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ORIENTAMENTO E SOCIETà
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
relazionali collettivi, servizi concreti, ma
anche capitale sociale e disponibilità
umana da mettere al servizio degli altri.
Il progetto ha esordito inizialmente
nei due quartieri urbani di Villanova e
Borgomeduna attraverso il laboratorio
di fotografia “Anatomia di un quartiere”,
avviando poi assemblee mensili, gruppi
di lavoro, iniziative di carattere informa-
tivo, aggregativo e di scambio. Nel 2012
il progetto si è esteso anche ai quartieri
di Vallenoncello e S. Gregorio, raggiun-
gendo così l’intera Circoscrizione Sud.
Le azioni sui quartieri hanno le seguenti
finalità progettuali:
• mappare i bisogni della comunità;
• mettere in connessione bisogni e risorse;
• individuare sostenere e rafforzare reti di
solidarietà, processi di partecipazione e
di volontariato, arrivando a costituire
anche nuclei di riferimento locale;
• progettare, organizzare e gestire inter-
venti con la comunità in un’ottica di
sussidiarietà con le istituzioni;
• svolgere una funzione di mediazione,
tra la cittadinanza, la cooperazione e le
istituzioni, favorendo l’ascolto e l’avvio di
risposte comunitarie non specialistiche.
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Il lavoro con i
ragazzi “a rischio”
Se in molte attività l’attenzione è de-
stinata al coinvolgimento dei soggetti
per dare vita a occasioni di socialità, di
incontro e relazione, in altre il focus è
più specificatamente volto alla presa in
carico di situazioni critiche. Ad esem-
pio, veniva segnalata dai cittadini una
problematica molto critica, caratteriz-
zata da atti vandalici, affronti aggressivi,
preoccupazione e paura che minavano
la quiete pubblica.
Le risposte istituzionali non erano
all’altezza delle attese e da qui è nata
l’idea di attivarsi su più fronti: attrezzarsi
all’incontro con i ragazzi, agganciarli e
proporre loro un’interazione e determi-
nate attività. Il gruppo di cittadini si è
confrontato dapprima con due opera-
tori di strada, che poi hanno incontra-
to i ragazzi, descrivendoli come molto
più disponibili di quanto immaginato.
Sull’altro versante si è lavorato per co-
struire una opportunità di incontro e
di svago per gli stessi giovani: è stata
coinvolta la palestra locale, si è raccolta
la disponibilità di un genitore“pugile”, si
è proposto un percorso di avvio alla
kick
boxe
, trasformatosi successivamente nel
più canonico incontro di calcio.
Nell’attività di preparazione sono state
‘agganciate’ anche alcune ragazze che
sono diventate apprendiste segretarie
della società sportiva, favorendo un qua-
dro di relazioni sempre più ricco, un coin-
volgimento maggiore, la possibilità di
parlarsi apertamente.
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Oggi la percezione e la relazione con i
ragazzi è fortemente trasformata.
Il lavoro sulle
relazioni di
vicinato
Anche in questo caso il desiderio na-
sceva da due cittadini, intercettati con un
lavoro di ricerca-azione nel quartiere di
Borgomeduna. L’estraneità tra gli abitanti
della stessa via, veniva registrata come
un limite, e dunque l’auspicio era quello
di poter conoscere le persone per dare
vita ad un clima diverso. L’operatrice di
“Genius Loci”avviava con i due cittadini
disponibili, un capillare giro“porta a por-
ta”, presentandosi alle persone e propo-
nendo loro una occasione per incontrarsi
e conoscersi.
