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cons-aut/numero 6






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Autonomie

Intesa sulle unioni dei comuni montani

Nella seduta del 26 gennaio 2011 il Consiglio delle autonomie locali ha preso in esame lo schema di disegno di legge per la “Razionalizzazione e semplificazione dell’ordinamento locale in territorio montano. Istituzione delle unioni dei Comuni montani”, esprimendo all’unanimità (16 voti favorevoli su 16 votanti) l’intesa (vedi deliberazione CAL n. 4/2011).

Alla seduta è intervenuto l’assessore alle Autonomie locali, Andrea Garlatti che ha sottolineato come il disegno di legge offra una soluzione al processo di commissariamento delle comunità montane. Uno degli elementi più rilevanti introdotti con la norma, ha spiegato l’assessore, è il rafforzamento dell’erogazione dei servizi ai cittadini e l’ampliamento delle funzioni delle Unioni che avranno funzioni molto ampie, alcune disciplinate direttamente dalla legge, altre demandate ai regolamenti di attuazione.

Garlatti ha inoltre precisato che il disegno di legge è stato elaborato mediante un intenso lavoro di concertazione e con il contributo di tutti i comuni interessati i quali, a stragrande maggioranza, si sono espressi positivamente sul testo di disegno di legge che rappresenta, così, un alto punto di equilibrio tra le diverse istanze e punti di vista degli enti interessati.

L’impianto prefigurato per le unioni montane, ha osservato Garlatti, sarà suscettibile di estensione anche ad altre fattispecie e a tutto il territorio regionale e tale modello organizzativo sarà presente in tutti i territori della Regione.

Ampio il dibattito che si è sviluppato in seno al CAL con numerosi interventi da parte dei componenti, che hanno posto in luce la positività del metodo di concertazione con gli enti locali interessati prima dell’approvazione del testo normativo da parte della Giunta regionale.

In particolare, il Comune di Maniago ha evidenziato la necessità di accompagnare la riforma delle unioni montane con una più ampia riforma che riguardi l’organizzazione di tutti gli enti locali della regione; per il finanziamento delle nuove unioni montane sarà inoltre necessario che le stesse possano contare su una finanza propria, libera e non vincolata. Nel conteso normativo delineato il ruolo dei Comuni capi-fila sarà particolarmente impegnativo e l’auspicio è che l’u nione montana non sia un ente che si aggiunge a quelli attualmente già esistenti ma viceversa costituisca un primo passo verso una riorganizzazione anche degli altri enti locali.

Il presidente del CAL Ettore Romoli e il sindaco di Monfalcone, Gianfranco Pizzolitto hanno osservato che sarebbe stato opportuno prevedere anche per gli enti rientranti nelle province di Gorizia e di Trieste la possibilità di optare per l’istituzione dell’unione o viceversa per il conferimento delle funzioni alle province; quest’ultima unica opzione prevista dal testo del disegno di legge.

La Provincia di Udine ha manifestato il proprio scarso entusiasmo per il disegno di legge sulle unioni montane in quanto le Province della regione vengono trattate in maniera diversa: mentre le Province di Trieste e Gorizia assumono esse stesse le funzioni previste per le unioni montane, alle Province di Udine e di Pordenone, viceversa, non sono attribuite funzioni ulteriori che invece sono affidate alle unioni montane. Tuttavia la Provincia di Udine ha votato a favore dell’intesa sul disegno di legge, tenuto conto che la stragrande maggioranza dei comuni interessati si è dichiarata favorevole, con l’auspicio però che durante l’iter legislativo ci sia la possibilità di intervenire sull’assegnazione di funzioni anche alle Province di Udine e Pordenone.

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