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ORIENTAMENTO E SOCIETà
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
I
“GENIUS LOCI”
PER latutela,
valorizzAzione ed
implementazione
delle competenze di
comunità
UN MODELLO DI LAVORO CONDIVISO
TRA SERVIZI E CITTADINI
Francesco Stoppa, Stefano Carbone, Silvia Martin
venzione e risposta non specialistica al
disagio. Si tratta della diretta applicazione
del pensiero che ha portato alla riforma
psichiatrica e al riordino del Sistema Sa-
nitario Nazionale fino alla Legge 328 che
ha istituito i Piani di Zona. È quindi fonda-
mentale lavorare per la promozione di un
concetto di salute ad ampio raggio, dove
gli stili di comunicazione e interazione tra
i cittadini, l’attenzione condivisa alla qua-
lità di vita della propria città e del proprio
quartiere diventano importanti fattori di
benessere. Allo stesso tempo, questame-
todologia d’intervento aiuta i servizi spe-
cialistici a evitare il rischio dell’isolamento,
dell’autoreferenzialità, del tecnicismo fine
a se stesso, per confrontarsi con l’anima
vivente della città.
Il progetto:
GLI OBIETTIVI
E Le attività
fondamentali
“Genius loci” è un’azione progettuale
avviata a fine 2010, condivisa tra ope-
ratori di tutti i servizi pubblici e del
privato sociale del pordenonese, la
cui finalità è la tutela, valorizzazione e
implementazione delle competenze di
comunità proprie di un certo numero
di quartieri della città capoluogo. È uno
strumento attivatore di sinergie che mi-
ra a connettere cittadini, associazioni,
realtà religiose e istituzioni al fine di far
fronte agli effetti conseguenti alla crisi
del legame comunitario (emarginazio-
ne, isolamento, devianze, mancanza di
dialogo tra le etnie e le generazioni,
forme epidemiche di disagio psichico
e sociale).
Quanto ai servizi implicati, rappre-
senta una modalità di lavoro che li
porta a interfacciarsi con continuità
con la comunità, aprendosi all’ascol-
to delle esigenze dei cittadini. In tal
modo le istituzioni ritrovano la loro
vocazione di mediazione e integra-
zione delle forze culturali, assistenziali
e sociali presenti nel territorio. Se da
un lato i servizi si rendono in questo
modo maggiormente presenti nella
vita dei quartieri (adoperandosi, tra
l’altro, per un superamento del diffuso
sentimento d’impotenza, scetticismo e
frustrazione che oggi grava sulle dina-
miche sociali), dall’altro contribuiscono
a far si che i singoli spazi di confronto
e d’aggregazione già esistenti, e quel-
li che verranno, possano trovare un
punto prospettico comune secondo
una visione più ampia dei bisogni di
un’intera comunità.
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I principali obiettivi di “Genius loci”
possono essere così sintetizzati:
1) L’avvio e, soprattutto, il manteni-
mento nel tempo di occasioni e mo-
menti strutturati nei quali cittadini e
operatori si adoperano per il migliora-
mento della qualità di vita di un dato
quartiere. Questo momento di scam-
bio, riflessione e progettualità condivi-
sa, contribuisce a rafforzare il livello di
autorevolezza civile della comunità. I
singoli cittadini si percepiscono meno
soli e non più impotenti di fronte alle
necessità e difficoltà emergenti nei loro
luoghi di vita. Contemporaneamente si
riscoprono più contrattuali nei confron-
ti delle istituzioni e amministrazioni.
2) La messa in rete e responsabiliz-
zazione di gruppi motivati di cittadini
attivi che, coadiuvati da
operatori di col-
legamento
, possono poi far gemmare
intorno a sé, strada facendo, ulteriore
curiosità, interesse e partecipazione.
Tutto ciò nell’ottica di trovare, in siner-
gia con i servizi, risposte collettive a
problemi che sono sempre di tutta la
collettività.
3) La riduzione della distanza e l’im-
plementazione del dialogo tra territorio
e istituzioni e, grazie alla mediazione di
“Genius loci”, tra cittadini, amministra-
tori e politici.
Le attività fondamentali sono co-
stituite da:
- le Assemblee di Quartiere che ve-
dono la compresenza di operatori dei
servizi e dei rappresentanti della vita
associativa e delle parrocchie. Si svol-
gono in genere con cadenza mensile;
- la presenza, discreta ma attenta e
partecipe, di operatori (attivatori di co-
munità) per 10 ore circa alla settimana
in ciascun quartiere; operatori che han-
no la funzione di antenne dei bisogni
dei cittadini, di segreteria organizzativa
e di mediazione con le istituzioni e le
amministrazioni;
- l’attività di ricerca-azione con grup-
pi di cittadini per l’individuazione di
criticità sulle quali lavorare in sinergia
tra forze locali e istituzioni;
- i laboratori su temi concordati con
i cittadini;
- Iniziative ludiche, mercatini multiet-
nici, teatro e coro di quartiere, corsi di
italiano per emigrati, dibattiti, gruppi
di interesse su temi particolarmente
sentiti dai cittadini rispetto ai quali
cercare di coinvolgere e attivare risor-
se presenti nel territorio (ad esempio:
il dialogo interetnico, la condizione
dell’anziano, del bambino, dell’adole-
scente, la crisi economica);
- il tavolo di lavoro interservizi (com-
posto da operatori di tutti i servizi cit-
tadini);
- il gruppo di coordinamento ristretto
all’équipe operativa.
l lavoro di rete mira ad
accrescere l’integrazione
ottimale tra diversi
soggetti pubblici e privati;
il lavoro di Comunità
mira ad attivare persone
e soggetti collettivi per
trasformare in meglio i
contesti di vita
Premessa
Questioni di particolare importanza co-
me la salute, la cura e la prevenzione del
disagio personale e sociale non possono
più, oggi, essere delegate in toto ai tecnici
e ai servizi specialistici. È necessario che la
rete dei servizi includa anche le reti sociali
naturali (l’associazionismo, il volontariato,
le realtà religiose, i gruppi di cittadini at-
tivi) nel dibattito sulla qualità della vita e
nella ricerca di risposte alle criticità su più
fronti emergenti. Se ben orientata, infatti,
la comunità rappresenta un elementode-
cisivo nei processi di integrazione sociale
e di profilassi del disagio. Tuttavia, come si
sa, il tessuto comunitario stesso sta attra-
versando un momento di crisi e questo
incide negativamente sulla qualità degli
scambi umani e sul più generale livello di
vivibilità delle nostre città.
Per le istituzioni pubbliche e del privato
sociale si apre quindi un nuovo campo
d’intervento che prevede un ruolo fon-
damentale nel favorire la valorizzazione
e la promozione delle competenze so-
ciali, presenti o potenziali, in una certa
area urbana. Da questo punto di vista,
lo “Sviluppo di comunità” rappresenta la
metodologia di lavoro più efficace per
coinvolgere il territorio nei percorsi di pre-
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