Durante il tirocinio svolgi un periodo di formazione individuale all'interno di un'azienda
o di un ente pubblico: ti può servire a conoscere dall'interno un ambiente di lavoro, a
rafforzare le tue competenze, a farti conoscere e ti permette di orientarti nelle future scelte sul
percorso lavorativo che vorrai intraprendere. Per attivare un tirocinio è necessario che, alla
base, ci sia una convenzione tra un soggetto promotore (servizi del lavoro competenti, enti di
formazione regionali accreditati, università, cooperative sociali, Servizi di
integrazione lavorativa) e un soggetto ospitante. In seguito, viene preparato un progetto formativo
(piano formativo individuale) nel quale si specificano figura professionale di
riferimento, attività previste e obiettivi, durata, orario, referente e tutor, ecc.
Per le modalità di accesso alle diverse tipologie di tirocinio attivabili utilizza il link a
lato Regione Friuli Venezia Giulia - sezione dedicata. Per sapere quali sono le regole, le tutele e
i diritti del tirocinante consulta:
Tirocini e apprendistato
La durata massima del tirocinio varia dai 2 ai 18 mesi, a seconda della categoria
del tirocinante. In particolare, per quanto riguarda i tirocini formativi e di orientamento rivolti
ai giovani, essi non possono avere una durata superiore a sei mesi (proroghe comprese).
Il soggetto ospitante è tenuto ad individuare un tutor all’interno della propria
organizzazione aziendale al fine di assistere il tirocinante nello svolgimento del progetto
formativo e di collaborare con il soggetto promotore alla redazione dell’attestato di competenze al
termine del percorso.
In quanto periodo di orientamento al lavoro e di formazione, il tirocinio non si
configura quale rapporto di lavoro ma il tirocinante percepisce un'indennità di partecipazione
non inferiore a 300 euro lordi mensili a fronte di un impegno massimo di 20 ore
settimanali. L’indennità è incrementata proporzionalmente fino a raggiungere un minimo di
500,00 € lordi mensili per un impegno massimo di 40 ore settimanali. L’indennità di partecipazione
è equiparata ai fini fiscali al reddito da lavoro dipendente. Sulla base della Legge 28 giugno
2012, n. 92 e delle successive Linee guida in materia di tirocini, la mancata corresponsione
di tale indennità comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa.
Se il tirocinio non è rispettoso dei requisiti previsti dalla legge il rapporto può
configurarsi come lavoro subordinato e il datore di lavoro è soggetto a sanzioni, oltre al recupero
dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi omessi. Per sapere se nella tua zona sono
previsti tirocini, puoi rivolgerti ai
Centri per l'Impiego
o alla tua scuola.
Se hai una buona conoscenza di una seconda lingua, potresti pensare di svolgere il tirocinio
anche presso un'Istituzione dell'Unione Europea o un'Organizzazione internazionale.
Un diverso modo di ingresso nel mercato del lavoro è quello del praticantato. Esso consiste
in un periodo di formazione pratica, simile al tirocinio, ma in questo caso si tratta di una tappa
obbligatoria per poter sostenere l'esame di abilitazione all'esercizio di una professione (ad es.
l'avvocato o il commercialista). Il praticantato serve ad acquisire le basi teoriche, pratiche e
deontologiche che la professione richiede e ha regole diverse a seconda dell'Ordine di
appartenenza. Normalmente durante il praticantato non ci sono obblighi di natura economica, ma il
professionista che ti segue nella formazione potrà riconoscerti una borsa di studio finalizzata
proprio all'avvio della professione. Ovviamente, alla fine del periodo di tirocinio obbligatorio,
dovrai superare l'esame di abilitazione per poter esercitare la relativa professione.