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L'Assessore Regionale Violino a Pordenone: "Valorizzare l'agroalimentare partendo da Pordenone"

La realtà vitivinicola e agroalimentare del pordenonese può divenire l'elemento cardine del rilancio del settore primario regionale, in considerazione delle importanti realtà già consolidate che si trovano concentrate su un'area di territorio di poche decine di chilometri quadrati, situata a cavallo del fiume Tagliamento, nelle Provincie di Udine e di Pordenone.
E' l'invito lanciato dall'assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino, alle aziende del settore primario e agli amministratori, a conclusione della tavola rotonda "Pordenone: sapere di vini, sapore di vino nuovo", occasione di dibattito sul pianeta vino della Destra Tagliamento, organizzata nell'ambito di Pordenone Wine Love. Violino ha sviluppato questa esortazione partendo dall'intervento di Alessandro Torcoli, direttore della rivista "Civiltà del bere", il quale, dopo avere analizzato con una visione sociologica i cambiamenti della società, delle abitudini e della identità dei consumatori, in quest'epoca che ha definito 'post moderna', ha colpito l'uditorio dimostrando che sulle sei principali guide enologiche italiane, tra le 1732 etichette di aziende del nostro Paese indicate ai degustatori, soltanto tre appartengono ad aziende della Provincia di Pordenone. Nella quale, peraltro, si produce il 52 per cento del vino dell'intero Friuli Venezia Giulia. Questo probabilmente, come si è dedotto valutando gli altri interventi dei presidenti della Camera di Commercio Giovanni Pavan, della Provincia di Pordenone Alessandro Ciriani e del sindaco Claudio Pedrotti, non si deve alla qualità del vino della Destra Tagliamento, principalmente della DOC Grave del Friuli, che è caratterizzato e piacevole. Né alla mancanza di identità delle produzioni, come si è evinto dal documentario realizzato da Tommaso Lessio e Michele Baggio e proiettato in sala. Bensì ad una carenza di comunicazione, di relazione tra il mondo vitivinicolo e i destinatari. Comunicazione che oggi si evolve anche in modo diretto attraverso i social network.
Ma per Violino occorre puntare proprio su ciò che già è riconosciuto anche alla civiltà contadina del pordenonese, come più in generale della terra friulana e dell'intero Friuli Venezia Giulia. Occorre saper produrre vini di alto pregio, griffati come lo sono i prodotti di eccellenza che hanno fatto la fortuna del Made in Italy. Anche secondo Violino l'attuale società può definirsi, come ha detto citando una nota definizione sociologica, 'liquida', senza più riferimenti certi, e, come le particelle, d'acqua in continuo movimento. Così è anche il gusto dei consumatori che però sono assetati di sapere, di conoscere, di assaporare emozioni gustative e olfattive nuove nel mondo del vino. Vino, dunque, inteso come biglietto da visita, come elemento di promozione e di identità del territorio, come aveva evidenziato anche il moderatore della tavola rotonda Antonio Liberti. A conclusione è stato presentato un nuovo prodotto enologico, un vino portabandiera del Consorzio DOC delle Grave, che attraverso il presentatore della serata si è dichiarato a disposizione per aderire alla denominazione DOC unica regionale. Il nuovo vino, spumantizzato, è stato chiamato 'Il Pordenone', a richiamare l'artista del posto che è paragonato a Michelangelo. Un abbinamento che ha consentito a Violino di concludere in modo scherzoso, rilevando che anche a Pordenone, finalmente, accanto alla cultura, in particolare quella libraria, ci si occupa anche di uno dei prodotti principali della filiera rurale.

 

 

INFO:  Segreteria Assessore Claudio Violino 
            ass.agricoltura@regione.fvg.it       
            tel. 0432 555361 
           

 



FOTO: Archivio Direzione Centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali