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GLI STUDENTI IN CAMPO
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Quattro chiacchiere
sulla scuola che vorremmo
E ALCUNI SUGGERIMENTI PER MIGLIORARLA
Siamo sette studenti e ci siamo confrontati
sui miglioramenti che ci piacerebbe vedere nella
scuola.
La Scuola italiana di oggi ha punti di forza
e motivi di vanto a livello internazionale, però
presenta anche criticità. In questo articolo cer-
cheremo di far emergere il maggior numero di
punti deboli, di fornire delle possibili soluzioni e
aggiungeremo alcune nostre proposte.
Partiamo con analizzare croce e delizia di ogni
Istituto, il personale, che, più omeno a tutti i livelli,
non è sempre all’altezza della situazione. Il nostro
sistema scolastico punta a essere tecnologico e
al passo con i tempi, tuttavia potrebbe apparire
solo pretenzioso. Dall’esperienza di tutti noi è
emerso che spesso e volentieri i docenti non
sono in grado di gestire la tecnologia, e ricor-
diamo che è appena stato introdotto il registro
elettronico. Altra questione, la conoscenza dell’in-
glese sovente latita. Ci sono casi di studenti che
vengono dall’estero e si inseriscono nelle scuole
superiori senza conoscere l’italiano. Premesso che
è necessario che imparino la lingua per potersi
inserire, nel periodo di studio l’unico modo per
comunicare tra i ragazzi stranieri e gli insegnanti
è l’inglese, lingua veicolare. Per quanto riguarda
l’ambito tecnologico, possono aiutare corsi di
aggiornamento, mentre per le lingue ci sono i
corsi di certificazione, che i professori dovrebbero
conseguire e mantenere. Non dimentichiamoci
poi di progetti come il CLIL, che prevedono che
parti del programma siano svolti in inglese op-
pure, al Linguistico, in un’altra lingua straniera
tra quelle studiate. Potrebbe quindi essere resa
obbligatoria la conoscenza certificata di una
seconda lingua straniera, cosa che porterebbe
a un’inevitabile selezione di docenti. Si avrebbe
quindi un aumento della qualità dell’insegna-
mento e della preparazione degli studenti.
Dal punto di vista umano andrebbe rivista
la figura dell’insegnante. Quest’ultimo, infatti,
è spesso ancora legato a una concezione della
scuola piuttosto antiquata, lo studente non
è da tutti considerato come una persona, ma
piuttosto come un numero. Sarà capitato a tutti
di aver avuto insegnanti che entrano in classe,
fanno lezione, escono dall’aula e non prestano
attenzione agli alunni. Instaurare un rapporto
con gli allievi non arreca un danno a nessuno,
anzi, permette di farsi vedere come un possibile
riferimento. Non consideriamo fatti privati di
poco rilievo, quanto situazioni di difficoltà o pro-
blematiche gravi che alcuni ragazzi presentano
come depressione, anoressia, bullismo. Crediamo
fermamente che il benessere psicofisico di ogni
alunno dovrebbe essere nell’interesse di ciascun
docente. E’ possibile ribattere che certe classi
siano troppo numerose, quindi conoscere bene
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