QUADERNO 47 - page 9

Paesaggio primaverile
, dat. 1919,
olio su compensato.
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e di luoghi incontaminati. Anche nel ca-
talogo della mostra “Montagne di luce.
L’opera di Marco Davanzo”, tenutasi a Tol-
mezzo nell’estate 2015, si fa riferimento
alla corrispondenza che intercorse tra il
pittore gemonese e Davanzo che viveva
stabilmente ad Ampezzo.
Nel corso dei mesi invernali (1920-
1921, 1921-22) Barazzutti raggiunse Pellis
che soggiornava a Sauris ed eseguì boz-
zetti e quadri con scorci di paesaggio
innevato adottando tecniche divisioniste
affini alle opere di Giovanni Segantini.
Esemplare a questo proposito la tela in-
titolata “Vecchia e bambina” (1921 ca.)
e altre tavolette rese attraverso un ac-
centuato puntinismo oppure filamenti
di colore puro.
“Motivo di Sauris”è una tela importante
realizzata nel 1922 per la partecipazione
alla Biennale di Venezia di quell’anno (ac-
colta e numerata, inspiegabilmente non
comparve nel catalogo) in cui inqua-
dra, con taglio fotografico, una via del
paese su cui affacciano case rustiche in
ombra, mentre altre in piena luce sullo
sfondo appaiono colorate di gialli, azzurri
e arancione.
Ispirato dai luoghi, Barazzutti dipinse
bozzetti, deliziose tavolette ad olio, su
cartone o compensato, per lo più di pic-
cole dimensioni, di cui oggi si apprezza il
fantasioso colorismo e la rielaborazione
di spunti tratti da diverse tendenze artisti-
che. Immediate, dettate dal desiderio di
trasferire in pittura le atmosfere e i giochi
chiaroscurali, i bozzetti rimandano in po-
chi casi a un’opera finita, ma sembrano
piuttosto rispondere solo al ritmo veloce
e sicuro della pennellata. Il bianco della
neve diventa pretesto per mescolanze di
colori, per dare spessore e movimento
alla superficie dipinta. L’artista è attratto
anche dalle tonalità dell’alba e del tra-
monto rese con inusuali accostamenti
dal blu al viola al verde chiaro.
Nel 1927 salì a Forni di Sotto dove sog-
giornava Pellis e più volte, probabilmente
non nella stagione invernale, in Val Resia
alla riscoperta dei luoghi più appartati e
dei paesaggi più suggestivi.
A Forni e Sauris fu attratto dalle fac-
ciate delle case con i ballatoi in legno i
cui motivi ad intaglio furono rilevati at-
traverso schizzi e disegni dal vero che
ancora si conservano. Un interesse che
può essere motivato dall’incarico, svol-
to dai primi anni Venti al febbraio 1928,
di direttore artistico del Mobilificio Fan-
toni di Gemona dove attuò il recupero
del mobile rustico friulano ispirandosi ai
principi dell’Art Déco.
Sui fogli di carta sono tracciati a matita
forme e motivi con annotazioni relative
alla località e alla datazione dei manu-
fatti sulla base dei motivi stilistici (alcuni
attribuiti al XVIII, altri al XIX secolo). L’in-
cendio di Vico di Forni di Sotto durante la
seconda guerramondiale e le distruzioni
delle case rustiche in tempi più recenti,
in nome della modernità, fanno si che i
disegni costituiscano una testimonianza
importante di particolari decorativi e di
tipologie costruttive.
Franca Merluzzi
Coordinatore dell’Istituto regionale per
il patrimonio culturale del Friuli Venezia
Giulia
Si ringraziano i collezionisti per aver concesso la riproduzione delle opere
GIUSEPPE BARAZZUTTI
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