Il Consiglio delle autonomie locali non ha espresso parere favorevole sul regolamento che deve chiarire il procedimento delle conferenze di pianificazione per la formazione del Piano del governo del territorio (vedi deliberazione n. 11 sul sito del CAL).
Nella seduta del 12 aprile l’Assessore regionale alle autonomie locali, Federica Seganti, ha illustrato i contenuti dell’atto specificando, in particolare, che il regolamento prevede in realtà un’unica Conferenza di pianificazione che si articola in tre diversi momenti (conferenza preliminare, intermedia e conclusiva), ognuno scisso in due distinte sessioni: una riservata esclusivamente alla Regione ed agli Enti locali ed una allargata a tutti i portatori di interessi.
Lo sdoppiamento si è reso necessario per accogliere la richiesta, formulata dal Consiglio delle autonomie locali in sede di espressione del parere sulle “Linee guida per la formazione del piano di governo del territorio”, di mantenere la copianificazione in capo agli enti locali.
Durante la Conferenza di pianificazione, analoga alla conferenza di servizi, i temi verranno esaminati sulla base di un accorpamento per tematica e, sulla base degli atti all’attenzione, verrà di volta in volta stabilita la durata della singola sessione e la formazione di eventuali gruppi di lavoro per approfondire specifici argomenti.
E’ stata inoltre prevista la realizzazione di una piattaforma informatica per la gestione della documentazione e della procedura concernente le convocazioni. In esito al dibattito e alle spiegazioni fornite, il CAL ha tuttavia ritenuto che il regolamento, nonostante lo sdoppiamento delle conferenze, non contribuisca ad esplicitare il progetto di partecipazione cui i Comuni sono chiamati con il nuovo processo di pianificazione.
E’ stata quindi ribadita la necessità di riconoscere un ruolo più attivo al Consiglio delle autonomie locali che non si limiti alla fase conclusiva delle Conferenze, ovvero al momento in cui la Giunta regionale adotterà il Piano di governo del territorio, in modo da consentire che il sistema delle autonomie locali possa partecipare ad un processo di grande portata quale è quello della pianificazione territoriale con il dovuto grado di approfondimento nei passaggi intermedi.