QUADERNO 47 - page 8

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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 47
da Comini a dipingere nella rinomata
stazione termale di Badgastein e nel
Salisburghese. Giuseppe crebbe in que-
sto ambiente di artigiani e di pittori“mi-
granti”, ma la sua formazione gli consentì
di raggiungere esiti superiori a quelli
dei suoi concittadini. Dal 1907 al 1911
frequentò l’Accademia di Belle Arti di
Venezia e perfezionò la sua preparazio-
ne a Roma dove mantenne contatti il
cugino monsignor Pio Paschini, storico
e in quel periodo docente in Vaticano.
Dopo la morte del padre (1918) con-
tinuò l’attività di frescante e dipinse nu-
merosi cicli in chiese friulane, anche di
notevole impegno per vastità e soggetti
rappresentati. Visse a Gemona alternan-
do soggiorni in varie località della re-
gione e con la prospettiva - attraverso
il gemonese Gino Peressutti progettista
di Cinecittà - di un lavoro di scenografo
nella capitale. Morì nel novembre 1940
a causa della malaria contratta durante
la guerra in Albania.
LA RACCOLTA DEL
PITTORE: DIPINTI E
DISEGNI
Fino alla mostra allestita nel Centro
etnografico di Sauris di Sopra, Giuseppe
Barazzutti era noto per lo più in ambito
ecclesiastico come pittore di affreschi.
L’esposizione documentò i vari settori
in cui egli mise a frutto le sue capacità
ma fu anche l’occasione per presentare
un inedito e interessante compendio di
opere pittoriche.
Fino ad allora si era quasi persamemo-
ria di Barazzutti pittore di paesaggio: forse
per il suo carattere schivo, poco incline
alla promozione della sua attività, le ope-
re di cavalletto non entrarono a far parte,
salvo pochi casi, di collezioni pubbliche o
private. Sono rimaste invendute nel suo
studio gemonese e la raccolta, assieme
a disegni su carta, sopravvissuta al se-
condo conflittomondiale e al terremoto
del 1976 grazie alla cura dei famigliari, è
pervenuta quasi del tutto integra.
Parte dei dipinti pubblicati in questa
rivista non sono stati finora riprodotti
in cataloghi ma solo on line, grazie al
progetto di catalogazione, attraverso il
Sistema informativo regionale del patri-
monio culturale (
).
Alcune vedute prendono a soggetto il
paesaggio di Gemona e dei paesi vicini:
le dolci colline di Artegna, la piana del
Tagliamento e soprattutto gli scorci con
lemontagne e il colle del Castello gemo-
nese, rappresentate in varie condizioni di
luce; a volte il disegno non esiste più e
prevale la semplificazione della forma a
favore del colore. Nella tavoletta di pagi-
na 80, solo chi conosce davvero i punti di
vista delle località gemonesi intuisce una
veduta di neve in direzione della piana
di Osoppo: la stesura della pennellata è
sciolta e rapida, gioca con spessori e tinte
bellissime sconfinando nell’informale.
Numerose sono anche le opere che
prendono a soggetto Sauris e la valle
del Lumiei, ma anche Forni di Sotto e
la Val Resia, con cime di monti, distese
innevate, prati alpini fioriti, case tipiche,
figure in abbigliamento tradizionale.
La mostra di Sauris ha offerto ai visita-
tori la possibilità di scoprire un artista po-
co noto e di apprezzarne le opere proprio
dove egli le aveva dipinte, di riconoscere
spesso nell’ambiente circostante le in-
quadrature adottate dal pittore.
I PAESAGGI INNEVATI,
I MOTIVI INTAGLIATI
Barazzutti fu amico dei pittori Gio-
vanni Napoleone Pellis (1888-1962) e
di Marco Davanzo (1872-1955). Dai car-
teggi risulta che Pellis invitava spesso
Barazzutti a raggiungerlo per dipingere
assieme, all’aperto e a diretto contat-
to con la natura, nelle varie località di
montagna in cui si ritirava alla ricerca
dell’ispirazione creativa, di nuovi soggetti
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