In breve, l’idea si trasformava nella
proposta di una semplice cena, da re-
alizzarsi in strada, mentre il progressivo
coinvolgimento delle persone produce-
va un effetto a valanga, che portava alla
realizzazione di un evento con oltre 240
partecipanti, impegnati nella produzio-
ne del cibo, in gare di torte, karaoke, e
altre attività ricreative. Il successo dell’i-
niziativa portava a corollario una serie
di incontri/serate, e poi alla costruzione
di un gazebo di quartiere denominato
“delle ciacole”
(chiacchiere), messo a di-
sposizione degli abitanti per eventuali
avvenimenti; in questo gazebo si offre
con regolarità l’aperitivo il primo saba-
to del mese. Seppure gli aperitivi siano
frequentati da un gruppo più ristretto,
una trentina di persone, in occasione
della festa si riattiva un gruppo molto
più ampio, e in questo senso si può dire
che il potenziale relazionale è totalmente
presente, e si innesca quando se ne av-
verte l’esigenza (non solo in occasione
della festa, dunque).
La fortuna, in questo caso, è data dal-
la vicinanza e dalla disponibilità di una
associazione teatrale, che ospita nel suo
cortile il gazebo, permettendo ai fruitori
di superare classiche questioni di au-
torizzazioni, e dal ruolo attivo giocato
dall’associazione stessa, che si è coinvol-
ta positivamente in questa scommessa
di relazione fra i soggetti del quartiere.
Da questa esperienza è nato anche un
piccolo coro, si è consolidata l’iniziativa
“Banca dei Ricordi”(i cittadini condivido-
no racconti che vengono poi adottati e
riproposti da altri membri del gruppo ),
mentre l’esperienza della “Festa di Via”
viene riproposta, sempre con maggiore
autonomia, dai cittadini del quartiere.
È opportuno segnalare come il grup-
po si senta molto autonomo, nel bene
e nel male, e non si faccia guidare dagli
operatori; le relazioni hanno mostrato
il loro spessore anche nella triste occa-
sione della morte di un abitante, dando
vita ad un autentico sostegno sociale,
alla famiglia.
Il lavoro con i
migranti
Altra esperienza significativa è quella
che ha coinvolto attivamente una parte
della comunità nell’accoglienza di mi-
granti, che recentemente hanno iniziato
ad affluire numerosi in tutto il territorio
nazionale. La parrocchia aveva lanciato la
proposta di offrire accoglienza e diversi
cittadini, insieme alla Caritas, hanno ga-
rantito la loro disponibilità ad attivarsi. La
messa a disposizione di una roulotte ha
consentito di trovare soluzioni comple-
mentari, per offrire alle persone migranti
una sistemazione decorosa, concordan-
do con loro il superamento della fase di
assistenza, per passare ad una situazione
di proattività. Ai migranti, infatti, è stata
affidata la gestione delle attività quoti-
diane, con l’impegno anche a sviluppa-
re le iniziative idonee a presentare gli
elementi chiave della propria cultura di
appartenenza, alla comunità accogliente.
L’operatrice di “Genius Loci” registra
le richieste di ospitalità e organizza i
volontari in base alle diverse azioni da
portare avanti: preparazione dei pasti,
allestimento dello spazio di accoglienza,
reperimento di capi di abbigliamento,
attività di pulizia.
Particolare attenzione viene posta alla
mediazione linguistica, pescando nella
rete informale delle conoscenze, che ha
permesso alle 14 famiglie del quartiere
coinvolte nella preparazione delle cene,
di conoscere e dialogare con i ragaz-
zi, socializzando l’esperienza tra le parti
coinvolte. Il percorso, nonostante le dif-
ficoltà di raccordo iniziale, ha trovato nel
tempo gli equilibri idonei a proseguire
nell’accoglienza dei numerosi giovani
migranti. Si sottolinea che tale iniziati-
va ha costituito l’esperienza pilota per
altre realtà parrocchiali. I giovani sono
stati coinvolti attivamente in iniziative
del quartiere, facendoli uscire da una
situazione di stallo e apatia, dando loro
un ruolo attivo e risignificando la loro
permanenza in quartiere.
Il patto di rete
e l’attenzione
educativa
Il quartiere di Villanova, sorto in bre-
vissimo tempo negli anni Ottanta e co-
stituito da grandi caseggiati popolari, ha
mostrato le caratteristiche criticità delle
periferie urbane.“Genius Loci”negli anni
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