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ORIENTAMENTO SCUOLA
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
D
Nuovi Media e
Giovani
Una sfida educativa compresa?
Gregorio Ceccone
oggi relegata alle famiglie o alle scuole,
in tempi brevi diventerà un tema che
coinvolgerà anche il mondo del lavoro,
la rete dei servizi sociali e le pubbliche
amministrazioni.
Ci troveremo a confrontarci con per-
sone che sono abituate a prendere ap-
punti su un tablet, a prenotare viaggi
online, a relazionarsi tramite i Social
Network
2
. Tutti i servizi della società
attuale e il mondo del lavoro, sono pen-
sati per Immigrati Digitali da Immigrati
Digitali. Gli stili di conduzione dei ma-
nager, la pubblica amministrazione e
i servizi della sanità sono pensati per
Migranti Digitali se non per Tardivi Di-
gitali
3
. Il fatto che i Nativi Digitali stiano
crescendo rende ancora più radicale la
necessità di costruire un’agenda per la
transizione italiana al digitale. Tra cinque
anni continueremo ancora a fare le code
in posta per spedire una raccomandata,
sarà necessario doverci spostare in aereo
per una riunione in presenza di un’ora,
dovremmo ancora stampare una tesi in
quadruplice copia perché le università
possano archiviarla? Quale sarà l’atteg-
giamento verso simili situazioni da parte
di un adulto abituato a comunicare e
sbrigare pratiche in maniera digitale?
Secondo noi (o almeno speriamo) no.
L’Italia si trova in un momento in cui
i termini priorità e urgenza educativa
stanno entrando ormai nel linguaggio di
tutti i giorni e in tutti i campi rischiando
così di perdere la loro valenza semanti-
ca. In un tempo in cui c’è la necessità di
rivedere il presente in una logica proat-
tiva, di trovare modi ecosostenibili per
risparmiare, di rientrare in una logica
concorrenziale nei mercati internazio-
nali, aspettare che siano le nuove gene-
razioni a portare il cambiamento è una
logica disfunzionale. I ragazzi digitali,
futuri adolescenti e adulti, dovranno
muoversi in un contesto di dialogo e
sinergia con la generazione precedente.
Il prossimo gap generazionale non po-
trà essere tra Cittadini Digitali e Tardivi
Digitali: i futuri contrasti dovranno es-
sere su un altro contesto comunicativo,
culturale o sociale.
Al giorno d’oggi si parla di educazio-
ne ai media ancora in maniera molto
sommaria. Alcuni comuni e scuole con
una prospettiva futura a medio/lun-
go termine si stanno attrezzando per
affrontare questo tema importante. A
volte affidandosi a dei professionisti a
volte a informatici improvvisati educa-
tori o educatori improvvisati informatici.
Si tende a dimenticare che la Media
Education efficace è un’educazione alla
cittadinanza digitale che passi“attraver-
so i media”
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e non rimanga solamente
ad un puro livello di illustrazione di ri-
schi e pericoli.
Non dobbiamo sottovalutare che i
ragazzi esprimono oggi i loro bisogni
anche attraverso l’utilizzo dei Nuovi
Media. I loro bisogni, i loro vissuti e le
motivazioni che determinano le loro
scelte vanno prima compresi e con-
divisi per poi poter accompagnare al
meglio i ragazzi nell’utilizzo dei nuovi
social attraverso i quali si raccontano
e si rappresentano. In modo schema-
tico, possiamo affermare che i bisogni
e le motivazioni che determinano e
orientano il comportamento giovanile
nell’utilizzo dei media possono essere
ricondotti a tre dinamiche principali:
1. dinamiche affettive e relazionali
(emozioni, motivazioni, socialità);
2. dinamiche cognitive (conoscenze e
competenze tecniche dello strumento);
3. dinamiche valoriali e civiche (valori
e principi morali ed etici che guidano la
persona, capacità di assumersi respon-
sabilità sociali, maturità complessiva,
senso di cittadinanza).
In altre parole, i ragazzi e le ragazze
utilizzano i Nuovi Media per esprimere,
condividere e soddisfare bisogni di na-
tura molto diversa: bisogni di socialità, di
comunicazione, di conoscenza, ecc. Le
modalità attraverso le quali si utilizzano
tali strumenti sono a loro volta influen-
zate dalle proprie capacità tecniche,
dalle funzionalità dello strumento, dai
principi e dai valori morali che orientano
il comportamento di ciascuno.
Se dieci anni fa educazione ai media
equivaleva a laboratori di stampo co-
gnitivo rivolti per le scuole secondarie
o in serate per adulti e genitori in cui
venivano erogate delle informazioni
ad un pubblico non avvezzo a questi
strumenti e alle dinamiche sociali che
comportano, oggi nel 2016 proporre
simili iniziative è controproducente in
quanto educare ai social media non
può essere un’attività che non preveda
interazione ed emozione in aula, nella
“strada”. Questa considerazione nasce
dall’esperienza sviluppata sul “campo”,
dall’”analogico” 2005, e che ha portato
a tre valutazioni:
1. Le richieste di intervento cominciano a
pervenire dalle scuole elementari e da
gruppi di genitori che frequentano le
scuole materne.
2. Non parliamo quasi mai a gruppi di
ragazzi che non conoscono i social
media ma spesso hanno “presente”
le dinamiche sociali che scaturiscono
all’interno di questi ambienti digitali e
i potenziali pericoli:
a. Proporre una formazione che sia
semplicemente un elenco di perico-
li da evitare e costruzione di buone
prassi da attuare in caso di rischio o
pericolo si rivela inefficace.
b. I ragazzi scoprono subito l’orienta-
mento del formatore di Media Educa-
tion. Se questo è un deportato digita-
le difficilmente avrà ascolto attivo da
i fronte ai nuovi scenari
educativi educare ai
social media è oggi
una sfida importante.
Una Media education
efficace deve diventare
una educazione alla
cittadinanza digitale
attraverso i media
INTERNET E I SOCIAL
MEDIA
Oggigiorno, Internet e i social me-
dia sono strumenti sempre più utiliz-
zati dai giovani perché rappresentano
un’opportunità di informazione, svago,
apprendimento, comunicazione ... allo
stesso tempo oltre ai vantaggi posso-
no presentare anche alcuni pericoli.
Questo scenario digitale rappresenta
un mondo da cui l’adulto si può sen-
tire escluso perché meno “esperto” dei
“Nativi Digitali”nelle modalità relazionali
e comunicative consolidate all’interno
dei Social Media.
Il “digital divide” diventa una barriera
in cui i giovani, che durante la loro cre-
scita provano sempre maggiore attra-
zione verso il web e le sue potenzialità,
possono tenere le distanze dagli adulti.
Inoltre i Nativi Digitali stanno crescen-
do: questo è un dato di fatto.
Se consideriamo valido l’anno 1996
1
come data di nascita della prima gene-
razione di Nativi Digitali, nel 2016 alcuni
di questi sono già entrati nel mondo
del lavoro e cominceranno a far parte
di diversi contesti nella vita sociale e
professionale. Una questione educativa
che emerge da questa constatazione
è: sono pronte le istituzioni, gli adulti
significativi e le amministrazioni Italiane
per entrare in contatto con questi cit-
tadini? Questa questione, che sembra
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