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ORIENTAMENTO E LAVORO
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
Educazione
imprenditoriale e
sviluppo di “career
management skills“
alcune direzioni di lavoro
proposte dalle Linee guida Isfol
Marta Consolini
Lo“spirito di
iniziativa e
imprenditorialità”
nella scuola: una
competenza chiave
per tutti
Lo “spirito di iniziativa ed imprendito-
rialità”, una delle otto competenze chiave
per l’apprendimento permanente,
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inte-
so come
sviluppo di una mentalità e
di un comportamento proattivo s
e-
condo i principi dell’Agenda di Oslo
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, è
considerato ormai inmodo unanime nei
documenti di sviluppo programmatico
e nel dibattito politico ed economico
come un fattore chiave per uscire dalla
crisi strutturale e dalla disoccupazione
giovanile. Si tratta di formare un“mindset”
in cui rientra la creatività, l’innovazione e
l’assunzione del rischio, così come la ca-
pacità di pianificare e di gestire progetti
per raggiungere obiettivi. Tutte compe-
tenze indispensabili per tutti i cittadini,
siano essi lavoratori autonomi o lavoratori
dipendenti, nell’attuale mercato carat-
terizzato dalla globalizzazione e da una
evoluzione continua.
L’obiettivo è centrale nell’agenda co-
munitaria: attraverso il Piano d’azione
«Imprenditorialità 2020»
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e la comu-
nicazione «Ripensare l’istruzione»
4
, la
Commissione Europea ha sottolineato
l’esigenza di inserire l’educazione all’im-
prenditorialità in tutti i settori dell’istru-
zione, compreso l’apprendimento non
formale. Occorre cominciare dalla scuola!
Educatori, esperti e
policymaker
concor-
dano su questo punto, ma la pratica ope-
rativa è ancora un po’ distante rispetto
agli obiettivi dichiarati. Come per molti
settori innovativi in Italia non mancano
né esperienze né buone pratiche, pro-
poste soprattutto come integrazione ai
programmi da organizzazioni produttive,
dal sistema camerale e dai progetti gio-
vani di alcuni enti locali, ma purtroppo
non si possono definire “a sistema”, per-
ché riservate a pochi e legate spesso al
volontarismo e all’ambito extrascolastico.
Il quadro delle politiche e delle inizia-
tive realizzate può essere approfondito
a livello comunitario sull’ultima pubbli-
cazione della Commissione “
Entrepre-
neurship Education at School in Europe
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e
a livello nazionale consultando i materiali
della ricerca Isfol“
Educazione e formazione
all’imprenditorialità”
, a cui ho collaborato
come esperta di riferimento, che ha pro-
posto anche delle linee guida dal titolo
Indicazioni per la programmazione e la
realizzazione di iniziative per l’educazione
all’imprenditorialità”.
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Con l’attuazione del-
la legge 107/2015, la cosiddetta“buona
scuola”, ci sono oggi maggiori opportuni-
tà di avvicinarci agli obiettivi comunitari,
attraverso l’ampliamento dell’esperienza
di alternanza scuola-lavoro e l’utilizzo
dei laboratori per l’innovazione, coin-
volgendo le diverse organizzazioni pro-
duttive e sociali, nonché il volontariato
(ad es. manager in pensione). Opportu-
nità che costituiscono una speranza di
poter allargare il numero degli studenti,
considerando i risultati positivi che la
frequenza di programmi di educazione
all’imprenditorialità evidenzia, in partico-
lare rispetto alla proattività dei giovani e
all’atteggiamento con cui si preparano
al futuro e alle scelte.
Obiettivi e
metodologia della
ricerca
La ricerca, di cui si presentano in que-
ste pagine alcuni risultati, è nata dall’e-
sigenza di Junior Achievement Italia di
valutare l’impatto del programma“Impre-
sa in azione”che rappresenta nel nostro
paese il più diffuso programma di edu-
cazione imprenditoriale per la scuola
superiore, giunto nell’anno scolastico
2014/2015 alla sua XII edizione con circa
7.000 partecipanti. La stessa iniziativa in
Europa, grazie all’esperienza del network
JA Europe, coinvolge annualmente oltre
275.000 studenti tra i 16 e i 19 anni ed
è stata accreditata dalla Commissione
Europea come best practice e “
miglio-
re strategia per favorire l’orientamento e
l’occupabilità dei giovani
”. Questa ricer-
ca, in particolare, si è posta l’obiettivo di
misurare la percezione dei partecipanti
sull’apprendimento di alcuni atteggia-
menti e competenze imprenditoriali e di
verificare quanto il programma didattico
“Impresa in azione” abbia influito sull’o-
rientamento, sulle scelte formative , sulle
eventuali intenzioni imprenditoriali.
È stata realizzata da Ipsos Public Affairs,
con il supporto scientifico di un grup-
po di esperti
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e grazie al sostegno di Citi
Foundation, utilizzando il questionario
validato dal progetto ASTEE (Assessment
Tools and Indicators for Entrepreneurship
Education)
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per condividere a livello eu-
ropeo le dimensioni di studio sulle com-
petenze imprenditoriali in un’ottica di
comparabilità dei dati e di scambio di
esperienze utili. Tale questionario è stato
ulteriormente integrato grazie al contri-
buto dell’Università di Pavia e nel quadro
di quanto l’ELGPN (European Lifelong
Guidance Policy Network) sta portando
avanti a livello europeo, con un modulo
sulle cosiddette “Career management
skills-CMS”, in relazione alle competenze
orientative e alla capacità di saper gestire
le scelte e il percorso professionale.
Il modello ASTEE condividendo un
questionario di autovalutazione e una
definizione di imprenditorialità, ha defi-
nito un framework comune sulle com-
petenze chiave, con cinque dimensioni:
Entrepreneurial skills (
si considerano
sia competenze cognitive che non cogni-
tive:
Creativity, Planning, Financial literacy,
Marshalling of resources, Managing ambi-
guity, Teamwork
)
,
Entrepreneurial min-
dset (
misurato attraverso la misura con-
validata “Core Self Evaluation” che in tre
costrutti: autoefficacia, locus of control,
autostima coglie la sensazione base di un
individuo di essere in grado di svolgere
compiti impegnativi),
Entrepreneurial
knowledge, Connectedness to educa-
tion, Connectedness to future career.
I principali
risultati: giovani
che si pongono
davanti alle
difficoltà con un
atteggiamento
proattivo e
imprenditoriale
Il programma “Impresa in azione” si
basa su una modalità didattica di lear-
ning-by-doing che offre un’esperienza
pratica a stretto contatto con le impre-
se e il territorio locale, in cui i volontari
delle aziende collaborano con i docenti
coordinatori, mettendo alla prova con
gli studenti le proprie competenze da
S
intesi dei risultati della
ricerca sull’impatto
del programma
di educazione
all’imprenditorialità
“Impresa in azione” che
Junior Achievement
Italia ha realizzato negli
ultimi tre anni nelle
scuole secondarie di
secondo grado
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