Il mercato del lavoro – come del resto tutti i mercati – è un luogo dove l’incontro tra domanda
e offerta è sottoposto a regole. Vi sono pareri controversi su tali regole, che non a caso variano
nel tempo. C’è chi vorrebbe far funzionare il mercato del lavoro secondo i meccanismi di scambio
tipici della concorrenza, come accade per altre merci. Avremmo in questo caso a che fare con una
libera fluttuazione dei prezzi e delle condizioni di vendita/acquisto, come per altri beni e
servizi domandati e offerti sul mercato; ma è lecito chiedersi quale altro ambito di mercato
funzioni realmente cosi, ispirato ai criteri della pura concorrenza.
C’è chi vorrebbe sottoporre l’incontro tra domanda e offerta di lavoro a regole rigide, tali
da rendere in pratica ininfluente il gioco tra i due fattori nel determinare le condizioni
contrattuali e salariali. Ma in questo modo – in un mercato sempre più globale – l’interesse dei
datori di lavoro si orienterebbe inevitabilmente verso l’offerta disponibile dove le stesse regole
non si applicano.
Al di là delle posizioni estreme, il mercato del lavoro si presenta regolato da un insieme di norme e condizioni che sono vincolanti per chi scambia lavoro (per approfondire consulta la sezione sulle regole):
Queste regole non sono ovviamente immutabili e vanno costantemente studiate e analizzate in ogni
momento storico. È sulle caratteristiche di tali regole che influiscono da un lato le scelte
politiche del momento, dall’altro proprio le variabili ricordate in precedenza. Condizioni più
favorevoli alla domanda di lavoro generano rapporti di forza favorevoli ai datori di lavoro e
portano a regole normalmente aperte a soddisfare le loro esigenze.
E viceversa.