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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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ve perdono d’importanza nella capacità di
conferire uno
status
sociale, a causa della
svalutazione dei titoli di studio sul mercato
del lavoro e della colonizzazione dell’imma-
ginario collettivo ad opera della cultura di
massa, che ha prodotto una progressiva so-
stituzione dell’etica del lavoro con l’estetica
del consumo, determinando una forte per-
dita di attrattiva per i ragazzi dell’istituzione
atta a rilasciarli.
D’altro canto, l’esperienza scolastica oc-
cupando gran parte del tempo degli adole-
scenti rappresenta un momento importan-
te nella loro vita. Le interazioni prolungate
che si determinano all’interno si rivelano
essenziali alla strutturazione dell’immagine
di sé dei ragazzi, infatti, è in questo perio-
do evolutivo che l’adolescente acquisisce
la consapevolezza delle proprie capacità
come dei propri limiti, il cui diverso fron-
teggiamento può alterare il suo sentimen-
to di autoefficacia. Da ciò si deduce l’impor-
tanza, affinché la scuola possa mantenere
una certa seduttività nei confronti dei suoi
utenti, di riconoscere il rilievo della com-
ponente emotivo-affettiva insita nei pro-
cessi di insegnamento e apprendimento,
che comporti il reale mettersi in gioco di
entrambi gli attori coinvolti nella relazione
pedagogica, insegnanti compresi, i quali
debbono essere disposti ad abbandonare
il ruolo rassicurante di depositari del sape-
re, a favore di metodologie didattiche che
prevedano un attivo coinvolgimento degli
alunni e una definitiva messa da parte di
modalità di ragionamento stereotipate e
troppe spesso intrise di senso comune, pur-
troppo non solo in riferimento alle temati-
che connesse all’identità sessuale.
Il testo di Federico Batini propone un’ana-
lisi di alcune manifestazioni patologiche
endemiche al sistema scolastico italiano. Il
nocciolo duro intorno a cui ruota l’intero
impianto del volume riguarda la necessità
di valorizzazione le differenze e le specifi-
cità di ciascun alunno, a partire da quelle
che consentano un libero dispiegamento
della propria identità sessuale, superando
la categorica divisione duale di genere.
Spostando il fuoco dell’attenzione dal tema
centrale del testo e allargando progressiva-
mente la visione a tutto campo ne emerge
un’aspra critica al sistema di formazione del
corpo docente, nonché ad alcune derive
verso cui protende il contesto scolastico
più in generale. Ciò che si richiede alla scuo-
la del domani è di sviluppare negli studenti
quelle abilità che consentono una migliore
conoscenza di se stessi e un maggiore au-
togoverno delle proprie facoltà cognitive
ma anche emotive, al fine di promuovere
l’
empowerment
dei giovani, oltre che attra-
verso la trasmissione delle conoscenze di
base, anche attraverso lo sviluppo di quelle
abilità “chiave” volte a potenziare le facoltà
autoriflessive e critiche dei soggetti, che
permettano lo sviluppo di persone autono-
me e capaci di autodeterminarsi.
L’intenzione ultima dell’autore con que-
sto libro è di tracciare delle traiettorie
orientative verso cui incanalare future e
più approfondite riflessioni circa una peda-
gogia dell’identità sessuale, a partire dalla
rilettura del sistema di istruzione e forma-
zione. Ciò denota una certa vocazione poli-
tica, oltre che scientifica del volume, in cui
viene sottolineato il fattivo contributo che
la ricerca educativa può fornire al mante-
nimento dell’attenzione e di stimolo alla ri-
flessione circa alcune importanti tematiche
di cittadinanza, come quello dell’omofobia
che stenta a trovare uno spazio adeguato
nell’agenda politica, come nel dibattito
pubblico, se non in occorrenza di qualche
evento che la riporti alla ribalta delle cro-
nache.
Educare alla diversità in buona sostanza
significa proprio questo, dare la possibilità
a tutti i ragazzi di riconoscersi liberamente
in ciò in cui si rispecchiano maggiormente,
imparando a riconoscere e rispettare la di-
versità altrui come valore aggiunto, attra-
verso il superamento di categorie precon-
fezionate e stereotipate. Attribuire ai sog-
getti la libertà di poter esprimere al meglio
la propria identità sessuale vuol dire anche
superare, da parte delle principali agenzie
di socializzazione, quei meccanismi disci-
plinari atti al controllo invisibile della vita
degli individui, utili al mantenimento e alla
riproduzione meccanica dell’ordine sociale.
Marianna Santarsiero
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