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L'Assessore Violino: "l'educazione alimentare nei piani di studio delle scuole"

“L’Agroalimentare allo specchio. Valorizzare l’eccellenza”, questo il titolo del convegno svoltosi il 9 settembre a Pordenone all’interno della Fiera Campionaria. L’incontro, moderato dal giornalista Nicolò Gambarotto, ha visto la partecipazione del responsabile delle relazioni esterne di FriulAdria –Crédit Agricole, Giovanni Lessio, del direttore dell’IRTEF (Istituto per la Ricerca sulle tecniche Educative e Formative) Sergio Simeoni, della ricercatrice del Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche dell’Università di Udine, Maria Parpinel, dello chef e presidente dei Giovani ristoratori d’Europa, Emanuele Scarello, infine dell’assessore regionale Claudio Violino.
L’indagine sui prodotti agroalimentari condotta dall’Osservatorio – ha affermato Sergio Simeoni – rappresenta soltanto una prima analisi del tessuto economico e degli atteggiamenti dei consumatori relativamente ai prodotti tradizionali. L’osservatorio scatta una fotografia del comportamento degli attori protagonisti della filiera, evidenziando così il profilo alimentare della popolazione, i criteri di scelta, quindi il livello di conoscenza dei prodotti che l’agricoltura locale ha depositato in archivio nel corso di 20-25 anni. Sono infatti 141 le tipicità registrate  e 12 le zone identificate.
Dalla ricerca compiuta emerge che il 54% su un campione di 1.200 intervistati consuma regolarmente alimenti tradizionali, il 32% in modo saltuario. Da un parte, dunque, il dato evidenzia tristezza per il patrimonio latente di cultura agroalimentare, dall’altro incoraggia, con ampi margini di manovra, a fare molto per valorizzare i cosiddetti “relitti fossili sopravvissuti” ovvero i prodotti che segnano da immemore tempo il nostro Friuli.
La Banca – ha affermato Giovanni Lessio – sostiene gli osservatori. Come organismo che abbraccia le mille identità è connettore delle diversità del territorio e soprattutto fautore del “modello Friuli” da promuovere in Italia e all’estero attraverso la filiera dei suoi numerosi clienti.
Per essere competitivi sul mercato è necessario comunicare la propria offerta e farlo, perché no, sfruttando scambi osmotici con altre regione o Stati europei. Il marchio Tipicamente friulano – ha concluso – è senza subbio veicolo privilegiato per divulgare la nostra ricchezza produttiva.
Ambasciatori speciali dell’agroalimentare sono gli chef, chiamati a interpretare le tipicità. Sempre un’indagine dell’osservatorio di 10 anni fa constatava uno scarso utilizzo del prodotto tradizionale nell’ambito della ristorazione ma oggi tutto è cambiato. Lo chef – ha sottolineato Emanuele Scarello – ha il dovere di far “sentire” il prodotto, cogliere l’anima del piatto, fino a conquistare il cliente. Per questo in cucina non occorrono solo mani ma soprattutto una buona mente capace di innovare i menù con creatività e conoscenza delle sfaccettature alimentari locali.
Persiste nell’immaginario popolare una sopravvalutazione calorica dei cibi tradizionali. Lo studio compiuto in ambito accademico dalla dott.ssa Parpinel – ha fatto luce su 9 ricette tipiche. Le analisi di laboratorio hanno realizzato delle etichette nutrizionali non tanto dei singoli ingredienti ma dei piatti. È fondamentale sapere cosa si mangia e soprattutto consumare in forma consapevole. Nessuna pietanza è dannosa o assolutamente salubre: la regola sta nell’abbinare tutti gli alimenti nell’ambito di una dieta equilibrata, in cui frico, brovada e muset sono da considerasi parte integrante.
Veicolo imprescindibile delle tipicità è la scuola – ha concluso l’assessore Violino. L’educazione alimentare dovrebbe essere inserita nei piani di studio alla pari delle altre discipline.



INFO:
  Segreteria Assessore Claudio Violino 
            ass.agricoltura@regione.fvg.it       
            tel. 0432 555361 
           

 



FOTO:
Archivio Direzione Centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali