MIELA REINA
E LA SUA AVVENTURA CREATIVA
8
Miela partecipò alla cultura cittadina,
più innovativa, collaborando a progetti
condivisi con altri artisti. Nei primi anni
Sessanta assieme al pittore Enzo Cogno
diresse nel cuore della città vecchia la
Galleria La Cavana, prima galleria d’ar-
te contemporanea di Trieste, quindi la
sezione arti visive dell’associazione Arte
Viva, fondata da Carlo de Incontrera che
organizzava manifestazioni concertistiche,
conferenze, dibattiti, spettacoli di teatro
musicale e proiezioni.
Nello spazio del Ridotto del Teatro Verdi
e dal 1965 nei locali della libreria Feltrinelli
esponevano autori del panorama artistico
italiano e quelli triestini di Raccordosei, so-
dalizio composto oltre che da Miela Reina
ed Enzo Cogno, da Lilian Caraian, Bruno
Chersicla, Claudio Palcic e Nino Perizi.
Invenzioni
fantastiche e
sperimentazioni. Il
teatro e il fumetto
Attorno al 1965-66 la ricerca pittorica
di Miela ebbe una svolta decisiva: le fi-
gure aggrovigliate nei suoi dipinti, dai
toni accesi, talvolta tenebrosi e a volte
fluidi, si trasformarono in personaggi sin-
golari desunti dalla vita di tutti i giorni,
ma soprattutto da un mondo fantasti-
co, d’invenzione, basato sull’ironia e sul
divertimento del gioco, colto e sottile,
che sorprendeva e a volte sconcertava
gli ambienti più tradizionali.
A un certo punto Miela adottò tipologie
ricorrenti come quelle del paracaduti-
sta, del manichino, del cuore e di oggetti
umanizzati: le forbici, il cuore-Braetzel, il
fuoco e la fiamma, le lettere e le buste di
posta aerea. Le disegnò e le dipinse e poi
anche le ritagliò dai fogli di carta: ecco
allora che dai suoi progetti presero forma
tridimensionale pupazzi come il pianista
paracadutista che suona un pianoforte
anch’esso di cartone, pozzanghere e col-
line di legno, arcobaleni di gommapiuma
su carretti, docce di stoffa da cui uscivano
getti di plastica. La fantasia era il motore
principale della sperimentazione che si
traduceva in materiali anticonvenzionali,
poveri e deperibili.
Dalla sua collaborazione con Carlo de
Incontrera per le parti musicali e con
Emilio Isgrò per i testi nacque nel 1968
Liebeslied
, canto d’amore, una
pièce
di
teatro con elementi visivi e sonori in suc-
cessione privi di trama. Per la rappresen-
tazione Miela creò una serie di sagome di
cartone, di pupazzi, cuori, fuochi, forbici,
nuvole, frecce, che lei stessa muoveva
sulla scena. Fu un episodio tra pittura e
teatro, tra disegno e spettacolo, tra de-
corazione e illustrazione, un episodio di
grande originalità che fece conoscere gli
autori in Italia e all’estero. Continuarono
a lavorare ancora assieme coinvolgendo
altri personaggi innovativi in campo mu-
sicale. Tra il 1970 e il 1971 Miela si dedicò
alla narrazione di storie con tecniche che
ora vengono ritenute anticipatrici nel set-
tore del fumetto.
Si ringraziano i collezionisti per la cortese
disponibilità.
In questa rivista sono presentati i dipin-
ti eseguiti fino al 1965 circa; nel prossimo
numero verranno pubblicate le opere del
periodo seguente.
Franca Merluzzi
Coordinatore dell’Unità di Gestione del
Catalogo dei Beni Culturali
Centro di catalogazione e restauro dei beni
culturali del Friuli Venezia Giulia