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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
apprendimenti Ocse-Pisa del 2012, che
evidenzia come a quindici anni l’eccel-
lenza in matematica è maschile.
In particolare in Italia la media in ma-
tematica dei ragazzi italiani (pari a 494) è
statisticamente superiore a quella delle
ragazze (pari a 476) di 18 punti (la media
Ocse è tarata sui 500 punti)
3
.
La migliore performance maschile, in
realtà, è un dato non solo italiano: il gap
a favore dei ragazzi sembra conferma-
to, in generale, in tutti i paesi coinvolti
nell’indagine, ad eccezione di Svezia,
Finlandia e Islanda, Paesi in cui le diffe-
renze sono invertite o non significative.
Particolarmente interessante è osser-
vare il fatto che il Friuli Venezia Giulia ri-
entra nel gruppo di regioni con migliori
punteggi (insieme con Lombardia, Pie-
monte, Veneto, e Bolzano), ma proprio
in queste aree il gender gap si amplia
ulteriormente, superando i 20 punti.
Anche il rapporto Invalsi 2013/2014
conferma questo
gender gap
in mate-
matica: se infatti rispetto al punteggio
medio conseguito in seconda superiore,
sulla scala fissata a un punteggio pari a
200, i maschi raggiungono i 203 punti,
le femmine si fermano a 196 punti: al di
sotto del valore medio e a.7 punti dal
valore dei coetanei. Un gap che si allarga
parallelamente al crescere dell’età. Se-
condo il rapporto Invalsi, la differenza
è più contenuta prima dei 12 anni (5-6
punti).
È evidente che, partendo da queste
premesse, sarà difficile spingere le gio-
vani a intraprendere“percorsi STEM”, ma
d’altra parte appare urgente e importan-
te intervenire individuando le cause di
questo divario e le possibili soluzioni da
mettere in campo, considerato che gli
effetti avranno un impatto su tutto l’arco
della vita. Lo stereotipo delle “ragazze
meno portate” per la matematica può
avere un impatto negativo su fattori
quali: maggiore ansia per la matematica,
minore auto consapevolezza e fiducia
nelle proprie capacità, inoltre tali perfor-
mance spingeranno le femmine a verso
indirizzi di studio in cui la matematica è
meno presente, scelta spesso suppor-
tata dalle famiglie e, si può ipotizzare,
anche dagli insegnanti.
È POSSIBILE
SUPERARE GLI
STEREOTIPI?
Per rendere anche le ragazze prota-
goniste della crescita intelligente e dello
sviluppo e innovazione cui tende l’Eu-
ropa, è necessario dunque riconosce-
re le diversità di genere nell’approccio
alle materie scientifiche e coinvolgere
nel cambiamento i molteplici fattori e
attori che intervengono a determinare
le scelte scolastiche e universitarie di
ragazze e dei ragazzi. Si possono tutta-
via riconoscere due livelli su cui agire:
- “a monte”, ovvero nella fase in cui si
va costruendo l’identità di genere, e
dunque un ruolo chiave è svolto dal
contesto familiare, dalla scuola e dal
sistema di orientamento.
- “a valle”, ovvero nel mercato del la-
voro, e in tal caso particolarmente
importante è agire per un cambia-
mento culturale tra imprese, agenzie
formative e parti sociali, che possono
contribuire a rompere certi stereotipi
presenti nel mondo del lavoro.
Se, dunque, si ritiene fondamentale
che anche le ragazze possano contribu-
ire a costruire una società intelligente,
sostenibile ed inclusiva, appare quanto
mai strategico e urgente intervenire con
iniziative in grado di agire nel medio-
lungo periodo, al fine di riequilibrare
la presenza di genere nei percorsi di
studio “STEM”, agendo parallelamente
sia “a monte”, sia “a valle”.
Uno degli stereotipi su cui agire è si-
curamente quello secondo cui le donne
sono meno“adatte”a seguire percorsi e
carriere tecnico-tecnologiche e scienti-
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