenze su di sé, sui propri inte-
ressi ed attitudini e informazioni sul
lavoro e le professioni, funzionali ad
un progressivo avvicinamentomirato
ad un mondo del lavoro preconosci-
bile. Il secondo filone, finalizzato nello
specifico allo sviluppo delle carriere
professionali, è basato sul matching
fra caratteristiche e competenze
possedute dalle persone e quelle
necessarie a ricoprire determinati
posti di lavoro entro organizzazioni
gerarchicamente costituite. Attual-
mente entrambi i modelli sembrano
rivelarsi non adeguati per sostenere i
progetti di vita delle persone, perché
frutto della precedente organizza-
zione sociale che permetteva di te-
ner ben separati gli ambiti e i ruoli
professionali da quelli privati. Oggi
infatti scelte, decisioni, esperienze,
in ambito scolastico o lavorativo, sia
ricercate che subite, sono soggette
a frequenti e talvolta massicce ride-
finizioni, che possono frantumare il
senso di identità personale, e le cui
conseguenze non riescono a rimanere
confinatema provocano un’onda lun-
ga, che sommuove l’identità persona-
le e l’intero sé, corporeo, mentale ed
emozionale. Bisogna allora entrare in
una prospettiva di vita con lavori che
cambiano, senza perdere il senso del
sé e della propria identità sociale. Ma
recuperare il significato del progetto
della propria vita richiede di sottrarsi
alla confusione e all’incertezza. Infatti,
la profonda revisione a cui sono oggi
soggette le organizzazioni
“fa vacillare
i giudizi sicuri su dove e quando ci si
deve aspettare cosa e sudove e quando
si deve concludere che le aspettative so-
no andate deluse”
(Bauman, 2008). Le
pressioni al coinvolgimento e alla de-
dizione e la scomparsa dei confini che
separavano spazi di vita autonomi,
posto di lavoro e casa, tempo ceduto
e tempo libero, lavoro e divertimento
spingono i lavoratori ad investire aree
e risorse sempre più vaste della loro
personalità. Per costruire durante la
crescita e mantenere o recuperare in
età adulta la propria identità, plasma-
ta prima dalle sollecitazioni e dalle
richieste familiari/sociali talvolta inco-
erenti eminacciata poi dalle continue
transizioni e dai traumi del lavoro, è
necessario fornire alle persone stru-
menti che consentano loro di cam-
biare punto di osservazione, così da
percepire inmaniera distinta non solo
quello che gli altri vogliono da loro,
ma anche quello che essi vogliono per
se stessi, talvolta al di là di aspettative,
adeguamenti, rinunce, abbandoni. Si
tratta quindi di aumentare la cono-
scenza e la consapevolezza di sé come
soggetti che possono e scelgono di
cambiare, per trovare sempre nuovi
punti di incontro fra le istanze, che
provengono dall’interno, e le oppor-
tunità e i vincoli, che caratterizzano i
contesti esterni.
Tra i molti snodi che intervengono
in questo processo, intendiamo farne
emergere alcuni, che, sebbene prove-
nienti da ambiti e da approcci teorici
diversi, possono aiutare a mettere a
fuoco alcuni principi per sostenere e
promuovere l’idea del cambiamento
e dell’integrazione evolutiva. Il pri-
mo, per il quale faremo riferimento
prioritariamente ai filoni cognitivo
e costruttivista dell’orientamento,
riguarda il modo in cui le persone,
nei loro ambienti e tramite le loro
esperienze reali, possono dare senso
alle vicende della vita. Il secondo, che
può trovare riscontro negli approcci
corporei e umanistici della psicologia
e nella neurofisiologia, affronta quegli
aspetti un po’ trascurati dell’unitarie-
tà psicofisica dell’uomo e di come sia
essenziale incrementare la quantità e
la qualità dell’energia a disposizione
della persona nella sua vita ordinaria.
Il terzo, prendendo spunto anche da
tradizionali e pragmatici modelli di
funzionamento dell’uomo, si foca-
lizza su come affrontare ogni aspetto
della vita individuale, sfruttando al
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