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ORIENTAMENTO E LAVORO
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
S
Lavoro e famiglia
nella crisi
Dinamiche economiche e aspetti
valoriali
Marco Cantalupi
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i pone la necessità di
prendere sempre più
seriamente il nesso
famiglia-lavoro, ponendo
a centro analitico
non l’individuo ma la
famiglia. Si tratta di un
passaggio concettuale
che in termini operativi,
richiede uno sforzo di
riduzione a sintesi delle
molteplici forme di
partecipazione ad un
mondo del lavoro in
accelerato mutamento
Il tema della famiglia è tornato al
centro dell’attenzione. Negli ultimi tre
decenni molti e profondi sono i cambia-
menti che hanno interessato la famiglia
sotto un profilo strutturale, nell’inte-
razione con il mondo del lavoro, nelle
dimensioni del benessere dei figli. Le
dinamiche economiche esercitano un
ruolo rilevante sulla famiglia: all’ampia
evidenza storica circa il legame, di mal-
thusiana memoria, tra ciclo economico
negativo e decremento nelle nascite, le
ricerche odierne indagano ed eviden-
ziano altri aspetti, come l’aumento del
numero di giovani adulti che vivono con
i genitori, o il diffondersi delle famiglie
multi-generazionali, che in alcuni paesi
ormai interessano quote molto elevate
di famiglie. Le coabitazioni, e dunque
anche famiglie in cui le persone non
sono legate unicamente da vincoli di
sangue, sembrano essere ulteriormente
sospinte verso l’alto a causa degli elevati
tassi di disoccupazione.
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Le analisi economiche sul nesso tra
famiglia e lavoro troppo spesso pre-
suppongono implicitamente una chia-
ra contrapposizione tra i due ambiti,
come se la famiglia (
household)
fosse
solo un luogo di consumo, il serbatoio
di quell’offerta di lavoro che dovrebbe
incondizionatamente adattarsi alle esi-
genze della produzione. Ma la famiglia –
nel senso invece di
family
- è in verità il
luogo privilegiato di produzione di quei
iscono la maggioranza, un dato da non
sottovalutare per comprendere certe
tendenze in atto – ad esempio rispetto
al tema dei trend alla marginalizzazio-
ne dei padri nell’educazione dei figli
- è l’incremento significativo dei nuclei
monogenitori maschi, che escono dalla
residualità statistica.
beni immateriali (fiducia, reciprocità,
beni relazionali, dono) senza i quali la
stessa riproduzione della società viene a
cadere. Chi sostiene che si stia andando
incontro ad una perdita identitaria della
famiglie dispone di non pochi argomen-
ti empirici a sostegno della propria tesi.
Una ricerca svolta da Italia Lavoro
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consente ora di avere un quadro in-
formativo aggiuntivo su taluni aspetti
del legame tra famiglia e lavoro lungo
l’ultimo decennio, confermando, in pri-
mo luogo, la tendenza decennale alla
frammentazione delle famiglie italia-
ne, nel duplice senso che, da un lato,
la tipologia portante della “coppia con
figli”, pur rimanendo quella prevalente,
ha segnato un netto arretramento, dal
42,5 al 35,6 per cento e dall’altro quella
delle“persone sole”sono cresciute della
metà passando da 5,7 a 8,5 milioni con
un’incidenza pari ad un terzo del totale.
In Friuli Venezia Giulia, per quanto la cre-
scita del numero di famiglie sia inferiore
al valore nazionale (9 per cento rispetto
al 15,2%), nel 2014 le coppie con figli
sono stimabili in circa il 31 per cento del
totale (erano il 35% nel 2004), mentre le
persone sole il 38 per cento. Interessante
anche il dato sulle consistenze di nuclei
monogenitori (44 mila in regione, men-
tre per l’Italia si superano i 2,2 milioni),
che nel complesso incidono per l’8 per
cento del totale: se è confermato che i
nuclei monogenitori femmina costitu-
Fonte dati: Italialavoro (2014)
2004
2007
2014
Quote
2014
Variazione %
2014/2004
Persona isolata
175.116
184.930
214.367
38% 22,4
Coppia con figli
178.164
177.768
173.266
31% -2,7
Coppia senza figli
122.437
130.370
128.666
23% 5,1
Monogenitore maschio
5.265
7.941
8.627
2%
63,8
Monogenitore femmina
33.517
32.870
35.718
6%
6,6
Totale
514.499
533.879
560.643
100% 9,0
Tabella 1: Nuclei famigliari in Friuli Venezia Giulia, per tipologia
I processi di secolarizzazione, gli ef-
fetti di struttura - cioè quelli legati ai
cambiamenti nella composizione della
popolazione per età - ma anche la crisi,
concorrono in modo complesso a mu-
tare la fisionomia di questa istituzione.
Ad esempio, e con un andamento simile
al dato medio nazionale,
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nella regione
Friuli Venezia Giulia i matrimoni celebrati
nel 2014 sono stati 3,5mila, un migliaio
in meno rispetto al 2004, con una dimi-
nuzione media annua di circa duecento,
e che riguarda soprattutto le prime noz-
ze tra sposi di cittadinanza italiana. Tra il
2008 ed il 2013, per gli uomini il numero
di primi matrimoni è passato da 392 a
Fonte dati: Istat
FVG
Italia
2008 2014 2008
2014
Matrimoni totali (valori assoluti)
4089 3479 246613 189765
Tassi di primo nuzialità maschile
392,6 360
518,1
421
Tassi di primo nuzialità femminile
471,4 415,1 580,4
463
Tasso di fertilità
1,36
1,38
1,45
1,37
Divorzi (valori assoluti)
1425 1360 54351
52355
Divorzi su coniugati (valori su 100mila)
234,7 231,1 181,9
177,5
Divorzi con figli minori affidati (%)
35,6
37,8
37,4
32,6
Separazioni (valori assoluti)
2033 1844 84165
89303
Separazioni su coniugati (valori per centomila)
334,5 313,3 281,4
302,8
Tabella 2: Principali caratteristiche di matrimoni, separazioni e divorzi
360 (per 1000 uomini), per le donne
da 471 a 415, una dinamica molto più
rapida di quella media nazionale. Sale
pertanto ancora l’età media del matri-
monio, con 38 anni per gli uomini e 34
per le donne, valori anche in tal caso
sensibilmente superiori a quelli medi
nazionali (rispettivamente 34 e 31).