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ORIENTAMENTO SCUOLA
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
I
UN’AVVENTURA
CHIAMATA“PROGETTO
MEETING”
la peer education come strumento
e prospettiva nella scuola
Daniele Azzano, Matteo Formaro, Francesca Giro, Erica Tallon,
Isadora Zampol
delle quali alcuni di noi ragazzi hanno
assunto il ruolo di
peer
. Il progetto,
inteso a promuovere i temi dell’edu-
cazione alla salute e del benessere
verso comunità
media-educative
, era
incentrato proprio sulla
peer
e sulla
media education
come strumenti atti
a tradurre in esperienze significative e
in un linguaggio attuale la complessa
realtà dei giovani di oggi.
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Infatti, il progetto mira a promuo-
vere l’equilibrio emotivo, psicologico
e socio-relazionale che permette agli
individui una convivenza più serena,
aiutandoli a maturare
life skills
sempre
più qualificanti ed indispensabili per
un impegno consapevole in qualsiasi
ambito della vita.
In questo progetto, inoltre, identi-
ficare problemi e ricercare soluzioni,
saper ascoltare le argomentazioni al-
trui e sostenere le proprie tesi, essere
in grado di leggere e interpretare i
contenuti delle diverse forme di co-
municazione, sono fra le principali
competenze da potenziare e da met-
tere in atto.
A queste si affianca lo strumento
della
media education
, ovvero l’u-
so critico dei mezzi di comunicazio-
ne, attraverso cui si può imparare
ad impiegare e analizzare contenuti
multimediali complessi, evitando ap-
piattimenti e strumentalizzazioni nel
proprio approccio alle informazioni.
Fasi del progetto
L’avventura del
Progetto Meeting
può
essere suddivisa in varie tappe, articolate
nel corso di due anni scolastici: l’anno
2014/2015 e il 2015/2016. La prima è
stata la presentazione del progetto al-
la classe; sono quindi stati individuati i
ragazzi a cui affidare il compito di affian-
care e sostenere i compagni nel ruolo di
peer
. Questi hanno seguito un percorso
di formazione specifico e hanno condi-
viso con la classe i vari momenti in cui
era scandito il progetto.
Siamo partiti dalla visione del film
Freedom writers
(di Richard LaGrave-
nese
,
USA 2007), che ha introdotto il
tema delle relazioni tra pari e del benes-
sere all’interno del gruppo-classe; quindi
è stato somministrato alle due classi
coinvolte un questionario anonimo sul
benessere psicofisico;
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in seguito ci so-
no stati diversi incontri di formazione,
alcuni dei quali specifici per i
peer
, volti
a sviluppare una riflessione condivisa
sui problemi di volta in volta emergen-
ti all’interno della classe, ma dedicati
anche alla definizione di metodi, con-
tenuti e percorsi da promuovere con i
compagni.
Altri incontri invece sono stati affron-
tati insieme ai docenti coinvolti nel pro-
getto e hanno visto la partecipazione
di esperti di
peer
e di
media education.
Nella fase successiva i
peer
hanno tra-
smesso ai compagni ciò che avevano
compreso durante la preparazione e,
sulla base del dibattito in classe e dei
contenuti emersi da questo, hanno indi-
viduato un tema che fosse espressione
dei bisogni comuni al gruppo, da svilup-
pare nell’anno successivo. Questo tema,
esplicitato nel cosiddetto
Documento
Ricerca-Azione
, è stato presentato a tut-
te le scuole aderenti al
Progetto Mee-
ting
nel corso dell’evento conclusivo
del primo anno.
Il
Documento
prevedeva la produ-
zione di un video-telegiornale di clas-
se, incentrato sui temi del benessere,
dello sport e delle scienze, da proporre
attraverso la realizzazione di servizi ed
interviste effettuabili sia all’interno del-
la scuola che all’esterno. L’obiettivo da
conseguire era duplice: da un lato coin-
volgere l’intera classe nella realizzazione
del progetto, cercando di impiegare
al meglio le abilità e le competenze di
ciascuno; dall’altro promuovere all’inter-
no del gruppo una maggiore unione e
collaborazione tra i compagni.
Nell’anno scolastico 2015/2016 le due
classi del nostro liceo hanno quindi svi-
luppato, ciascuna in modo autonomo,
il progetto contenuto nel
Documento
Ricerca-Azione.
La nostra
esperienza
Nel nostro caso abbiamo scelto, in
accordo con le necessità della classe e
con l’aiuto della dottoressa Laura Pro-
sdocimo, di realizzare un nostro
Telegior-
nale
, cioè un prodotto in cui la
media
education
si intreccia con il tema del be-
nessere. Abbiamo pensato che la forma
del video potesse esprimere in modo
sintetico, efficace ed immediatamente
comprensibile le istanze e i temi che
hanno caratterizzato le riflessioni del
nostro gruppo.
Nello scandire i diversi passaggi, in
fase di organizzazione dei contenuti e
dei materiali, ci siamo divisi ruoli ed in-
carichi secondo le diverse attitudini e le
inclinazioni di ciascuno di noi, facendo
in modo che ad ogni ragazzo spettasse
una parte del lavoro. Abbiamo insistito
moltissimo sull’importanza della colla-
borazione e di un confronto aperto e
costruttivo per il buon esito del nostro
progetto.
Attraverso riprese, servizi e interviste
abbiamo raccolto una serie di mate-
riali, tra cui abbiamo selezionato i più
significativi e rappresentativi del nostro
percorso: questi sono stati rielaborati e
strutturati in un’operazione di montag-
gio complicata ma appassionante. Il
Telegiornale
è stato infine presentato
n quest’articolo, a
cura di cinque allievi
della classe IV G del
Liceo “ Michelangelo
Grigoletti” di Pordenone,
coinvolti nel percorso di
formazione, si presenta
l’esperienza del Progetto
Meeting sviluppato a
scuola e incentrato sulla
peer education
Peer education: il
punto di partenza
La traduzione letterale del termine
peer education
è
educazione fra pari
,
metodologia che consiste in un forte
coinvolgimento dei pari rispetto ad in-
terventi basati sul legame fra persone
che condividono le stesse esperienze.
I pari assumono il ruolo di leva
per l’apprendimento e incoraggia-
no la spontanea comunicazione fra
i giovani: proprio per questo la
peer
education
viene adottata soprattutto
all’interno delle classi scolastiche, in
quell’età di crescita e di ricerca della
propria identità che è l’adolescenza. In
particolare, nel nostro contesto, i
peer
promuovono l’educazione alla salute
e rafforzano i rapporti all’interno del
gruppo-classe.
Una proposta decisamente stimo-
lante per noi ragazzi: rendere noi stessi
protagonisti di un progetto da definire
e da far crescere insieme; diventare
responsabili di scelte e di azioni da
discutere, condividere e costruire con
i nostri compagni di classe.
Il nostro progetto
Il
Progetto Meeting
è stato svilup-
pato da due classi terze della nostra
scuola, divenute poi quarte, all’interno
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