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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
negativi sulla salute è necessario pren-
dere in seria considerazione l’esigenza
di introdurre forme di regolamentazio-
ne e di tutela dell’integrità sociale più
stringenti. Per questo motivo nel pa-
norama nazionale è stato emanato nel
2012 il“
Decreto Balduzzi
”n. 189, istituito
l’Osservatorio Nazionale e creato il pro-
getto GAP; parallelamente, in regione
Friuli Venezia Giulia è stato emanato
il Piano Regionale per le Dipendenze
per gli anni 2012-15, e la L.R. n. 1 del 14
Febbraio 2014 con le diposizioni per la
prevenzione, il trattamento e il contrasto
alla dipendenza da gioco d’azzardo; con
la D.D.C. n. 584 è stato istituito il tavolo
tecnico regionale sul Gioco D’Azzardo
Patologico; infine, la delibera della Giun-
ta regionale 5 dicembre 2014, n. 2332
ha introdotto importanti innovazioni
determinando, ad esempio, la distanza
dai luoghi sensibili per la nuova collo-
cazione di apparecchi elettronici per
il gioco.
È inoltre importante ricordare che
i programmi di prevenzione selettiva
della dipendenza da gioco d’azzardo
tra i giovani sono stati realizzati in mo-
do disomogeneo e che spesso hanno
cercato di sensibilizzare essenzialmente
la popolazione di studenti dell’ultimo
anno della scuola media inferiore e della
scuola superiore mentre sarebbe utile
iniziare l’educazione su questo tema fin
dalla scuola primaria.
Per mettere in atto una prevenzione
efficace sul fenomeno del gioco d’azzar-
do è necessario coinvolgere tutti i siste-
mi in cui l’individuo cresce e si sviluppa
(Bronfenbrenner, 1986): la scuola quindi,
ad iniziare da quella primaria, diviene il
luogo privilegiato per effettuarla e per
stimolare riflessioni a livello personale,
familiare ed istituzionale
A questo proposito risulta interessan-
te esporre l’esperienza-progetto per la
prevenzione al gioco d’azzardo attivata
presso cinque classi quinte di una scuola
primaria della provincia di Reggio Emilia
(per un totale di 123 alunni), pensata
per un intervento “multi-level respon-
ses”, sulla base dalle premesse teoriche
sopra esposte.
A livello generale il progetto “Non
costa nulla mettersi in gioco”, inserito
all’interno del curricolo atto a promuo-
vere la salute e la prevenzione del disa-
gio, è nato con lo scopo di valorizzare
le potenzialità formative e preventive
di tutti gli ambiti disciplinari, in funzio-
ne della promozione dei bisogni/valori
dell’identità personale, della solidarietà
e della prevenzione delle varie forme di
malattia e dipendenza.
Il progetto si è sviluppato nel corso
dell’intero anno scolastico ed è stato
strutturato in 10 Unità Didattiche (U.D.),
intese come “tracce di lavoro” flessibili
ed adattabili alla situazione della classe.
Partendo dall’analisi delle funzioni del
gioco (esplorativa, costruttiva, comuni-
cativo-relazionale e creativa), attraverso
una programmazione per competenze
sono state sviluppate le aree che riguar-
dano il rapporto tra gioco e comunica-
zione (anche quelle dei media e quella
del Web), quello tra gioco e la salute e
quello tra gioco e rischio (dipendenza
e conseguenze per la salute); una parte
delle attività ha visto il contributo scien-
tifico di uno psicologo.
Il quadro di riferimento teorico rispet-
to alla relazione si è ispirato a quello del-
la psicologia umanistica di Carl Rogers e
di Gordon, e rispetto alla comunicazione
a quanto proposto dal gruppo diWatzla-
wick e Beavin. I percorsi didattici attivati
hanno utilizzato diverse metodologie:
lezioni fontali, l’orientamento coope-
rativo del
Learning Together
(Johnson,
Johnson, 1996), l’utilizzo della didattica
laboratoriale (teatro dei burattini e tea-
tro delle ombre).
“
Non costa nulla mettersi in gioco
” si
è sviluppato secondo le seguenti fasi:
l
Il primo passo ha visto la presen-
tazione del progetto da parte degli
insegnanti e dello psicologo ai ge-
nitori degli alunni delle classi inte-
ressati; dagli alunni, prima di pre-
sentare a grandi linee lo scopo del