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ORIENTAMENTO FORMAZIONE E LAVORO
gli accompagnamenti favorendo lo svi-
luppo di competenze lavorative e socio
relazionali.
SVANTAGGIO LIEVE E
OCCUPABILITÀ
L’accompagnamento di persone in
situazione di
svantaggio lieve
, tenuto
conto delle esperienze, abilità e com-
petenze acquisite nel pregresso lavo-
rativo o nel percorso di accompagna-
mento formativo offerto dai Servizi,
indica statisticamente una maggiore
facilità all’accesso ad occupazione pro-
tetta (cooperative o contesti fidelizzati
dai servizi territoriali). La compatibilità
ad occupazione non protetta – con
l’età favorevole – può essere maggio-
re qualora la persona abbia maturato
competenze di lavoro specializzato
certificabili dai Centri per l’Impiego.
Difficile il reingresso nel MdL (compre-
sa la cooperazione sociale) per gli over
50 con bassa istruzione/formazione.
PROSPETTIVE TRASFORMATIVE
PER PERSONE E SERVIZI
Riteniamo che il Servizio Sociale
debba occuparsi delle possibilità di
restituire alle persone accompagnate
le competenze per affermarsi e rag-
giungere obiettivi vitali. Sono compiti
centrali di un servizio sociale l’analisi
dei bisogni e la formulazione di una
offerta progettuale condivisa con gli
interessati, coerente con tale analisi.
È altrettanto importante che le pro-
gettualità si fondino su presupposti di
sostenibilità e conseguenti potenziali
di efficacia degli interventi correlati.
Questo vale anche per un servizio,
interno alle politiche sociali comunali,
che si occupa di sostegno e accom-
pagnamento di persone portatrici
di bisogni e problematiche nell’area
formativo lavorativa
7
. Perché tale pro-
cesso virtuoso sia solido e quanto più
possibile al riparo da dolorosi fallimen-
ti per l’utenza, risulta indispensabile
consolidare e aggiornare con conti-
nuità le prassi valutative.
Conoscere e condividere con le per-
sone interessate la reale natura dei
bisogni; approfondire l’analisi dei nodi
problematici ambientali e individuali;
farne emergere le risorse, i potenziali
e i limiti, sono passaggi fondamentali
per dare risposte progettuali credibili,
convintamene condivisibili e foriere di
un cambiamento anche trasformativo.
La prospettiva trasformativa non mira
tanto a mutare lo stato contingente di
disoccupazione quanto a intervenire
sulle dotazioni personali e professio-
nali funzionali ad affrontare, in un’ot-
tica di affrancamento dalle necessità
di assistenza, la complessità delle sfide
esistenziali maturando diverse e più
funzionali “prospettive di significato”
8
.
A chiusura di questa trattazione ci
pare necessario soffermarci breve-
mente sul ‘fattore professionale’ che
forse, in una congiuntura generale
di risorse limitate, potrebbe essere
considerato aspetto demandabile al
futuro ed invece, per quanto riguarda
le pratiche professionali che cercano
l’innovazione ed il superamento di
barriere, anche culturali, che ostacola-
no il raccordo tra mondi diversi (sociali
produttivi) è aspetto ineludibile. Non
è possibile raggiungere cambiamenti
significativi senza disporre di metodi-
che e pratiche che contemplino
inter-
venti interprofessionali
in continuità
operativa non solo tra servizi diversi
ma entro la quotidianità operativa di
una singola organizzazione. Compo-
nente fondamentale di successo delle
progettazioni giunte ad occupabilità
è risultata, in base alla esperienza del
nostro Ambito, la convergenza di due
culture intrecciate nell’operatività ma
distinte, più di quanto appaia ad un
primo sguardo, nelle matrici di rife-
rimento: l’educativa professionale e
l’assistenza sociale. L’epistemologia
che conduce l’intervento degli assi-
stenti sociali si differenzia da quella
che guida e sostiene gli educatori
professionali ma i ‘territori del con-
fronto’, nell’esperienza di quasi 15 anni