Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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cons-aut/numero 10






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Famiglia

Piano Famiglia 2012-2014 - Maggiore coordinamento degli interventi ed integrazione con i servizi sociali del territorio

Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso a maggioranza parere favorevole al Piano regionale degli interventi per la famiglia 2012-2014 (vedi deliberazione CAL n. 33/2012).
A conclusione dell’esame svolto in sede di III Commissione, nel corso di due successive riunioni, il testo è stato presentato dal suo coordinatore, Claudio Pedrotti, con una valutazione sostanzialmente positiva, se pur nel permanere di alcune criticità collegate, in particolare,  alle discriminazioni create dai requisiti di cittadinanza/anzianità di residenza per l’accesso ai benefici (questione su cui si attende la pronuncia della Corte Costituzionale) insieme ad una certa frammentarietà degli interventi. L’assessore delegato alle politiche per la famiglia, Roberto Molinaro, ha replicato alle osservazioni formulate, fornendo chiarimenti in ordine ai macro-obiettivi contenuti nel provvedimento ed ai diversi temi proposti dai rappresentanti degli enti locali.
Per quanto attiene, in particolare, alla questione relativa alla rilevanza programmatoria, con riferimento alla lamentata frammentarietà degli interventi, egli ha sottolineato che, sebbene il Piano nella sua parte principale sia costituito da un insieme di schede che descrivono le singole aree di intervento, in realtà si basa su un lavoro di sintesi composto da un’analisi conoscitiva concernente la condizione della famiglia nel Friuli Venezia Giulia e dai riferimenti normativi del settore che disciplinano le singole misure.
Per la prima volta, quindi, è reso possibile non solo un coordinamento delle azioni a favore della famiglia, ma anche l’integrazione con il più ampio sistema dei servizi sociali del territorio, partendo proprio dai Piani di zona che sono attualmente all’evidenza dei Comuni. Per ciò che attiene la capacità decisionale dei Comuni, il Piano prevede una serie di interventi in cui gli enti non si limitano ad applicare la misura regionale, ma sono chiamati essi stessi a prendere delle decisioni come avviene, ad esempio, nel caso della Carta Famiglia ove una parte dei finanziamenti viene gestita direttamente dai Comuni stessi. Anche la maggior parte dei nuovi progetti ex articolo 18 della legge regionale 1/2006 prevedono la partecipazione degli Enti locali.
Nell’occasione, l’assessore Molinaro ha anche dato risposta ad altre osservazioni sollevate dai componenti del CAL. Fra le altre, ha ricordato che la Regione è intervenuta legislativamente, con l’art. 11, comma 28, della L.r. 11/2011, per far sì che i Comuni, dichiarati soccombenti in giudizio, ottengano l’integrale ristoro delle spese legali sostenute a seguito dei giudizi relativi all'applicazione delle norme in materia di accesso alle prestazioni dello stato sociale, di riordino degli interventi regionali in materia di edilizia residenziale pubblica, nonché quelle relative agli interventi regionali a sostegno della famiglia e della genitorialità. L’Amministrazione regionale ha pertanto provveduto a rimborsare tutti i Comuni che ne hanno fatto richiesta. Per ciò che concerne le ‘famiglie di fatto’, infine, egli ha spiegato che non vi è nessuna discriminazione a loro riguardo poiché il Piano, ai fini dell’attuazione delle misure che si rivolgono ai minori, prende in considerazione la relazione familiare padre-madre-figli e quindi nessun minore viene escluso dai benefici anche se, ricorda, la legge regionale 11/2006 ha effettuato una scelta di campo, contemplando la famiglia così come definita dall’attuale ordinamento ovvero dall’articolo 29 della Costituzione.

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