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ORIENTAMENTO E LAVORO
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
Il trend di incremento dell’incidenza
dei divorzi, dopo elevati incrementi a
partire dagli anni ’90 ma pur sempre
molto inferiore a quello di altri paesi è in
via di stabilizzazione - nel 2014 in Italia
il valore è di 180 divorzi per 1.000 ma-
trimoni. Sempre nel 2014, sono calate
le separazioni (poco più di 1,8 mila), in
controtendenza rispetto all’andamen-
to medio nazionale (+6 per cento), e
così pure i divorzi che, raggiunto un
picco nel 2009 (1,5 mila per il Fvg), evi-
denziano nel periodo più recente una
diminuzione: la crisi economica, se da un
lato aggrava i fattori di instabilità della
coppia, dall’altro prospetta più elevati
costi economici di un’eventuale divorzio,
ad esempio tramite l’effetto ricchezza
associato al crollo dei prezzi degli immo-
bili, che esporrebbe la coppia ad ampie
perdite finanziarie in caso di vendita
della casa.
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La crisi si è peraltro innestata in Italia
come in gran parte degli altri paesi euro-
pei su rilevanti fenomeni di contrazione
demografica
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caratterizzati da bassi tassi
di natalità (circa 1,4, vedi Grafico) assai
inferiori al tasso di rimpiazzo, alla dimi-
nuzione del numero medio di compo-
nenti della famiglia e all’invecchiamento
della popolazione. Secondo le stime
predisposte per il progetto MMWD, in
FVG la popolazione con più di 65 anni,
già prossima al 24 per cento del totale,
è stimata a crescere ulteriormente per
raggiungere nel 2020 il 26 per cento,
e con un’incidenza della popolazione
di grandi anziani (più di 80 anni) che
potrebbe addirittura superare l’8 per
cento. Le famiglie di soli anziani con
oltre 65 anni sono stimate nel 2014 in
regione a 171mila, pari al 30 per cento
del totale – un valore peraltro superio-
re alla media del Nord Est (27%) e con
un incremento dal 2004 di ben 4 punti.
Molteplici sono i risvolti in campo eco-
nomico dell’invecchiamento demografi-
co e quindi della contrazione del bacino
della popolazione giovanile (ad esempio
sulla natalità di impresa), per quanto
temperati dalle dinamiche migratorie,
ma è evidente come nel prossimo fu-
turo le dinamiche dei tassi di attività e
dell’occupazione andranno sempre più
contestualizzati all’interno di scenari
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,
considerandoli quindi non solo quali
elementi descrittivi tipici delle dinami-
che più propriamente congiunturali.
La duplice sfida del lavoro e dell’atti-
vazione in un contesto di contrazione,
strutturale e congiunturale, è da tempo
stata impostata facendo leva sul poten-
ziamento di meccanismi ormai tanto
concettualmente ben noti quanto, in
molti casi, ben collaudati: dal ricorso
alle forme di part-time al prolungamen-
to della vita lavorativa ed attiva anche
grazie ad un capillare ed articolato si-
stema di istruzione/formazione. È forse
giunto però il momento di superare, o
perlomeno affiancare l’approccio per
target (donne, giovani, e ora anziani),
che sottende una logica che muove da
individui di volta in volta assegnati a dei
gruppi (statistici), in direzione di un’im-
postazione che riconosca pienamente
l’importanza della famiglia quale corpo
intermedio, luogo di relazioni prima-
rie, in quanto “generative”di esternalità
positive.
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Si pone dunque la necessità di pren-
dere sempre più seriamente il nesso
famiglia-lavoro, ponendo a centro ana-
litico non l’individuo ma la famiglia. Si
tratta di un passaggio concettuale che
in termini operativi, come peraltro ben
chiarito nella ricerca di
Italia Lavoro
, ri-
chiede uno sforzo di riduzione a sintesi
delle molteplici forme di partecipazione
alla struttura occupazionale. Un eserci-
zio non semplice e che, per definizione,
non può dar luogo a risposte univoche.
