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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 46
ENZO COGNO.
LA SCUOLA,
LA PITTURA,
IL TEATRO
Questo numero dei “
Quaderni di
Orientamento
” è dedicato all’artista e
insegnante Enzo Cogno, amico e collega
di Miela Reina, di cui abbiamo docu-
mentato l’avvincente percorso artistico
nei numeri 43 e 44.
L’autore delle immagini è, come in
precedenza, Gianni Benedetti che le
ha realizzate per l’archivio dell’Istituto
regionale per il patrimonio culturale
del Friuli Venezia Giulia subentrato, dal
primo febbraio 2015, al Centro regiona-
le di catalogazione e restauro dei beni
culturali.
Il lavoro di individuazione e di ripro-
duzione delle opere di Cogno è stato
finalizzato anche all’edizione del catalo-
go pubblicato in occasione della mostra
“Enzo Cogno. Antinomie”, inaugurata
a Trieste, al Museo Revoltella, nel no-
vembre 2014.
L’evento espositivo e il catalogo sono
stati curati da Carlo de Incontrera, “cu-
stode” della memoria e componente
di quel gruppo incredibile di amici in-
tellettuali e artisti, musicisti e architetti,
che animò il dibattito e la produzione
artistica a Trieste negli anni Sessanta e
Settanta.
Il nome di Enzo Cogno è ritornato così
all’attenzione, dopo molti anni di as-
senza dalla città e dalle rassegne d’arte,
attraverso la presentazione delle opere,
fino ad allora note solo a pochi estima-
tori, e attraverso le numerose testimo-
nianze contenute nel volume. Hanno
scritto di lui Sylvano Bussotti, Lorenzo
Michelli, Luciano Semerani e Gigetta
Tamaro, Marcello Siard, Getulio Alvia-
ni, Paola Bonifacio, Marosa d’Annunzio
ed Emilio Sala; il percorso pittorico è
ripercorso da Giuseppina Dal Canton:
Gillo Dorfles, con poche frasi sintetiche,
riconosce all’opera di Cogno “autentica
originalità creativa”.
VENEZIA, TRIESTE E
GLI ANNI FANTASTICI
Cogno, nato nel 1931 a Palermo e
trasferitosi nel 1938 con la famiglia a
Trieste, compie gli studi superiori a
Venezia; inizia ad esporre le sue opere
pittoriche nel 1954 e l’anno successi-
vo ottiene la cattedra di decorazione
pittorica all’Istituto statale d’arte trie-
stino dove conosce Miela Reina. Con
lei stringe un sodalizio fatto di sintonie
profonde - ricordano gli amici – seppure
nella diversità dei caratteri e dei modi
espressivi. Di lui Miela esegue nel 1961
un intenso ritratto ad olio, di grandi di-
mensioni (cm 100 x 70); nello stesso
anno, fondano assieme la Galleria La
Cavana che si distingue per il numero
delle mostre allestite (34 in 19 mesi) e
per le scelte indirizzate verso le nuove
tendenze dell’arte contemporanea.
Nel 1963 i due artisti dirigono il set-
tore arti visive per l’associazione “Arte
viva”alla Piccola Galleria del Ridotto del
Teatro Verdi e, dal 1965 al 1968, nei locali
della libreria Feltrinelli dove presentano
con Carlo de Incontrera, Luciano e Gi-
getta Semerani manifestazioni culturali
di rilievo. Con la nascita, nel 1968, del
“Centro operativo Arte viva”, Miela, Co-
gno e de Incontrera realizzano lavori
multidisciplinari, soprattutto
pièces
di
teatromusicale, ospitati anche in festival
internazionali. Nel 1972 muore, improv-
visamente, Miela e due anni dopo Co-
gno si trasferisce stabilmente a Venezia
dove insegna all’Istituto statale d’arte
e collabora con il Teatro La Fenice co-
me scenografo e costumista. Si dedica
anche alle ricostruzioni filologiche dei
“Balli plastici”di Fortunato Depero e del
cabaret
parigino dello Chat Noir.
Nel 1975 tiene la sua ultima mostra
alla Galleria Plurima di Udine con il ci-
clo “Rivedrai le foreste imbalsamate”;
nel 1994 è presente nell’ambito di “An-
ni fantastici, l’arte a Trieste 1948-1972”,
l’esposizione in cui viene dato rilievo
alla felice stagione del gruppo di “Arte