LIBRI
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CONTRO L’IDENTITÀ
Francesco Remotti
Editori Laterza, Bari
pp. 108 ! 7,50
Il concetto di identità a"rontato in
una prospettiva antropologica è
l’a"ascinante tema del libro di
Francesco Remotti proposto in
questa ristampa del 2009. L’autore,
ordinario di antropologia culturale
presso la Facoltà di Lettere e Filo-
so#a dell’Università di Torino, af-
fronta con stimolanti collegamenti
che vanno dalla #loso#a, alla psica-
nalisi alla ricerca antropologica, il
tema dell’identità e delle sue con-
nessioni con la società in una pro-
spettiva di integrazione con le “al-
tre culture”.
Innanzitutto come de#nire l’iden-
tità? Sul piano personale, l’Io viene
identi#cato come una struttura psi-
chica complessa, il “nocciolo duro”,
fondamento stabile e rassicurante
dell’individuo. Da questa concezio-
ne statica di identità si è passati ad
una concezione dinamica: non esi-
ste un’unica identità ma diversi
modi di organizzare l’identità, che
viene “costruita”e “inventata” in base
ad un insieme di atteggiamenti e di
scelte.
L’identità in una prospettiva dina-
mica è strettamente legata alle no-
stre decisioni. Dobbiamo decidere
dove porre i paletti, tenendo pre-
sente la tendenza ad accettare con-
#ni prestabiliti, basati sulla cultura
di appartenenza, su tradizioni e
consuetudini mentali. A monte ven-
gono ripresi il signi#cato stesso di
natura umana e la concezione che
pone in luce le carenze e i limiti del-
la sua strutturazione biologica.
La tesi dell’incompletezza biologi-
ca dell’uomo (Geertz, 1987) implica
di conseguenza la natura sociale del
pensiero e delle emozioni. L’antro-
pologia, in accordo con le altre
scienze umane, considera l’idea che
gli esseri umani non possano essere
intesi come entità isolate, ma come
individui che #n dall’inizio della loro
vita si costruiscono entro un conte-
sto di relazioni sociali.
I legami sociali non risultano quin-
di aggiuntivi, ma essenziali e decisi-
vi per la sopravvivenza dell’uomo.
In questa prospettiva, l’incomple-
tezza biologica della specie umana
richiede una più precisa organizza-
zione culturale del suo comporta-
mento, del suo pensiero e delle sue
relazioni.
L’autore evidenzia come l’organiz-
zazione sociale di alcune popolazio-
ni dello Zaire e della Nuova Guinea,
non enfatizzi la loro identità, ma
piuttosto faccia emergere la dispo-
nibilità a riconoscere la propria “par-
ticolarità” e di conseguenza i propri
limiti.
Per forgiare“veri uomini”ad esem-
pio, i Bokanjo ricorrono agli Amba,
per cercare donne con cui sposarsi e
generare #gli, i Mai Enga si rivolgo-
no ai nemici contro cui di solito
combattono.
Un’identità che ricorre ad un’in-
trusione così intima dell’alterità