ACCESSIBILITÀ E STRATEGIE DI UTILIZZO
DELL’
INFORMAZIONE ORIENTATIVA
La recente indagine OCSE sulle politiche di orientamento in 14 Paesi Europei ed extra-europei
1
sottolinea come la qualità e l’accessi-
bilità dell’informazione orientativa siano condizioni essenziali per l’erogazione di servizi orientativi di qualità.
Oltre a richiamare l’attenzione su aspetti ben noti alla comunità degli operatori ma ancora evidentemente poco praticati, quali ad
esempio, la necessità di un’informazione ‘coordinata’ fra i settori dell’istruzione e del lavoro, basata sui bisogni dell’utenza anziché
sulle esigenze del Servizio che la produce e che utilizzi appieno le nuove potenzialità offerte dalle Tecnologie dell’Informazione e
della Comunicazione, i ricercatori evidenziano un concetto che è assolutamente centrale rispetto alla riflessione sulla qualità dei ser-
vizi e che può essere così riassunto: le strategie per l’erogazione dell’informazione non possono essere disgiunte dalle strategie per il
loro utilizzo.
Affrontare il problema dell’informazione orientativa in questa prospettiva significa porre attenzione non solo alla fase di ‘produzio-
ne’ e di ‘distribuzione’ ma anche alle azioni che possono rendere significativa, rilevante e quindi fruibile l’informazione stessa per gli
utilizzatori finali. Si tratta, in altri termini, di non considerare ‘esaurito il compito’ di un servizio con la realizzazione di materiale
informativo, pur di ottimo livello, con la messa a disposizione dello stesso all’interno di ambienti reali o virtuali di consultazione e
con l’offerta di un supporto consulenziale esclusivamente nel momento in cui l’utente, di sua iniziativa, accede al servizio, sia questo
in presenza o a distanza. Ad integrazione di queste attività occorre individuare iniziative che
comunichino
l’esistenza di informazioni
e ne
promuovano l’utilizzo
all’interno di contesti significativi per i destinatari finali, anche anticipando possibili bisogni e raggiungen-
do la popolazione attraverso attività decentrate degli sportelli informativi.
Il progetto Ri.T.M.O., fin dalla sua prima fase, conclusasi nel giugno 2004, ha sempre posto un’attenzione importante alla tematica
dell’
Information Management
. La creazione parallela di un Centro risorse regionale - quale luogo deputato, in primis, alla produzio-
ne di informazioni a livello centralizzato regionale e all’erogazione di servizi di consulenza orientativa a distanza - e di 8 Sportelli ter-
ritoriali di accoglienza e informazione, testimoniano della volontà di affrontare in maniera organica e non episodica l’organizzazione
dell’intero ciclo di fruizione dei servizi di informazione orientativa.
Per quel che si riferisce, in particolare, alla caratterizzazione degli Sportelli territoriali, questi hanno sempre dedicato un’attenzione
importante non solo alle tradizionali attività di
back office
e di
front office
ma anche ad una serie di azioni riconducibili alla catego-
ria
dell’animazione territoriale
, atte a ‘portare’ l’informazione all’interno di contesti ‘altri’ rispetto allo sportello residenziale. Si pensi,
ad esempio, all’attivazione di
sportelli temporanei
sul territorio anche in modalità itinerante o all’attività di
informazione presso
gruppi di utenza organizzati
(scuole, biblioteche, ecc.), attraverso cui sono stati promossi, in modo capillare, servizi e prodotti a
disposizione dei destinatari finali.
Nella seconda fase del progetto Ri.T.M.O., attraverso la partecipazione degli Sportelli territoriali ai cosiddetti ‘Progetti Speciali’ a
valenza regionale o sub regionale
2
, è stato dato particolare impulso ad attività realizzate in collaborazione con altre strutture operan-
ti sul medesimo territorio, nell’ambito delle quali la componente
informativa
risulta integrata all’interno di azioni orientative innova-
tive e/o complesse, in linea con le strategie suggerite a livello europeo
3
.
Le esperienze che vengono riportate nelle pagine seguenti costituiscono un esempio del tentativo di declinare in termini operativi i
concetti di ‘accessibilità’ e ‘fruibilità’ dell’informazione orientativa attraverso azioni, strumenti e linguaggi differenziati per specifici
target di riferimento. In questa prospettiva ci auguriamo che possano costituire un elemento utile di conoscenza per quanti si con-
frontano con queste tematiche convivendo la necessità di ‘convertire l’informazione in azione’
4
.
Maria Grazia D’Angelo
Responsabile Tecnico del progetto Ri.T.M.O. – ASTER
1 OCSE, ‘
Career guidance and public policy: bridging the gap
’, 2003
2 Per un approfondimento sul tema si veda Vattovani P. ‘
Riparte il progetto Ri.T.M.O. con l’avvio di una seconda fase di attività
’, in
Quaderni di orientamento n. 25, novembre 2004, inserto ‘Le attività di Ri.T.M.O.’
3 OCSE, op. cit.
4 OCSE, op. cit.
I
Le attività di Ri.T.M.O.