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- evocazione dell’esperienza
precedente;
- formazione di un piano;
- azione con uno scopo;
- valutazione del risultato dell’a-
zione;
- memorizzazione della sequen-
za per eventuale uso successi-
vo;
- interpretazione di quanto è
accaduto.
Gli studi applicativi dell’Ergono-
mia cognitiva vertono anche sui
processi di decision-making di-
nanzi al sistema tecnologico: la
decisione umana è un processo
interpretativo capace di media-
re tra azione e situazione in
quanto, mediante l’interpreta-
zione dell’azione svolta, si colgo-
no le caratteristiche emergenti
del contesto in cui essa è avve-
nuta. Il computer, a sua volta,
non è in grado di prendere nes-
suna decisione ma si limita a
manipolare simboli non interpre-
tati fornitegli dal progettista: la li-
mitazione maggiore dell’artefat-
to informatico consiste nella
mancanza di un sistema emo-
zionale che proponga scopi ed
interessi in continuo adattamen-
to con l’ambiente fisico e socia-
le esterno.
La nuova visione preventiva del-
l’Ergonomia si concentra sull’af-
fidabilità del sistema uomo-
computer, ovvero sulla sua ca-
pacità di funzionare in modo re-
golare, in conformità alle sue
specifiche di progettazione e
nell’ambito delle condizioni pre-
viste di esercizio, senza oscillazio-
ni nel rendimento o anomalie di
funzionamento. Non si parla più
di errori umani ma dell’inade-
guatezza dell’interfaccia nella
collaborazione uomo-compu-
ter: l’affidabilità, quindi, viene
considerata una peculiarità di
un contesto interattivo favore-
vole. Essendo gli errori inevitabili,
l’unico rimedio è di scoprire i
modi più efficienti per ridurre le
loro conseguenze nelle situazioni
ad alto rischio: il miglioramento
nella progettazione delle inter-
facce e la modellizzazione del-
l’utente più ricca potrebbero as-
sicurare un ambiente di lavoro
migliore contribuendo ad eleva-
re l’affidabilità del sistema.
L’ultima parte del volume ripren-
de l’intero discorso sulla relazio-
ne uomo-computer approfon-
dendone l’interesse per il conte-
sto sociale in cui avviene l’utilizzo
dei sistemi elettronici: in tale vi-
sione gli utilizzatori sono conside-
rati attori sociali con una propria
autonomia di presa di decisione
nelle diverse situazioni, capaci di
cogliere in maniera adattativa
le opportunità (affordances) of-
ferte dall’ambiente circostante
di soddisfare i propri bisogni. Nel-
l’interazione considerata l’uomo
e il computer agiscono e si in-
fluenzano vicendevolmente: in
tal senso avviene una continua
strutturazione delle parti in cau-
sa che produce una modifica-
zione degli obiettivi perseguiti
con le determinate azioni. Pro-
prio grazie ai modelli culturali
preesistenti e socialmente rico-
nosciuti si giunge all’attribuire un
senso alla relazione tra attori ed
ambiente.
Infine, viene proposto il modello
concettuale del contesto socia-
le (Mantovani, 1993), capace
d’illustrare il rapporto tra le situa-
zioni, le norme sociali e gli arte-
fatti, riconoscendo l’intercon-
nessione dei tre livelli che lo
compongono:
1. costruzione del contesto so-
ciale grazie alle attribuzioni di
senso fornite alle situazioni
dalle norme sociali;
2. interpretazione della situazio-
ne con l’identificazione degli
obiettivi;
3. interazione locale con l’am-
biente mediante l’utilizzo de-
gli artefatti.
Tale schema può essere letto ol-
tre che nel tradizionale ordine
bottom-up anche in quello com-
plementare top-down: quest’ul-
timo innovativo orientamento
offre la possibilità di tenere in
considerazione i processi di alto
livello nella formazione degli
scopi degli attori sociali sottoli-
neando l’esistenza di modelli
mentali prodotti dalla trama cul-
turale.
In definitiva, il funzionamento
cognitivo umano non è riducibi-
le ad una serie di procedure e,
quindi, necessita dell’aiuto delle
scienze sociali, in particolare
della Psicologia, per attuare
quella socializzazione al compu-
ter risultante fondamentale nella
fase della progettazione dello
stesso. Gli artefatti tecnologici,
infatti, permettono una facilita-
zione nell’interpretazione dell’e-
sperienza e dell’attività umana
allorché risultino progettati te-
nendo conto delle reali dimen-
sioni socio-cognitive nelle quali
viviamo.
La Teoria dell’azione situata ri-
portata trova il suo fondamento
proprio nell’interesse attribuito al
contesto sociale ed alle situazio-
ni di vita quotidiana, privilegian-
do la responsabilizzazione del-
l’attore sociale nel fornire il deci-
sivo contributo al lavoro del pro-
gettista informatico. Attualmen-
te non è più possibile minimizza-
re il fatto che i sistemi tecnologi-
ci ricoprono un ruolo preminen-
temente sociale in quanto per-
mettono la comunicazione tra le
persone e lo svolgimento delle
loro attività: perché non pren-
derne atto e migliorare lo svilup-
po in tale direzione?
Sara Vizin
Libri • la recensione
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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