QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
39
87
gnano la costruzione della loro
identità personale e la loro moti-
vazione al lavoro ma contempo-
raneamente creare connessioni e
nuove possibilità di pensarsi den-
tro il contesto di inserimento ef-
fettivo, aiutando le persone a leg-
gerne gli aspetti meno conosciuti,
ad avere una mappa delle reti e
delle risorse organizzative, terri-
toriali, produttive, sociali (a volte
date per scontate e quindi bana-
lizzate o del tutto sconosciute), ad
acquisire delle strategie di ricerca,
accettando i vincoli realistici di un
mercato o di una realtà organizza-
tiva in riconversione, in cui impa-
rare a muoversi diversamente e da
conoscere meglio;
Complessivamente i target og-
getto delle attività di orientamento
svolto da Arsap partono, sovente,
da una situazione multiproblemati-
ca con vari elementi di criticità:
− riferiti al curriculum (curriculum
debole, basso livello di occupa-
bilità, aggiornamenti lontani nel
tempo, …);
− legati alla conciliazione (assun-
zione su di sé in toto o quasi della
cura di familiari e della casa, pro-
blemi legati alla mobilità, …);
legati alla sfera economica (esigen-
za immediata di reddito, difficol-
tà di accesso al credito, indebita-
mento, scarsa familiarità con la
gestione delle risorse economi-
che, …);
− legati alla sfera personale (bassa
autostima e scarsa consapevo-
lezza delle proprie potenzialità) e
familiare (relazioni difficili con l’ex
coniuge/compagno, mancanza
di reti familiari di appoggio, …);
− legati all’età che rende maggior-
mente difficile l’inserimento la-
vorativo: per la maggior parte di
esse non è possibile attivare un
contratto di apprendistato.
Pertanto, gli obiettivi che ven-
gono perseguiti nei percorsi di
orientamento sono molteplici:
− innalzare il livello di occupabilità
delle donne che hanno richiesto
il servizio di orientamento, ridu-
cendo lo scarto tra le competen-
ze richieste dal mercato e quelle
in loro possesso;
− migliorare la loro capacità di con-
ciliare tempi di famiglia e tempi
di lavoro da un lato acquisendo
abilità ed individuando strumen-
ti e servizi per organizzare la cura
della famiglia e la gestione del-
la casa dall’altro lavorando per
l’emersione di quegli stereotipi
legati ai ruoli maschile/femminile
che impediscono una condivisio-
ne dei compiti;
− migliorare le loro capacità di ge-
stione delle risorse economiche e
la capacità di accesso alle risorse
presenti sul territorio;
− aumentarne l’autostima e il gra-
do di consapevolezza rispetto
alle proprie potenzialità;
− far acquisire alle beneficiarie di-
rette del progetto (partecipanti)
la consapevolezza di essere sog-
getti di diritto, e quindi la cono-
scenza di tali diritti e la capacità
di esercitarli.
In un’ottica di empowerment si
cerca di sviluppare nelle donne una
capacità di scelta che non può esse-
re asessuata, ma che viene raggiun-
ta attraverso percorsi di conoscenza
di sé come donna e di riconosci-
mento di genere finalizzati alla con-
sapevolezza del proprio ruolo socia-
le e alla possibilità di “giocarsi”oltre
gli stereotipi radicati in sé e nella
società.
Normalmente il percorso di orien-
tamento, svolto secondo la meto-
dologia Retravailler prevede: