In ogni tipo di contratto di lavoro (anche quello che riguarda i disabili) le parti possono
decidere di fare un iniziale periodo di prova prima di rendere definitivo il rapporto. In questo
modo il datore di lavoro può verificare se il lavoratore corrisponde effettivamente alle esigenze
dell'azienda e il dipendente può valutare se l'attività e l'ambiente lavorativo sono di suo
gradimento.
Durante la prova sia il datore che il lavoratore esercitano gli stessi diritti (ad es. la
retribuzione) e gli stessi doveri (ad es. nello svolgimento dell'attività) di un rapporto
definitivo. L'unica particolarità è che, in questo periodo, ognuna delle parti può decidere di
interrompere il rapporto senza dover fornire all'altra un termine di preavviso e senza particolari
motivazioni (che sono, invece, richieste normalmente per il licenziamento). Il patto relativo al
periodo di prova, per essere valido, deve essere scritto e sottoscritto prima o insieme al
contratto di lavoro: se il datore te lo fa firmare dopo che hai iniziato a lavorare, non è valido e
il tuo rapporto risulterà già definitivo.
La durata massima del periodo di prova è indicata nel
Contratto
Collettivo che si applica al tuo rapporto di lavoro e comunque non può essere superiore ai
sei mesi (tre mesi per gli impiegati che non hanno funzioni direttive). Conclusa e superata la
prova, l'assunzione è definitiva. Ricorda che, anche se in via generale il datore di lavoro non è
obbligato a fornire una specifica motivazione per sciogliere il rapporto alla fine della prova,
questo non vuol dire che la sua scelta possa essere completamente arbitraria. Se, in realtà, non ti
hanno permesso di svolgere effettivamente la prova o se puoi dimostrare che essa è andata a buon
fine (ad esempio perché ricevevi complimenti per il tuo lavoro e non ci sono stati problemi durante
l'attività), potrai chiedere l'annullamento della decisione del datore.