QUADERNO 47 - page 64

Tabella 3: Work Ethics Scale
(Miller et altri, 2001)
(*) Nota: La traduzione è indicativa
63
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 47
Infine, anche il
Work Ethics Scale
di Miller et altri (2001) contiene una sotto scala
sulla centralità del lavoro composta da dieci items (vedi tabella 3) in uno strumento
che valuta sette dimensioni etiche del lavoro.
Work Ethics Scale
(Miller et altri, 2001)
Molto
d’accordo
D’accordo
Né d’accordo né
in disaccordo
Disaccordo
Per niente
d’accordo
2. Mi sento a disagio quando ho poco lavoro da fare.
4. Mi sento contento quando ho passato la giornata lavorando.
10. Anche se finanziariamente potessi, io non smetterei di lavorare.
13. Una dura giornata di lavoro è molto appagante.
30. E’ molto importante per me essere sempre in grado di lavorare.
33. Anche se ereditassi una fortuna, continuerei a lavorare.
40. Anche se per me fosse possibile andare in pensione, vorrei ancora continuare a
lavorare.
41. La vita senza lavoro sarebbe molto noiosa.
52. lavorare mi fa provare un senso di appagamento.
64. Una giornata di lavoro impegnativo dà un senso di realizzazione.
LA CENTRALITÀ DEL
LAVORO NEI GIOVANI
La rappresentazione del lavoro e
l’acquisizione del suo valore è diven-
tato negli adolescenti un processo più
complesso e difficile, anche perché tale
processo è oggi meno esperito e più
mediato da altre esperienze come la
scuola, le attività del tempo libero e
dall’informazione mediatica.
La società moderna ha
allontanato
i giovani dall’esperienza concreta del
lavoro non essendo quest’ultimo più
al centro della loro vita; se non in for-
ma di un progetto la cui realizzazione
è procrastinata nel tempo. Un giova-
ne, quindi, a causa della mancanza di
esperienza diretta nel lavoro può avere
difficoltà a definire quanto importante e
significativo sia per lui il lavoro - inteso
nel senso più ampio - che un giorno
andrà a realizzare.
Le ragioni del differimento dell’incon-
tro con il mondo del lavoro da parte
dei giovani sono note e riguardano i
cambiamenti sociali avvenuti in questi
decenni.
In Italia, ad esempio, alla fine del se-
condo conflitto mondiale la maggio-
ranza delle persone erano contadini,
casalinghe e piccoli artigiani con una
scolarità bassa e l’entrata nel mondo
del lavoro coincideva spesso con l’ini-
zio dell’adolescenza. Questo rapporto
diretto con il mondo del lavoro e il la-
voro erano il modo più concreto e reale
per definire e ridefinire una personale
“etica del lavoro”.
Negli ultimi decenni, invece, la scuola
e le attività di
leisure
(sport, volontariato,
relazioni sociali, hobbies) sono diven-
tate sempre più il vero mondo delle
esperienze di vita dell’adolescente e
per quanto, direttamente o indiretta-
mente, siano formative per il lavoro che
i giovani andranno a fare forse non lo
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