"Un uomo non deve lasciare mai la terra come la trova''. Questa frase, scritta a
caratteri cubitali, da oltre quarant'anni accoglie i visitatori dell'azienda agricola Pighin, a
Risano (UD), nelle Grave del Friuli, e a Capriva (UD), sul Collio.
Due grandissimi 'terroir' a denominazione di origine controllata, che si estendono
rispettivamente per 190 e 28 ettari di vigneti, sui quali a partire dal 1963 la famiglia Pighin
coltiva l'amore per la terra e la passione per il vino di qualità: 29 tipologie varietali autoctone
tra bianchi e rossi dai diversi uvaggi, vini riserva, spumanti, e anche grappe. Un milione di
bottiglie all'anno, distribuite in Italia e in oltre 35 paesi nel mondo, provenienti da uve di due
delle zone più rinomate e vocate alla viticoltura del Friuli Venezia Giulia. Nei giorni scorsi, le
moderne cantine di vinificazione e la seicentesca Villa Agricola di Risano, dove si trova
un'affascinate cantina per l'affinamento dei rossi e che è anche sede di rappresentanza, sono state
visitate dal presidente della Regione Renzo Tondo e dal presidente della quarta commissione del
Consiglio regionale Alessandro Colautti. Accolti da Fernando Pighin, dal figlio Roberto, e da Paolo
Valdesolo, da trent'anni enologo dell'azienda, hanno potuto così prendere contatto con una bella
realtà produttiva che, come ha detto Tondo, sa ben coniugare quantità e qualità, dimostrando che il
vino è tradizione, cultura, professionalità.
Spesso però anche molto sacrificio. Specie quando le bizze del tempo rischiano di vanificare
il lavoro di anni. Come è accaduto il 23 luglio del 2010, quando una violenta tempesta di vento si
è abbattuta sui vigneti. ''Ma ci sono voluti solo 11 giorni per rimettere tutto in piedi'', precisa
orgogliosamente il padre Fernando, ricordando comunque che la produzione, lo scorso anno, ne ha
risentito parecchio, anche se i problemi maggiori sono legati alla crisi economica, che non sembra
finire e fa vendere di meno, soprattutto all'estero.
Da Tondo e Colautti, che hanno ammirato i lussureggianti vigneti aziendali e apprezzato i
grandi vini, un particolare plauso è stato espresso per il recupero conservativo di Villa Agricola,
l'elegante dimora patrizia che prende il nome dalla nobile famiglia di mercanti lanieri del
sedicesimo secolo e rilevata negli scorsi anni. Un edificio immerso in un parco ricco di piante
secolari e circondato dai vigneti, frutto della contaminazione tra il modello delle ville venete e
quello delle case padronali friulane, dove sono collocate 55 botti di rovere per l'invecchiamento
dei rossi a temperatura rigorosamente controllata. Nel corso dell'incontro, Paolo Valdesolo, nella
sua veste di consigliere nazionale Assoenologi e componente del Comitato regionale, ha informato
Tondo sul progetto di ospitare a Trieste, nel 2012, il congresso nazionale dell'Assoenologi,
l'associazione di categoria dei tecnici vitivinicoli più antica e numerosa al mondo. Fondata nel
1891, lo scorso 7 maggio ha compiuto 120 anni e raggruppa e rappresenta 4.000 dei 4.400 enologi ed
enotecnici attivamente operanti su tutto il territorio nazionale. L'evento porterebbe in Friuli
Venezia Giulia centinaia di persone tra tecnici specializzati, opinionisti e giornalisti.
INFO: Segreteria particolare del Presidente della Regione
dott.ssa Michela Gasparutti
presidente@regione.fvg.it
tel. 040.3773703
fax 040.3773702
fax 0432.555447
FOTO: Archivio Regione Friuli Venezia Giulia