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ORIENTAMENTO E LAVORO
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
che pesa per il 17,6% del totale, valore
inferiore ad una media nazionale
10
ma superiore a tutte le altre regio-
ni del Nord, in particolare a Trentino
Alto Adige e Veneto. Leggermente
inferiore alla media nazionale (34%) è
invece l’incidenza del Gruppo 2, ovve-
ro quello composto da famiglie con
occupazione dipendente in parziale
crisi in cui maggiormente presenti
sono il part-time, i giovani Neet e an-
che coloro che hanno perso lavoro.
Sfiora poi il 31 per cento, contro una
media nazionale del 24,4% il Gruppo
3, cioè quello di famiglie in piena oc-
cupazione, in prevalenza composte da
persone sole e di coppie senza figli.
Infine, il Gruppo 4, famiglie con occu-
pazione indipendente in parziale crisi,
è presente in Fvg per il 18 per cento,
un valore inferiore al valore medio
nazionale ma anche a quello delle re-
gioni della ripartizione territoriale di
riferimento. (vedi tabella 4)
Fonte: Italialavoro (2014)
Gruppo
1
Gruppo
2
Gruppo
3
Gruppo
4
Totale
Fvg
17,6
33,6
30,8
18,0
100
Veneto
13,9
35,4
28,8
21,9
100
Trentino Alto Adige 12,6
32,8
34,0
20,6
100
Emilia Romagna 15,2
30,1
33,0
21,7
100
Italia
21,1
34,0
24,4
20,5
100
Tabella 4: Gruppi tipologici per regione
Può darsi che queste prime infor-
mazioni non siano ritenute poi così
rilevanti: in fin dei conti, tra un tasso
di disoccupazione standard dell’8 per
cento e una quota di famiglie in cui è
presente almeno un disoccupato del 7
per cento la differenza è poca cosa. Ma
la ragione dell’interesse di questo tipo
di sforzo è che ci spinge a riportare an-
che nella sede analitica dell’economia
del lavoro un “oggetto” fondamentale
della vita sociale, un qualcosa che non
può essere considerato, come negli ap-
procci riduzionistici, un semplice quanto
temporaneo aggregato di preferenze
individuali. Solo così diventa possibile
scongiurare una vera e propria deriva
cognitiva, in cui ignorando reali diffe-
renziali valoriali, cioè di quegli aspetti
cardine dell’espressività di attori dati
in contesti dati, si finisca per piegare al
lessico prima, sussumere poi alla logica
operativa di mercato tutta una serie di
motivazioni e comportamenti ad esso
eteronomi e senza i quali, peraltro, diffi-
cilmente la stessa economia di mercato
può evolversi.
Questa operazione di riposiziona-
mento concettuale appare sempre
più necessaria proprio in un contesto
socio-economico che nel breve volgere
di pochi anni ha riproposto un crudo
panorama di regresso negli standard di
vita, non solo del reddito, anche in gran
parte molti paesi europei o perlomeno
per ampie fasce delle loro popolazio-
ni. La strumentazione analitica anche
a supporto delle politiche, costruita a
partire dai singoli individui e dalle loro
innumerevoli segmentazioni (giovani,
donne, anziani, Neet, stranieri, ecc.) deve
tentare con decisione un aggancio ad
un quadro più generale, cioè alla situa-
zione della famiglia.
Marco Cantalupi
BIBLIOGRAFIA
Fry, R. – Passel J.
, (2014),
In Post-
Recession Era, Young Adults Drive
Continuing Rise in Multi-generational
Living.
Washington, D.C.: Pew
Research Center’s Social and
Demographic Trends project, July,
Istat
(2015),
Matrimoni, separazioni e
divorzi
.
Italialavoro
(2014),
Famiglie e lavoro.
Rapporto annuale 2014
Italialavoro
(2015),
Famiglie e lavoro.
Rapporto annuale 2015
.
MMWD
(2014),
Ambivalent neighbors.
Demographic change and growth
strategies in South-East Europe.
Zamagni S. - Zamagni V
.,
Famiglia e
lavoro
, San Paolo, Milano, 2012.
NOTE
1
Desidero ringraziare, senza implicarli,
Simona Calabrese e Marco Manieri di
Italia Lavoro per avermi cortesemente
fornito i dati sulle famiglie, chiarendomi
al contempo i correlati aspetti metodo-
logici.
2
Fry, R. – Passel J. (2014),
In Post-Re-
cession Era, Young Adults Drive Conti-
nuing Rise in Multi-generational Living.
Washington, D.C.: Pew Research Center’s
Social and Demographic Trends project,
July
3
Italialavoro (2015),
Famiglie e lavoro.
Rapporto annuale 2015
.
rQLVN2 L’importanza di tale ricerca sta
nell’utilizzo dei dati per il periodo 2004-
2014 Istat delle forze di lavoro (Istat-Rcfl).
Pertanto, ed è altresì un’avvertenza, anche
i dati demografici (come i conteggi dei
nuclei famigliari declinati per tipologie)
sono delle stime e possono essere di-
versi dai dati dei censimenti generali
della popolazione, o desunti da indagini
effettuate presso gli Uffici di Anagrafe
o da altre indagini campionarie, quale
la Multiscopo sulle famiglie.
4
Per un aggiornamento completo
sui dati nazionali si veda Istat (2015),
Matrimoni, separazioni e divorzi
.
5
Un problema particolarmente acuto
negli Usa a seguito del crollo finanziario
del 2008 è quello legato all’ondata di
pignoramenti che hanno lasciatomilioni
di famiglie senza casa. Nel solo 2009, i
pignoramenti sono stati quasi 4 milioni
(1 per 45 famiglie). Alcuni studi indicano
che, a seguito dei pignoramenti, i divorzi
sono aumentati ma solo tra le persone
con titoli di studio più elevati, ma più in
generalenon sembranoconfermare senza
le debite qualificazioni il nesso tra trend
della disoccupazione e quello dei divorzi.
La questione è comunque complessa e
mal si presta a semplificazioni.
6
oggetto peraltro anche di attenzione
in sede di progettazione europea. A tal
proposito, la Regione FVGha attivamente
partecipato, tra maggio 2012 e ottobre
2014 al progetto strategico MMWD,
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