È nota la dinamica, dal 2009 al 2015 di
due indicatori chiave per comprendere
la situazione del mercato del lavoro: il
tasso di occupazione è diminuito men-
tre è aumentato il tasso di disoccupa-
zione. Che informazioni dall’indagine
Istat sulle forze di lavoro si ricavano se,
invece dei conteggi relativi agli individui
passiamo a quelli relativi alle famiglie? In
Tabella 3 sono riportati i valori delle quo-
te di famiglie, distinte per tipologia, nelle
quali è presente almeno un occupato.
Nel 2014, il 58,5 delle famiglie aveva al
proprio interno almeno un occupato,
con una contrazione, rispetto al 2007,
di circa due punti percentuali, con un
arretramento più intenso per i nuclei
monogenitori mentre è in crescita il
valore riferito ai nuclei di singoli. Vi è
un correlato aggravarsi della disoccu-
pazione, che passa dal 3,1% nel 2007
al 7 per cento nel 2014, interessando
quasi 40mila famiglie, e che, invece, non
risparmia nessuna tipologia di nucleo.
Ad accrescere la propria consistenza
troviamo tipologie di nucleo che pri-
ma della crisi erano quantitativamente
ridotte, come i monogenitori.
Nel 2014, invece, persone isolate e
monogenitori disoccupati sono circa
10mila. Infine, è più che raddoppiato il
numero di famiglie (da 29 a 71mila) al
cui interno almeno un componente ha
perso il lavoro e anche in questo caso
l’aggravamento si manifesta maggior-
mente per i nuclei con persone isolate e
per i monogenitori femmine. Infine, un
accenno anche al numero di famiglie
senza alcun componente anziano (oltre
65 anni) in cui non vi sia alcun percetto-
re di reddito da lavoro o da pensione. In
questo caso, il peggioramento durante
la crisi è stato meno marcato: nel 2014
il numero stimato di famiglie è 26mila,
un incremento a valere in prevalenza
sulle persone isolate, le coppie con figli
e i nuclei monogenitori femmina.
Austria
Belgium
Bulgaria
Croatia
Cyprus
Czech Republic
Denmark
FVG
Finland
France
Germany
Greece
Hungary
Iceland
Ireland
Italy
Luxembourg
Malta
Netherlands
Norway
Poland
Portugal
Romania
Slovakia
Slovenia
Spain
Sweden
Switzerland
United Kingdom
1,2
1,4
1,6
1,8
2
tasso di fertilità
40
50
60
70
80
tasso di occupazione femminile
Graf.: Tasso di fertilità e
tasso di occupazione
femminile, anno 2014
(dati Eurostat)
Fonte: elab. su dati Italialavoro (2014)
2007 2014
Incidenza v.p.
2014
2007-2014
Famiglie con almeno un occupato
323.092 327.903 58,5% 1,5%
Famiglie con almeno un componente
che ha perso lavoro
29.010 70.606 12,6% 143,4%
Famiglie con almeno un disoccupato
16.616 39.326 7,0%
136,7%
Famiglie senza componenti over 65 e senza alcun
percettore di reddito da lavoro o da pensione
17.192 26.406 4,7%
53,6%
Totale famiglie FVG
533.879 560.643 100,0% 5,0%
Tabella 3: Famiglie e condizione sul mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia
Come già sottolineato, poiché la
famiglia è intrinsecamente un og-
getto “relazionale”, ne discende la
moltiplicazione dei possibili piani di
osservazione del suo posizionamento
sul mercato del lavoro. Ricorrendo ad
un’analisi statistica, considerando tre
dimensioni caratterizzanti il rapporto
famiglia e mercato del lavoro
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e distin-
guendo quattro gruppi tipologici (vedi
Tabella 3) è emerso un quadro cono-
scitivo non del tutto scontato. Vi è un
primo gruppo (Gruppo 1) composto
da famiglie ad elevata sofferenza oc-
cupazionale (nessun occupato; 27%
coppie con figli, 15,2% monogenitori)